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Ancora nuovi contagi in Lombardia E il virus c'era già da Natale?

Doccia fredda del Governatore Fontana che annuncia 2500 nuovi casi. Per una ricerca del Direttorato della Sanità della Regione il Coronavirus era in Lombardia almeno dal 1° gennaio. Lo studio è sul sito ArXiv, ma nessun politico ne ha fatto cenno. Con tamponi per tempo a medici e infermieri avremmo risparmiato questo massacro.

di Alberto Lupini
direttore
 
26 marzo 2020 | 15:24

Ancora nuovi contagi in Lombardia E il virus c'era già da Natale?

Doccia fredda del Governatore Fontana che annuncia 2500 nuovi casi. Per una ricerca del Direttorato della Sanità della Regione il Coronavirus era in Lombardia almeno dal 1° gennaio. Lo studio è sul sito ArXiv, ma nessun politico ne ha fatto cenno. Con tamponi per tempo a medici e infermieri avremmo risparmiato questo massacro.

di Alberto Lupini
direttore
26 marzo 2020 | 15:24
 

Lottimismo di questi ultimi giorni era forse infondato: in Lombardia il contagio prosegue alla grande e i tanti troppi sorrisi dell’assessore regionale Giulio Gallera (meglio che non pensi per ora a candidarsi a sindaco di Milano) era meglio risparmiarli. A gettare acqua sul fuoco è stato lo stesso Governatore Attilio Fontana che secondo cui oggi i numeri non sono belli, il numero di contagiati è aumentato un po' troppo rispetto alla linea dei giorni scorsi, siamo sui 2.500. Noi speravamo non si verificasse un aumento di questo genere ma dovremo ora valutare e capire se si è trattato di un fatto eccezionale o se invece il trend dell'aumento ricomincia e in questo caso sarebbe abbastanza imbarazzante». Ma questo non dovrebbe essere l’unico imbarazzo del Governatore che non ha speso una sola parola rispetto allo studio che certificherebbe che già nelle festività Natalizie il coronavirus era ben presente in Lombardia.

Ancora nuovi contagi in Lombardia E il virus c'era già da Natale

Già. Se l’enorme diffusione dell’epidemia in Lombardia (a tassi superiori a quelli della Cina) aveva suscitato da tempo molti dubbi sulla reale data d’inizio dei contagi, ora purtroppo ci sono dati che rimettono in discussione tutta la gestione dell’emergenza fin dall’inizio. Al di là del trovare il paziente 1 o il primo “untore” (che sarebbe stato un inconsapevole tedesco), molti ricercatori si erano non casualmente posti il problema di capire da quando, realmente, il virus circolava. Ora sembra però che le cose comincino ad essere un po’ più chiare. Almeno dal 1° gennaio il coronavirus avrebbe cominciato a circolare in Lombardia e avrebbe continuato a farlo in modo sommerso per oltre un mese e mezzo prima della diagnosi del paziente 1 di Codogno, avvenuta il 20 febbraio. E questo “almeno” lascia aperta la strada a ricomprendere i tanti “influenzati” delle settimane precedenti il Natale con sintoni polmonari evidenti. A rendere pubblica la notizia è Nature che cita, senza avere avuto finora smentite, la ricerca pubblicata sul sito ArXiv e condotta da 14 centri con il coordinamento del direttorato generale della Sanità della Regione Lombardia.

«L’epidemia in Italia è rimasta sconosciuta per settimane - scrive la rivista Nature, commentando la ricerca sul suo sito - è cominciata molto prima del 20 febbraio 2020. Al momento dell’identificazione del primo caso di Covid-19 si era già diffusa in molti comuni della Lombardia meridionale», si legge nell’articolo. Una conferma viene anche dal fisico Giorgio Parisi, dell’Università Sapienza di Roma secondo cui la ricerca «è un lavoro estremamente interessante che ricostruisce la preistoria del coronavirus in Italia» e da questa emergerebbe che all’inizio i casi sintomatici erano l’80%, contro il 5% di asintomatici e il 15% di casi non chiari, forse con sintomi così leggeri da non dare la sicurezza dell’infezione.

Se passiamo alla ricerca va detto che gli autori hanno ricostruito l’origine dell’epidemia analizzando i dati relativi a 5.830 casi confermati nei laboratori della Lombardia, per i quali erano stati riportati anche i dati relativi alla comparsa dei sintomi. Quindi si è proceduto a ritroso, ricostruendo la catena dei contatti sempre più indietro nel tempo. Sono stati individuati così i casi sporadici comparsi nella regione dal primo al 29 gennaio e poi i casi più frequenti avvenuti dal 30 gennaio al 19 febbraio, con un picco di oltre 60 avvenuto il 18 febbraio. Due giorni più tardi, il 20 marzo, l’epidemia è uscita allo scoperto, con l’identificazione del paziente 1 a Codogno.

Attilio Fontana - Ancora nuovi contagi in Lombardia E il virus c'era già da Natale

Attilio Fontana
La ricerca ha inoltre stimato che inizialmente il tasso di riproduzione sarebbe è stato di 3,1, vale a dire che ogni persona con l’infezione ne poteva contagiarne 3,1, e ha cominciato a decrescere dopo il 20 febbraio. Nella fase iniziale, inoltre, l’epidemia si sarebbe diffusa in modo esponenziale, con un raddoppio dei casi in media ogni tre giorni a Bergamo (3,5 giorni), Codogno (3,4 ) e Cremona (2,6).

Tornando all’intervento odierno di Fontana va detto che il Governatore ha anche replicato a quanti, a suo dire solleverebbero «una serie di polemiche assolutamente infondate, che contribuiscono ad alimentare insicurezza e angoscia nei cittadini. Questo non mi va bene e non è accettabile. Faccio riferimento alla questione dei tamponi sui quali si stanno facendo delle speculazioni vergognose. La Regione Lombardia - ha sottolineato Fontana - e oggi il ministro Speranza lo ha ribadito, ha rigorosamente seguito i protocolli dettati dall'Iss e dall'organismo scientifico che collabora col ministero. La disposizione è che i tamponi devono essere riservati ai sintomatici. Tutti gli altri tamponi sono ritenuti addirittura fuorvianti. La Lombardia è stata la regione che ha fatto il maggior numero di tamponi nel nostro Paese e abbiamo rispettato rigorosamente quello che ci è stato dettato dai massimi istituti di sanità italiani.

Peccato aggiungiamo noi, che ai medici e agli infermieri i tamponi si sarebbero potuti fare da subito per disposizione regionale. Salvando un po’ di vite del personale sanitario ed evitando nuovi contagi. Ma questo, il Governatore della mascherina un giorno si e uno no, non lo dice…

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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