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Dpcm, verso il blocco a Natale C'è il nodo delle seconde case

Prende forma il decreto in vigore dal 4 dicembre. Divieto di passare da una regione all’altra, con qualche deroga. Ristoranti chiusi il 25 e il 26 dicembre. I nuovi contagiati sono 16.376, tasso di positività del 12,5%.

 
30 novembre 2020 | 08:59

Dpcm, verso il blocco a Natale C'è il nodo delle seconde case

Prende forma il decreto in vigore dal 4 dicembre. Divieto di passare da una regione all’altra, con qualche deroga. Ristoranti chiusi il 25 e il 26 dicembre. I nuovi contagiati sono 16.376, tasso di positività del 12,5%.

30 novembre 2020 | 08:59
 

Cosa succederà a Natale? Cosa si potrà o non si potrà fare? Sono le risposte a queste domande che stanno mettendo gli italiani in trepidazione. Risposte che arriveranno dal nuovo Dpcm che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si appresta a firmare e che entrerà in vigore dal 4 dicembre. Ma che sta prendendo forma di ora in ora.

Tra le ipotesi, quasi certe, vietati gli spostamenti tra le regioni, anche in fascia gialla, ristoranti chiusi il 25 e il 26 dicembre, negozi aperti fino alle 21 e coprifuoco a Capodanno.

Il contagio: meno casi in 24 ore, ma è il solito effetto weekend
Intanto i numeri del contagio si aggiornano: i nuovi casi sono +16.376, +1% rispetto al giorno prima (domenica erano +20.648), mentre i decessi odierni sono +672, +1,2% (ieri erano +541), per un totale di 55.576 vittime da febbraio.

In sostanza sono diminuiti i contagi in 24 ore, a fronte però del solito effetto weekend: meno tamponi, perché lunedì il numero di test è il più basso di tutta la settimana, visto che si tratta delle analisi domenicali.

I test infatti sono stati 130.524, cioè 46.410 in meno rispetto a ieri quando erano stati 176.934. Il tasso di positività è del 12,5%: vuol dire che su 100 tamponi eseguiti più di 12 sono risultati positivi; ieri era dell’11,7%.

Se non altro i casi odierni sono sotto quota 20 mila per la prima volta in questo mese: per vedere un numero di positivi giornalieri sotto la soglia di 20 mila bisogna andare indietro a lunedì 26 ottobre, quando erano 17.012 con un tasso del 13,6%.

Verso il blocco totale a Natale Per le seconde case, muoversi prima

Con il cambio di colore già folla nelle vie dello shopping
Ma sulle nuove decisioni potrebbero influire le scene viste nel weekend in tutte le principali città: folla per lo shopping, assembramenti, clima che fa pensare ad un pericoloso “liberi tutti”. «È inevitabile che quando si riaprono attività commerciali ci sia la voglia di tornare in giro, è naturale la reazione ma quello che non può essere naturale è non rispettare le regole», ha sottolineato il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, a Rainews.

Regioni blindate dal 19 dicembre al 10 gennaio
Nello specifico, il divieto di spostamento entrerà in vigore tra il 19 dicembre e 10 gennaio. Il governo è al lavoro per minime deroghe: la possibilità sempre di rientrare presso la propria residenza o domicilio, mentre per le seconde case lo spostamento andrebbe effettuato prima del blocco.

Secondo Confindustria Alberghi il divieto di spostamento tra le regioni non è altro che un duro colpo ai settori che stanno facendo i maggiori sacrifici, cioè l’industria alberghiera e il turismo. Un quadro già drammatico che questo blocco rischia di complicare ulteriormente.

Ritorno a casa: la questione anziani, studenti ed estero
Se non altro potrebbe essere previsto il ritorno nella casa di famiglia per trascorrere le feste con i genitori anziani. Ma in questo caso la deroga potrebbe essere concessa a un solo parente, anche se è difficile capire come potrebbe avvenire il controllo.

In valutazione anche la concessione della deroga per gli studenti che hanno spostato la residenza o il domicilio nella città dove si sono trasferiti per motivi di studio e vogliono tornare a casa per le vacanze mentre nel caso dei coniugi potrebbe essere concesso il ricongiungimento familiare da applicare anche ai partner conviventi.

Infine, per chi deciderà di andare all’estero e per chi torna in Italia in occasione delle prossime festività, si potrebbe introdurre l’obbligo di quarantena al momento dell’ingresso nel nostro Paese.

La Proposta delle Regioni alpine al governo per non distruggere il turismo montano
E a proposito delle seconde case, le Regioni dell’arco alpino (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Veneto e Friuli Venezia Giulia) lanciano al governo una proposta per non distruggere completamente la stagione invernale: la possibilità di sciare potrà essere concessa solo a chi possiede o affitta una seconda casa nelle zone sciistiche o a chi pernotta almeno una notte nelle diverse destinazioni. 

Francesco Boccia - Verso il blocco totale a Natale: c'è il nodo delle seconde case

Francesco Boccia

Boccia ha spiegato: «Per evitare la terza ondata dobbiamo continuare nel mese di dicembre con il rigore e il distanziamento sociale che devono prevalere su qualsiasi esigenza. Molti di noi hanno parenti in un'altra regione, ma ognuno di noi vuole che i propri cari stiamo bene e che gli operatori sanitari possano lavorare nel miglior modo possibile. A dicembre con queste misure si può consentire di rimettere in sicurezza l'intero sistema incrociando la campagna vaccinale in primavera, ma per farlo non possiamo consentire rallentamenti. Io sono per regole chiare e non interpretabili».

Le misure saranno al centro della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, convocata dal vice presidente Giovanni Toti in seduta straordinaria alle 17 solo in videoconferenza. Ci sarà un unico punto all'ordine del giorno che prevede l'esame delle proposte per i diversi provvedimenti di carattere sanitario, sociale, economico e organizzativo da adottare con il nuovo dpcm. Le tappe sono definite: domani riunione Stato-regioni con il ministro della Salute, Roberto Speranza, poi confronto in Parlamento e quindi palla a Conte, che tirerà le somme.

Perché i cenoni «sono da dimenticare»
Intanto sono chiare le indicazioni che arrivano dagli esperti. Ultimo, in ordine di tempo, il professor Franco Locatelli: «Questo sarà un Natale significativamente diverso da tutti gli altri, il primo e speriamo l'ultimo. Dovremo dimenticarci il cenone con 20-30 familiari, le feste in piazza e i concerti. È qualcosa che quest'anno non è compatibile con i numeri dell'epidemia: ci sono anche oggi 20mila positivi e 540 persone che hanno perso la vita».

Corsa ai tamponi prima di Natale
In attesa di sapere di più, è, però, iniziata la corsa al tampone. Come riporta l’Ansa, nei laboratori della Capitale, ad esempio iniziano ad arrivare le prime richieste di chi, per "proteggere" i propri cari, vuole sottoporsi al test nei giorni precedenti alle feste.

«Sono già circa 300 le persone che hanno prenotato un tampone a ridosso del Natale nei nostri centri - spiega Mariastella Giorlandino, amministratrice delle reti Artemisia Lab che effettuano i test in otto strutture diffuse nel Lazio - noi stiamo prenotando però con l'indicazione di ricontattarci qualche giorno prima per valutare le singole situazioni e stabilire i tempi e la modalità più opportune».

Per Giorlandino «c'è grande confusione nella popolazione sui tamponi e un po’ di apprensione in vista del Natale perché si vuole proteggere i familiari più fragili. Stiamo cercando di dare le informazioni più dettagliate e i tempi di esecuzione più adatti - aggiunge - facendo capire che non bisogna avere fretta e anticipare i tempi. Nella sesta giornata dal contatto a rischio, per esempio, va fatto un antigenico qualitativo e non un quantitativo che deve essere fatto al nono giorno. Il molecolare anche al quinto giorno».

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