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La politica del covid affonda Le Regioni sono nel caos

Governo e Regioni continuano a rimbalzarsi responsabilità arrivando sempre tardi a prendere decisioni che risultano poi inefficaci. Il caso Sardegna è l'ultimo emblema di un Paese allo sbando. Si sta discutendo su come controllare i turisti che lasciano l'isola o che ci arrivano, ma ormai l'estate è finita.

di Federico Biffignandi
27 agosto 2020 | 14:47
La politica del covid affonda 
Le Regioni sono nel caos
La politica del covid affonda 
Le Regioni sono nel caos

La politica del covid affonda Le Regioni sono nel caos

Governo e Regioni continuano a rimbalzarsi responsabilità arrivando sempre tardi a prendere decisioni che risultano poi inefficaci. Il caso Sardegna è l'ultimo emblema di un Paese allo sbando. Si sta discutendo su come controllare i turisti che lasciano l'isola o che ci arrivano, ma ormai l'estate è finita.

di Federico Biffignandi
27 agosto 2020 | 14:47
 

Dopo il caos in Lombardia, ora tocca alla Sardegna finire nell’occhio del ciclone per una gestione della pandemia da covid-19 a dir poco imbarazzante. Se all’epoca, nel clou della tragedia, sul banco degli imputati erano finiti i tristemente arcinoti Attilio Fontana e Giulio Gallera, ora tocca al Governatore della Sardegna, Christian Solinas e a quello del Lazio, Nicola Zingaretti. Ma a preoccupare ancor di più è il fatto che in entrambe le situazioni (e in tutte quelle che sono conseguite da fine febbraio ad oggi) il Governo sembra non avere ruolo perchè la sanità in Italia è frazionata e gestita dalle Regioni, che sembrano a volte fare a gara a chi libera o blocca di più. Il Governo è come il costante anello debole di una catena che si è spezzata da tempo e che solo in caso di lockdown sembra avere un ruolo. Sta di fatto che l'Italia sembra allo sbando e ogni Regione si inventa strategie mettendo qua e là una pezza, alimentando solo il caos.

Nicola Zingaretti e Christian Solinas - La politica del covid affonda Le Regioni sono nel caos

Nicola Zingaretti e Christian Solinas

La questione della Sardegna è ormai chiara: i focolai sono concentrati essenzialmente fra Porto Cervo e Porto Rotondo e di lì è partito il contagio, che ora sembra preoccupare l’Italia intera: al di là dei ricoverati nell'isola (ancora pochi) si devono aggiungere i turisti che hanno lasciato la Sardegna e sono stati trovati positivi al ritorno a casa. I turisti positivi ripartiti dall’isola sarebbero più di 300, ben oltre il 20% dei 1.367 contagiati mercoledì in Italia, ma sempre numeri che creano un allarme forse esagerato, quasi che in Veneto, in Romagna in Puglia non ci siano contagiati. E soprattutto perchè ci si accorge di questi solo a fine agosto, quando la gran parte dei turisti è già rientrata casa?   



La movida in Costa Smeralda del resto si è svolta come tutti gli altri anni, con i vip che si sono assembrati nei locali più “in” di Porto Cervo e Porto Rotondo - come il Billionaire e il Sottovento - senza rispettare le linee guida anti contagio ma - elemento grave - questo è avvenuti senza che nessuno controllasse. Dove erano le forze dell’ordine? Dove era la Regione? Dove era il Governo? Qualcuno è stato responsabile e oggi dovrebbe pagare pegno. Ora molti volti noti si ritrovano positivi al covid annunciandolo sui social con tanto di fare stupito. Non è una coincidenza, ma una conseguenza quasi matematica di un atteggiamento irresponsabile di gestori e istituzioni cittadini. Governo e Regioni continuano a rimbalzarsi le responsabilità, perdono tempo e credibilità nel cercare accordi che, se e quando arrivano, sono fasulli, inefficienti e pure già superati rispetto a nuovi scenari che nel frattempo si sono generati. Ritorna in mente la Lombardia con gli ospedali da covid di Milano e Bergamo costruiti e osannati come soluzione al problema, ma utilizzati solo con poche decine di pazienti.

Nel caso della Sardegna è ancora peggio. Perchè quanto è avvenuto era già scritto e prevedibile. Se apri le discoteche e non controlli, se permetti ad ogni yacht di far sbarcare chi vuole (magari proveniente dalla Spagna), cosa ti puoi aspettare?  L’ultimo balletto riguarda Sardegna, Lazio e ovviamente ancora il Governo. Si sta cercando un accordo su come controllare i turisti in partenza e quelli di rientro, con il Lazio che chiede un protocollo ad hoc e la Sardegna che invece ne cerca uno uguale per tutte le altre regioni. Viene da chiedersi quale sia il senso di una discussione tanto serrata, soprattutto dando un’occhiata al calendario che oggi segna giovedì 27 agosto; di fatto le vacanze sono finite per la maggior parte degli italiani. Gli ultimi rientreranno dalla Sardegna entro la fine di questa settimana quando, siamo pronti a scommettere, ancora non sarà stato trovato alcun accordo. Il covid di rientro dalla Sardegna insomma è già fuori controllo e in giro per l’Italia. Come del resto è quello portato da altre regioni o da chi è stato all'estero. Si è iniziato oggi a tracciare i clienti che quest’estate sono arrivati al Billionaire, ma l’impresa sempre impossibile e - ancora - assai tardiva. Anche perché al momento le ipotesi su come controllare i turisti - nel frattempo terrorizzati dalle notizie che circolano e dalla mancanza di strategia istituzionale - sono da barzelletta.

Si parla di tamponi, quando per farli e per ricevere un esito servono comunque diversi giorni. Si parla di creare traghetti per “appestati” quando il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha fatto capire che trovare un’imbarcazione per tenere in isolamento i migranti in arrivo in Italia sia un’impresa quasi impossibile per mancanza di fondi e di mezzi. E quindi, da dove comparirebbero questi traghetti? E poi si parla di controlli sui traghetti stessi, peccato che al momento il controllo più mirato che viene fatto all’imbarco e allo sbarco sia la misurazione della temperatura con il termoscanner (quando lo fanno). Eppure, per tutti gli altri mezzi pubblici come treni e autobus si sta togliendo il distanziamento, mentre per i traghetti vigono ancora regole quantomeno “naif”, come sempre all’insegna del “vale un po’ tutto”.

Viene da chiedersi in che mani ci troviamo e viene pure da rispondersi senza troppi dubbi: possiamo ancora permetterci che le Regioni agiscano ognuna per conto suo col fischio di portare al naufragio l'Italia? Anche perché tutto il rumore che si sta facendo sulla Sardegna sa di pretesto. Come si può pensare che nelle altre regioni ad altissima vocazione turistica non stia avvenendo lo stesso? Possibile che una Puglia non registri un rialzo dei contagi? Troppo facile puntare il dito su casi singoli sbandierando poi un lavoro di rimedio ad un problema creato dalla stessa incapacità di chi lo ha provocato (sempre il Governo assente, sempre le Regioni in autonomia). L’estate avrebbe potuto essere l’occasione per impostare una ripartenza sicura e di aiuto all’economia italiana, puntando su turismo e ristorazione, e invece nulla di tutto ciò, anzi. Altro giro, altra occasione persa. E intanto il baratro - economico, sociale, politico e umanitario - si fa sempre più profondo.

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