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«Giochiamo a chi fa più tamponi» La partita a scacchi dei Paesi Ue

Influenza o pandemia che sia, la politica c'entra sempre: l'Italia frena i test per placare il panico e allinearsi al resto dell'Ue, Germania e Uk annunciano invece tamponi fatti. Sarà vero?.

di Marco Di Giovanni
 
26 febbraio 2020 | 19:20

«Giochiamo a chi fa più tamponi» La partita a scacchi dei Paesi Ue

Influenza o pandemia che sia, la politica c'entra sempre: l'Italia frena i test per placare il panico e allinearsi al resto dell'Ue, Germania e Uk annunciano invece tamponi fatti. Sarà vero?.

di Marco Di Giovanni
26 febbraio 2020 | 19:20
 

Sembra davvero un gioco di mosse e contromosse quello messo in piedi in Europa per scoprire attraverso il test dei tamponi chi è positivo e chi no al coronavirus. Oggi come siamo messi? Siamo messi che l'Italia tira un po' il freno a mano, rallenta la corsa ai test che, se prima venivano fatti un po' a tutti quelli che camminavano nel raggio di mezzo km vicino ad un sospetto contagiato, da oggi in poi saranno eseguiti solo su chi presenta già dei sintomi.

Insomma, l'Italia pecora nera e ora anche appestata? - «Giochiamo a chi fa più tamponi» La partita a scacchi dei Paesi Ue

Insomma, l'Italia pecora nera e ora anche appestata?

Fatto sta che da giorni a questa parte, a forza di fare test, in Italia i casi hanno continuato ad aumentare e ad aumentare, raggiungendo quota 375 (si aspettano eventuali aggiornamenti) raggiungendo primati mondiali. E subito l'Europa si è dimostrata preoccupata. C'è stato addirittura chi (la Francia di Marine Le Pen, per non lasciare dubbi) ha pensato di chiudere le frontiere, idea fortunatamente sventata dal Governo d'Oltralpe e dagli altri Stati, che pure ci avevano pensato. Ma i controlli si fanno, e anche la quarantena per chi torna da quella landa contagiata, manco fosse il quarto mondo, che è il territorio lombardo-veneto.

Eppure, fra l'altro ieri e ieri sono state sempre di più le voci autorevoli di scienziati delle più note università nel mondo che si sono alzate e si sono fatte sentire ammonendo tutti: se in Italia ci sono così tanti casi di contagi rilevati è solo perché sono stati fatti tanti controlli.

Un clima nel quale il Governo italiano si sente un po' fiero ma anche un po' sfigato. Fiero perché dichiaratamente responsabile, per il resto un po' sotto accusa per aver generato un allarmismo che all'economia italiana ha dato una botta che non sarà facilmente dimenticata. Concentriamoci allora sull'Italia: si scopre che il vero pericolo sta più nel panico che non nell'epidemia. Ed ecco allora Conte che subito frena: «Ridimensioniamo», l'ha chiesto addirittura alla Rai! E i bar riaprono a Milano, e l'OMS tranquillizza che di coronavirus non si muore quasi mai, e le scuole nelle Marche non ha senso chiuderle.

Ma nel frattempo cosa succede nel resto dell'Ue? Non si sa bene. Potrebbe essere una pura coincidenza, potrebbe essere invece quasi una rivalsa contro la brava Italia che ha condannato l'economia del Nord per proteggere la sua popolazione. Fatto sta che magicamente si scopre solo oggi che tanti Stati dell'Unione, che fino a ieri del coronavirus a casa loro non ne parlavano nemmeno (e figuriamoci se di casi lì non ce ne fossero, come dire che dalla Cina all'Italia c'è un teletrasporto che evita il passaggio in tutto il resto d'Europa), sono SETTIMANE che fanno test su test.

Prima di parlare di numeri, ricordiamo che l'Italia fino a ieri sera era a 8mila test effettuati (arrivati intorno ai 10mila nella serata di oggi).

La giornata comincia col Regno Unito: effettuati 7.132 tamponi. Incredibile. Non se n'era mai parlato prima. Ma nulla di allarmante, tutto può essere, non c'è da discutere certo sull'efficenza del Governo di Sua Maestà. Il punto è: quanti casi hanno trovato? 13. Un numero incredibilmente limitato, senza considerare che 4 di questi sono i rimpatriati della crociera Diamond dal Giappone. Quindi, in sostanza, solo 9 casi. E uno già guarito. Sorprendente. San Giorgio protegge gli inglesi. Ma a chi hanno fatto i controlli?

C'è più da storcere il naso per quanto riguarda la Germania. Nel tardo pomeriggio di oggi Walter Ricciardi, membro dell'OMS, ha chiaramente affermato: «In Italia sono stati eseguiti 10mila test per la rivelazione del nuovo coronavirus, contro i meno di mille in Germania e in Francia». Ok, abbiamo quindi un dato... Se non fosse che dalla Germania arriva l'ultima notizia, direttamente dal Robert Koch Institut: «L'istituto non ha ancora messo a disposizione il numero preciso dei test fatti in Germania - spiega il portavoce - riteniamo che ne siano stati fatti diverse migliaia nelle scorse settimane». Diverse migliaia? E ancora... «Non tutti quelli che vengono sottoposti ai test sono però casi sospetti»... Quindi sono stati fatti random?

Se la Germania lascia straniti, la Francia rimane nell'ombra. Paese a noi confinante, preoccupato di eventuali contagi, ha fatto in tutto... solo 475 tamponi. Almeno così è stato detto (e da nessuno contraddetto). Ma, con un numero così esiguo, come può pensare di sapere se ha o non ha il coronavirus in casa? Sarebbe quella la prima preoccupazione da porsi, decisamente più urgente di un'eventuale chiusura delle frontiere. Specialmente perché di quei 475 test, 12 sono risultati positivi. In percentuale un valore molto più alto di quello italiano. E intanto le sfilate a Parigi vanno avanti e nulla si interrompe. Forse la Francia è stata solo più furba di noi.

Giusto a dover di cronaca, il Governo francese ha motivato questo basso tasso di controlli perchè destinati solo a chi soffre già di patologie respiratorie. A dirlo è stato il neo-ministro della Salute francese Olivier Ve'ran: «La Francia aumenterà il numero di laboratori dotati di test diagnostici per poter arrivare a condurre diverse migliaia di analisi al giorno e su tutto il territorio, contro i 400 di oggi». 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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