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La Ristorazione italiana fa gruppo per affrontare la crisi coronavirus

Si chiama “Unione dei brand della Ristorazione italiana” il gruppo nato per affrontare la crisi dovuta all'allarmismo in Italia. L'associazione, di carattere temporaneo, rappresenta mille attività e 10mila lavoratori.

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
27 febbraio 2020 | 18:11

La Ristorazione italiana fa gruppo per affrontare la crisi coronavirus

Si chiama “Unione dei brand della Ristorazione italiana” il gruppo nato per affrontare la crisi dovuta all'allarmismo in Italia. L'associazione, di carattere temporaneo, rappresenta mille attività e 10mila lavoratori.

di Gabriele Ancona
vicedirettore
27 febbraio 2020 | 18:11
 

“Unione dei brand della Ristorazione italiana” è il gruppo appena nato per affrontare l'emergenza in modo collettivo e supportare il capoluogo meneghino e le istituzioni. L’associazione delle aziende, di carattere temporaneo, rappresenta a oggi circa mille attività della ristorazione per un totale di 10mila lavoratori sul territorio. Riunisce 130 tra i principali brand della ristorazione milanese.

Vincenzo Ferrieri - La Ristorazione italiana fa gruppo per affrontare la crisi coronavirus

Vincenzo Ferrieri

Tra i primi promotori dell’iniziativa, Antonio Civita (Panino Giusto), Nanni Arbellini (Pizzium) e Vincenzo Ferrieri (Cioccolatitaliani). «Cresciamo di minuto in minuto: è sorprendente - commenta Ferrieri - Questa iniziativa è la dimostrazione che fare sistema funziona. Anche come cassa di risonanza nei confronti dell’opinione pubblica. Ci siamo dati un duplice obiettivo. Da un lato offrire un contributo economico alla comunità, dall’altro stare vicini alle istituzioni attenendoci a tutti i decreti ministeriali. Un’obbedienza istituzionale che vuole arginare ogni forma di allarmismo». Una brezza di positività che ha tenuto aperto i locali, in ossequio agli orari da coprifuoco, per dare un segnale in una situazione difficile.

Per la cronaca, Unione dei brand della Ristorazione italiana in 24 ore ha raccolto 130mila euro su un conto corrente dedicato a vantaggio di Anpas-Associazione nazionale pubbliche assistenze e Croce Rossa. «Il nostro compito di imprenditori è quello di stare vicini al territorio - annota Ferrieri - Ma il Governo deve essere in grado di aiutare tutti, soprattutto le piccole e piccolissime imprese del settore. Stiamo vivendo un caso eccezionale e bisogna con urgenza correre ai ripari. La filiale di Hong Kong di Deliveroo ci ha segnalato che dopo un mese sul territorio sono state chiuse 15mila attività di ristorazione. Chi ha le spalle grosse ha più tempo per resistere. E la media, qui da noi, è di 30-45 giorni». La media, però.

Andrea Graziano e lo staff di Fud - La Ristorazione italiana fa gruppo per affrontare la crisi coronavirus
Andrea Graziano e lo staff di Fud

«Ci sono locali che rischiano di chiudere in una settimana - interviene Andrea Graziano, fondatore di Fud Bottega Sicula, insegna con ristoranti a Milano, Palermo e Catania - A Milano la situazione è drammatica. Noi abbiamo 40 dipendenti e in pochi giorni abbiamo già portato a casa una flessione del 70% con le spese che rimangono invariate. Altri sono passati da 200 a 6 coperti. Il prossimo weekend sarà decisivo. Oltretutto la politica e i mezzi di comunicazione hanno gestito malissimo questa situazione. Il Giornale di Sicilia ha titolato “Il virus è a Palermo”, per poi scoprire che due dei tre turisti sono già guariti e la terza è senza febbre e in buone condizioni di salute. Ed era stato chiesto ai giornali di abbassare i toni. Come se non bastasse, alcol sul fuoco l’ha buttata il presidente di Regione Lombardia, mettendosi una mascherina, pure non idonea, in diretta. A Londra non le indossano nemmeno in ospedale!».

Per combattere questo scoramento e fronteggiare la psicosi collettiva, Graziano ha dato vita a una campagna Instagram che punta decisa sull’ironia: sei consigli scanzonati per rimettere in moto l’ottimismo e l’economia. Così il consiglio di lavare spesso le mani viene accompagnato dalla popolare scena del film di Woody Allen "basta che funzioni" e quello di tossire nel gomito dal celebre gesto del calciatore Pogba, limitare il contatto fisico riprende poi il famoso atteggiamento ipocondriaco di Sheldon Cooper, il protagonista della serie tv "the big bang theory". Una campagna ironica e irriverente che pesca a piene mani dalla cultura pop di film, star dello sport, serie tv e tormentoni. Per la collettività un messaggio a ragion dovuta dissacrante, che oggi però deve correre a folle velocità in contromano. Questo è il paradossale buon senso del momento.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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