Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
giovedì 28 marzo 2024  | aggiornato alle 17:42 | 104247 articoli pubblicati

Cronache da ghetto Il giro visite di mamma al mattino

Avete presente quando siete invitati al pranzo di Natale con tutti i parenti e avete quell'emozione che però è anche un po' non veder l'ora di tornarsene a casa? Ecco, a noi la quarantena sembra anche così.

 
21 marzo 2020 | 20:11

Cronache da ghetto Il giro visite di mamma al mattino

Avete presente quando siete invitati al pranzo di Natale con tutti i parenti e avete quell'emozione che però è anche un po' non veder l'ora di tornarsene a casa? Ecco, a noi la quarantena sembra anche così.

21 marzo 2020 | 20:11
 

Sta finendo la seconda settimana di quarantena e dal fronte non perviene alcuna novità rilevante. No news, good news dicono gli americani e in effetti di questi tempi il motto che circola in famiglia alla sveglia mattutina è proprio questo. “Stai bene?” detto con un velo di preoccupazione negli occhi è la frase che mia madre pone a tutti, a uno a uno, non appena ci vede alzati dal letto. Una sorta di “giro visite” dei medici nelle camere degli ospedali, ma con una quantità d’amore in più che fa tutta la differenza di questo mondo.

Cronache da ghetto Il giro visite di mamma al mattino

Poi, c’è lo scatto ai cellulari. Prima della Quarantena - diciamocelo - non vedevamo l’ora che sullo schermo comparisse qualche notifica di qualunque tipo. Un messaggio, un like, una telefonata, una videochiamata. Ora, invece, la speranza è che quello schermo rimanga intonso a mostrarci l’orario e la foto di sfondo che ci ricorda di qualche bella vacanza o di qualche volto al quale siamo particolarmente legati.

Già, il pensiero per gli altri. Abbiamo riscoperto quanto sia più ansioso temere per il prossimo piuttosto che per noi, quanta agitazione possa provocare pensare ad un caro senza poterlo raggiungere fisicamente e continuando ad immaginare che da un momento all’altro possa arrivare la notizia che è in ospedale o chissà cosa. Noi in questo fortino di quarantena siamo in cinque, ma il sesto componente - mio fratello maggiore - vive da solo e sta continuando a lavorare, per altro in una zona rossa come quella di un noto ospedale della città. Grande e vaccinato sì, ma di questi tempi lo leggo nelle facce di tutti noi che sarebbe bello se anche lui fosse qui. La vista ripaga le ansie del cuore.

Perché il coronavirus contagia anche la mente e sfonda le fragili barriere che nell’epoca dell’immortalità dell’uomo abbiamo pensato di erigere. E allora la preoccupazione diventa forte pensando alla salute degli altri, ma anche pensando alla preoccupazione degli altri. Questa mattina ho sentito lo sconforto nelle parole di una persona a cui tengo molto che stava cercando di incoraggiare amici i quali avevano genitori in punto di morte per il maledetto virus. Pervaso dall’impotenza e dall’impossibilità di muovermi come tutti, sono rimasto senza parole, nemmeno quelle di circostanza. E mi sono sentito inutile. Forse è proprio l’impotenza e la solitudine a crearci il maggior disagio. Per provare a scacciarle, mamma ha sanificato la cucina per la volta numero 73 e passato i pavimenti per la volta numero 114. Poi però si è concessa un paio d’ore di film.

Nelle precedenti puntate:

Cronache da ghetto
Ma cos'è Quarantena, Natale?

Cronache da ghetto
A mia sorella manca la scuola

Cronache da ghetto
Piacere, sono il coronavirus

Cronache da ghetto
La fortuna di avere un cane

Cronache da ghetto
Noi, come la Nazionale del 2006

Cronache da ghetto
Mia madre sperimenta il mutismo

Cronache da ghetto
Smart working e faccende di casa

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali
       


Roner
Consorzio Barbera Asti
Cantine Collalto
ros

Roner
Consorzio Barbera Asti
Cantine Collalto

ros
Mulino Caputo
Delyce