Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
sabato 20 aprile 2024  | aggiornato alle 00:06 | 104705 articoli pubblicati

Per i tecnici Natale in lockdown Ma i ristoranti devono saperlo in tempo

Il Cts ha invitato il Governo ad introdurre misure severe da zona rossa o arancione dal 20 dicembre in tutta Italia rafforzando i controlli ed evitando assembramenti sia in luoghi pubblici che domestici. All'orizzonte fatturati che si dimezzeranno nel periodo dicembre-febbraio dopo un crollo di oltre il 50% nei primi 10 mesi dell'anno.

15 dicembre 2020 | 08:49
Per i tecnici Natale in lockdown
Ma i ristoranti devono saperlo in tempo
Per i tecnici Natale in lockdown
Ma i ristoranti devono saperlo in tempo

Per i tecnici Natale in lockdown Ma i ristoranti devono saperlo in tempo

Il Cts ha invitato il Governo ad introdurre misure severe da zona rossa o arancione dal 20 dicembre in tutta Italia rafforzando i controlli ed evitando assembramenti sia in luoghi pubblici che domestici. All'orizzonte fatturati che si dimezzeranno nel periodo dicembre-febbraio dopo un crollo di oltre il 50% nei primi 10 mesi dell'anno.

15 dicembre 2020 | 08:49
 

Dopo una riunione fiume il Cts ha espresso il suo parere sulle feste invitando il Governo a prendere provvedimenti “finalizzati all’inasprimento delle misure” utilizzando le misure previste per le zone rosse e arancioni. Tutto mentre l'ultimo bollettino registra 14.844 nuovi casi, +0,8% rispetto al giorno prima, mentre i decessi odierni sono 846, +1,3% (ieri erano +491), per un totale di 65.857 vittime da febbraio.

Scenario quello previsto dal Cts che non fa bene sperare i ristoranti già abbastanza in ginocchio nonostante nel verbale dei tecnici non si parli di chiusure specifiche. La speranza è che, per una volta, si prendano decisioni mirate e non generiche e senza particolari scrupoli come fatto nei precedenti decreti. Una speranza che, appunto, nutrono i ristoratori; uno studio di Fipe su dati Istat ha evidenziato una perdita di fatturati superiore al 50% nel periodo gennaio-ottobre e una previsione di fatturati dimezzati nel segmento dicembre-febbraio. C'è chi ha fatto peggio perchè il 4% delle attività chiuse in autunno non ha nessuna speranza di riaprire.

Un disastro annunciato, determinato dal clima di sfiducia che si è venuto a consolidare durante l’autunno quando solamente il 15,1% delle imprese della ristorazione e dell’accoglienza ha potuto restare completamente aperto, lavorando a pieno regime pur in un contesto di generale debolezza dei consumi. La stragrande maggioranza ha invece dovuto fare i conti con una limitazione della propria attività, confinata spesso al solo asporto e ad un po' di food delivery almeno per chi ha deciso di farlo.

Verso il Natale in lockdown? Per gli esperti serve rigore

Dpcm Natale sbugiardato, ancora una volta
Il Dpcm Natale sembrava essere uno strumento chiaro, deciso, studiato sul medio termine e declinato a seconda delle varie situazioni regionali e stando alla particolarità dei giorni festivi. Poi, subito le polemiche e le richieste di ammorbidire alcune delle misure (come quelle degli spostamenti tra comuni); ma proprio mentre si andava verso una circolazione più libera ecco il dietrofront. Sono tre i punti fondamentali inviati dal Comitato Scientifico all'esecutivo, dopo l’introduzione in cui si spiega la situazione anche partendo da quanto detto nel monitoraggio della Cabina di regia. Il primo riguarda il potenziamento dei meccanismi di controllo per garantire le norme in vigore. I tecnici in premessa parlano di coinvolgimento “massivo” delle forze dell’ordine.

Il secondo segnala che le misure devono evitare l’aggregazione incontrollata delle persone sia nei luoghi aperti al pubblico che a domicilio. Infine si dice che la zona gialla, nella quale saranno praticamente tutte le Regioni da sabato 20, non basta, visto che si chiedono misure più dure scelte tra quelle indicate dall'articolo 3 Dpcm del 3 dicembre scorso. Il senso è che devono essere adottate le previsioni pensate per le zone rosse oppure arancioni. I tempi deve deciderli ovviamente il governo.

Al di là della nebbia che sembra comunque aleggiare su Palazzo Chigi, e di riflesso su tutti i cittadini - quando in Germania ci hanno messo un'ora per decidere come chiudere, quando chiudere e come aiutare le imprese - resta forte il problema per bar e ristoranti di organizzarsi in tempo per aprire quando necessario e chiudere quando doveroso senza perdite. Le istituzioni ancora non hanno afferrato che per aprire e chiudere un locale non basta premere su un interruttore. I gestori di bar e ristoranti hanno il diritto di sapere cosa il Governo abbia intenzione di fare per tempo perchè la merce va ordinata, lavorata, preparata e poi ha delle scadenze, delle metodologie di coservazione ben precise. Per non parlare dell'organizzazione del personale che magari - tra le molteplici difficoltà negli spostamenti - devono attraversare tutta Italia per tornare sul posto di lavoro.

Due giorni per rimettere in moto un ristorante

Per un ristorante servono almeno due giorni di lavoro per rimettere in moto la macchina operativa e quando in ballo ci sono le festività natalizie che richiedono preparazioni e organizzazioni più maestose la necessità di sapere se si potrà aprire o meno è ancor più urgente. Anche perchè nessuno ad ora può sapere se ci saranno e in che misura gli aiuti, quei famosi ristori che già vengono richiesti ora considerato che comunque le festività 2020 non produrranno i soliti fatturati.

Pregliasco: Ristoranti più sicuri di un pranzo casalingo in famiglia
Ristoranti che, intanto, continuano a chiedere di restare aperti facendo leva sulla loro sicurezza che deriva da un rispetto rigido di protocolli molto severi. Tesi sostenuta anche dal virologo Fabrizio Pregliasco: «Tra una passeggiata tra i negozi con la mascherina e un pranzo in famiglia è più pericoloso il pranzo. Le diverse restrizioni agli spostamenti infatti sono state pensate per sfavorire questa modalità dello stare insieme. Tant'è che nel manuale, tutto in costruzione, delle procedure di controllo, si era detto che potesse essere meglio tenere aperti i ristoranti perché lì c'è un protocollo e un'attenzione maggiore rispetto alle case, dove si abbassano le difese tra conviventi o parenti».

Speranza: Evitare una terza ondata
«La mia opinione - ha detto ministro della Salute Roberto Speranza - è chiara: le nuove misure ci possono aiutare soprattutto nelle settimane delle vacanze di Natale ad evitare una terza ondata a scongiurare una nuova recrudescenza. Sono numeri ancora molto significativi. E' vero che nelle ultime settimane c'è stata una lieve flessione, dovuta alle misure adottate. Però la battaglia non è assolutamente vinta e ci vuole ancora tantissima cautela. Ci vuol poco a tornare indietro e a vanificare gli sforzi fatti nelle ultime settimane».

Conte: Necessarie altre restrizioni
Il premier Giuseppe Conte in un'intervista alla Stampa ha detto: «Abbiamo già predisposto un piano dedicato alle festività natalizie, anche alla luce dei suggerimenti del Comitato Tecnico Scientifico. Ora si rende necessaria qualche ulteriore misura restrittiva. Ci stiamo riflettendo in queste ore. Dobbiamo scongiurare a ogni costo una terza ondata, perché sarebbe devastante anche sul piano della perdita di vite umane. La situazione è delicata, il sistema delle zone e la suddivisione delle regioni in base ai colori sta dando risultati. Abbiamo evitato un lockdown generalizzato, misura estrema alla quale ora è costretta la Germania e anche altri Paesi come la Gran Bretagna e l'Olanda. Per fortuna, con queste misure ben calibrate e circoscritte, noi stiamo reggendo bene l'urto di questa seconda ondata. Ovviamente mi addolora il numero dei decessi, che rimane elevato».

L'arrivo di misure più rigide sembra dunque essere una certezza, anche se - a differenza della Germania, da domani in lockdown nazionale - la curva epidemiologica sta scendendo. Ed è proprio questa, in estrema sintesi, la questione emersa durante la riunione del Comitato tecnico scientifico con il premier Giuseppe Conte, i capi delegazione delle forze di maggioranza e la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese.

© Riproduzione riservata STAMPA

 


Fonte Margherita
Fratelli Castellan
Molino Spadoni

Fonte Margherita
Fratelli Castellan
Molino Spadoni

Mulino Caputo
Giordana Talamona