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I come e i perché del Coronavirus Ecco i più aggiornati dati scientifici

Il Journal of American Medical Association ha pubblicato uno dei più completi studi disponibili. Sui casi certi la mortalità è appena del 2,3% contro ad esempio il 6,8% dell'influenza negli Usa.

 
26 febbraio 2020 | 16:25

I come e i perché del Coronavirus Ecco i più aggiornati dati scientifici

Il Journal of American Medical Association ha pubblicato uno dei più completi studi disponibili. Sui casi certi la mortalità è appena del 2,3% contro ad esempio il 6,8% dell'influenza negli Usa.

26 febbraio 2020 | 16:25
 

In tempi di emergenza è importante essere informati e, soprattutto, è importante ottenere e diffondere le giuste informazioni, mettendo al bando ogni forma di allarmismo ingiustificato e incivile irrazionalità. Un articolo pubblicato il 24 febbraio sulla autorevole rivista scientifica Journal of American Medical Association può aiutarci in questo proposito, in quanto fornisce una chiara e oggettiva visione della situazione attuale in merito alla infezione da Coronavirus, mediante una analisi dei dati fornita dal Chinese Center for Disease Control.

Il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie ha pubblicato un rapporto con i dati aggiornati sull'incidenza del Coronavirus - I come e i perché del Coronavirus Ecco i più aggiornati dati scientifici

Il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie ha pubblicato un rapporto con i dati aggiornati sull'incidenza del Coronavirus


Al momento della pubblicazione dell’articolo erano stati registrati un totale di 72.314 casi (per la situazione attuale vedi qui). Di questi, circa il 60% è rappresentato da casi sicuramente positivi, cioè quelli basati sulla positività al test. Per la restante parte si tratta di pazienti per i quali l’infezione da Coronavirus è considerata sospetta e probabile, in base ai sintomi e alla storia di esposizione al virus stesso, ma in assenza di conferma derivante dal tampone (le cui disponibilità già da tempo scarseggiano in tutto il mondo).  

I come e i perché del Coronavirus Ecco i più aggiornati dati scientifici

Curva epidemica dei casi confermati di Coronavirus


Altro importante dato è quello riguardante la severità della malattia causata dal Coronavirus. Nell’81% dei casi, infatti, i sintomi provocati sono stati classificati come di entità lieve, ovvero trattasi dei classici sintomi influenzali (febbre, tosse, astenia) o poco più. Il 14%, invece, ha sviluppato sintomi severi, con polmonite e difficoltà respiratorie. Solo il 5% dei casi è stato definito come critico e si tratta di quei pazienti per i quali è stato necessario procedere con cure avanzate in reparti di terapia intensiva. Circa la metà dei casi definiti come critici è andato incontro a morte, mentre non ci sono casi di morti nei pazienti con sintomi severi o lievi.

Il rapporto del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, pubblicato da JamaNetwork.com - I come e i perché del Coronavirus Ecco i più aggiornati dati scientifici

Il rapporto del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, pubblicato da JamaNetwork.com


La mortalità complessiva, considerando solo i casi certi, è del 2,3%, numero di certo non alto, se pensiamo che la comune influenza nel 2019 ha avuto una mortalità del 6,8% negli Stati Uniti (fonte: Center for Disease Control and Prevention). Dato sicuramente importante, però, è che la mortalità connessa al nuovo Coronavirus sale al 14,8% nei soggetti con più di 80 anni ed è dell’8% nei soggetti tra i 70 e gli 80 anni. I bambini sono scarsamente colpiti dal virus e nella fascia di età sotto i 10 anni non sono stati registrati decessi.

Le più importanti scoperte contenute nel rapporto del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie

  • 72.314 casi (all’11 febbraio 2020)
    • Casi confermati: 44.672 (62%)
    • Casi sospetti: 16.186 (22%)
    • Casi diagnosticati: 10.567 (15%)
    • Casi asintomatici: 889 (1%)
  • Età dei casi confermati (44.672)
    • ≥80 anni: 3% (1.408)
    • 30-79 anni: 87% (38.680)
    • 20-29 anni: 8% (3.619)
    • 10-19 anni: 1% (549)
    • <10 anni: 1% (416)
  • Patologie sui casi confermati (44.415)
    • Di lieve entità: 81% (36.160)
    • Gravi: 14% (6.168)
    • Critiche: 5% (2.087)
  • Tasso di mortalità
    • 2,3% (1.023 su 44.672 casi confermati)
    • 14,8% in pazienti ≥80 anni (208 su 1.408)
    • 8% in pazienti dai 70 ai 79 anni (312 su 3.918)
    • 49% nei casi critici (1.023 su 2.087)
  • Personale sanitario contagiato
    • 3,8% (1.716 su 44.672)
    • 63% a Wuhan (1.080 su 1.716)
    • 14,8% casi classificati come gravi o critici (247 su 1.668)
    • 5 decessi


Il COVID-19 si è diffuso rapidamente da una singola città all’intera Cina in soli 30 giorni e, gli autori riportano, la velocità con la quale si è espanso a macchia d’olio ha sorpreso il sistema sanitario cinese, probabilmente, almeno in parte, impreparato ad una simile evenienza. La trasmissione del virus alla specie umana sembra essere originata all’interno del Mercato di Wuhan. Non è un fatto poi così singolare, visto che anche nel caso della SARS del 2002-2003 la trasmissione all’uomo era originata da un mercato nella provincia di Guangdong in Cina tramite una specie di pipistrello.

I sintomi della infezione da COVID-19 non sono molti diversi da quelli di SARS e MERS e anche in quei casi la popolazione anziana era particolarmente colpita e gravata da una alta mortalità. La SARS è stata dichiarata contenuta nel luglio del 2003, mentre la MERS, sorprendentemente, è considerata ancora attiva e ha causato al momento 858 morti in 27 Paesi. Il tasso di mortalità della MERS, ad esempio, è notevolmente più alto di quello del nuovo Coronavirus ed è del 34,4%, sebbene si sia diffusa di meno.

Gli autori dell’articolo, poi, evidenziano come la Cina abbia mostrato una maggiore efficienza rispetto al passato, sia nel riportare alla Organizzazione Mondiale della Sanità i propri casi, sia nel gestire l’emergenza stessa. Nel caso della SARS, per esempio, la Cina ha fatto presente all’OMS dell’esistenza di una nuova infezione solo dopo più di 300 casi confermati e 5 morti, con un ritardo di più di due mesi. Nel caso del COVID-19 il contemporaneo verificarsi dei festeggiamenti per il capodanno cinese, il che significa milioni e milioni di persone in viaggio, ciascuna a contatto per tempi lunghi con numerose altre persone, ha messo in allarme rapidamente il governo cinese, che ha notificato in tempi abbastanza contenuti - una settimana - della presenza di una nuova minaccia e ha messo in atto misure sanitarie e di sicurezza non molto diverse da quelle che stiamo vivendo oggi anche in Italia. Ovviamente, il tempo di incubazione dal contagio e la vastissima entità della popolazione cinese ha comunque provocato numerosissimi casi anche se, al giorno d’oggi, la tendenza del numero di contagi sembra già in diminuzione.  

In definitiva, cosa significa tutto ciò? Cosa aspettarsi? Dai dati riportati sembra che l’infezione da COVID-19 non differisca molto dalle precedenti epidemie degli ultimi anni (tra le quali la MERS, peraltro, è ancora in corso!) in quanto a pericolosità e mortalità. Anche nel caso del Coronavirus i più colpiti sono gli anziani e le persone con gravi patologie ed è verso di loro che la nostra attenzione deve rivolgersi maggiormente. Questo non significa che i più giovani non debbano attenersi alle direttive emanate, ma bisogna farlo con serenità e coscienza, soprattutto per limitare che la diffusione del virus vada a colpire le fasce di popolazione più a rischio.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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