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Coronavirus, Bergamo e Brescia esauriscono i posti in ospedale

Non c'è più possibilità di accoglienza, la capienza è al massimo negli ospedali delle due province più colpite da coronavirus in Italia. Lo ha comunicato l'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera, che ha anche lanciato un appello: «Chiunque nel mondo abbia respiratori, ce li mandi». Bertolaso commissario per l’emergenza sanitaria in Lombardia.

14 marzo 2020 | 19:06
Coronavirus, Bergamo e Brescia 
esauriscono i posti in ospedale
Coronavirus, Bergamo e Brescia 
esauriscono i posti in ospedale

Coronavirus, Bergamo e Brescia esauriscono i posti in ospedale

Non c'è più possibilità di accoglienza, la capienza è al massimo negli ospedali delle due province più colpite da coronavirus in Italia. Lo ha comunicato l'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera, che ha anche lanciato un appello: «Chiunque nel mondo abbia respiratori, ce li mandi». Bertolaso commissario per l’emergenza sanitaria in Lombardia.

14 marzo 2020 | 19:06
 

Uno dei momenti più temuti di questa crisi è arrivato: Brescia e Bergamo hanno fisicamente esaurito la loro capacità di accoglienza. Si tratta delle due città più colpite dall'epidemia. A dare la notizia è stato l'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera. Accanto a questa tragica notizia, altre due di oggi: la morte di un operatore dell'Areu, deceduto a 47 anni (il tampone non ha però ancora confermato il decesso per l'infezione virale) e la piena crisi dell'ospedale di Cremona.

L'ospedale di Bergamo, la provincia più colpita in Italia - Coronavirus, Bergamo e Brescia esauriscono i posti in ospedale

L'ospedale di Bergamo, la provincia più colpita in Italia

Complessivamente nelle terapie intensive lombarde sono stati trattati 1064 pazienti, ne sono stati dimessi in tutto 149, ovvero solo il 10%: questo dato testimonia che hi ha contratto la malattia necessita di una permanenza lunga con cure da rianimazione. Di quelli passati in Utic sono 145 i deceduti.

Gallera ha anche spiegato che la Regione sta pensando di ampliare ancora la sua struttura, ricavando due piani per la cura degli infetti al San Carlo di Milano e altri reparti al Policlinico e al Niguarda, con 90-130 posti. Resta un problema però il reperimento dei macchinari respiratori, per il quale l'assessore ha fatto un appello: «Se qualcuno nel mondo ce ne dà anche 30, 40 o 50 noi possiamo aprire questi altri reparti».

Una situazione catastrofica, quindi, testimoniata anche dalle undici pagine degli annunci mortuarti su L'Eco di Bergamo, undici, rispetto alle solite tre. Tutte caratterizzate da una costante, la parola "improvviso". Persone andate via, morte "all'improvviso". Fotografie di donne e uomini dai visi sorridenti, colpiti da quello che i familiari di Mario, 81 anni di Valbrembo, definiscono «un male oscuro che imperversa senza pietà».

Negli annunci non viene mai nominato il coronavirus. Pare quasi ci sia paura anche solo a nominarlo (proprio come un tempo si alludeva al tumore con la formula "male incurabile"). La morte data poi dal virus sembra raddoppiare la sofferenza: non è previsto infatti per decreto il conforto religioso, le messe in suffragio dei deceduti sono tutte in data da destinarsi. Rende bene l'idea nelle parole degli amici di Gianangelo di 68 anni: «Non abbiamo parole per ciò che è successo e non possiamo neppure abbracciarvi e consolarvi».

Guido Bertolaso arriva intanto sulla plancia di comando regionale per condurre la battaglia contro il virus in Lombardia. Il governatore Attilio Fontana ha deciso di arruolare l’ex direttore della Protezione civile tra i suoi consulenti, con l’intenzione palese di schierarlo proprio sul fronte dell’emergenza sanitaria. L’annuncio ufficiale arriverà probabilmente lunedì.

 

Bertolaso, ora in volo verso l’Italia proveniente dal Sudafrica e prima ancora dall’Australia, è stato direttore della Protezione civile per nove anni, dal 2001 al 2010 e per due fu sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con il compito di gestire l’emergenza rifiuti in Campania, è stato commissario straordinario anche per il terremoto a L’Aquila. Finì sotto inchiesta per gli appalti del G8 che avrebbe dovuto svolgersi a La Maddalena (poi spostato proprio a L’Aquila) con l’accusa di scambi di favori con alcuni imprenditori. Ma otto anni più tardi, nel 2018, venne assolto perché «il fatto non sussiste». Nel 2016 era stato anche considerato come possibile candidato sindaco di Roma per il centrodestra. Ma poi Fratelli D’Italia optò per una propria candidatura e l’accordo con Lega e Forza Italia sfumò e Bertolaso si ritirò.

 

 Dall’inizio dell’emergenza Covid-19 il suo nome aveva ripreso a rimbalzare come potenziale punto di riferimento della Protezione civile nazionale, ma ora rientra in scena – proprio su questo fronte – ma nell’epicentro dell’epidemia e dello scontro politico in atto: la Lombardia.

 

 


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