La
Pasqua sarà in rosso, e lo sappiamo.
Ma dal 6 aprile in poi? A deciderlo è il consueto
monitoraggio del venerdì fatto dal
ministero della Salute sui dati raccolti dall'
Istituto superiore di sanità (Iss) per cui l'Rt nazionale è sceso a 0,98 rispetto all'1,08 della scorsa settimana per un'incidenza di 232 casi ogni 100mila abitanti. Dati che ridisegnano i
colori della Penisola che ora si prepara al mini-lockdown festivo.
OggiVeneto e Campania sperano nell'arancione
Pochi cambi di colore, tutti dopo il 6 aprile
Fra i cambi di
tonalità c'è il
Veneto: «Ho parlato con il ministro Roberto Speranza. Farà una verifica se partiremo (con l'arancione,
ndr) da martedì o mercoledì. Il dettaglio lo definiremo dopo. Se si anticipa di un giorno, sarà utile anche in prospettiva delle riapertura delle scuole», aveva affermato
Luca Zaia, governatore del Veneto, prima della decisione ufficiale che da martedì 6 aprile riporta la Regione all'arancione. Stesso passaggio per le Marche e la provincia autonoma di Trento.
I due territori vanno così ad aggiungersi ad Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Molise, Sicilia, Sardegna, Umbria e Provincia autonoma di Bolzano. In rosso rimangono Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta.
La difficile situazione dei territori
Ma certo le situazioni a livello
locale sono meno omogenee di quanto si possa pensare. La
Basilicata è alle prese con diversi focolai e un Rt di nuovo in crescita. In
Liguria, il presidente
Giovanni Toti ha disposto la zona rossa nelle provincie di Imperia e Savona fino all'11 aprile. In
Piemonte, nonostante una curva di contagio in calo dopo cinque settimane, il governatore
Alberto Cirio, ha imposto la chiusura dei
supermercati a Pasqua e Pasquetta e il divieto di raggiungere le seconde case per i proprietari che vivono in un'altra regione. Per quanto riguarda la
Sardegna, scatta la zona rossa in 13 Comuni dalla mezzanotte. Tra questi anche Pula, nota località turistica del sud ovest dell'isola che entra in zona rossa fino al 16 aprile.
Attenzione agli spostamenti
Come detto in apertura, però, per i prossimi tre giorni tutto il Paese dovrà sottostare alle
regole della zona rossa per evitare che il periodo festivo possa coincidere con un abbassamento del livello di
guardia. Detto diversamente, una serie di divieti porterà le lancette indietro di un anno. A partire da quello relativo agli
spostamenti. A seguito della riunione del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza presieduta dal ministro dell'Interno,
Luciana Lamorgese il Viminale stringerà le maglie dei controlli su aree urbane, parchi, litorali, arterie autostradali, stazioni, porti e aeroporti.
Coldiretti: così i ristoranti perdono 1,7 miliardi
Ma quali saranno gli effetti di queste nuove
limitazioni? Secondo la Coldiretti, con le misure restrittive anti-contagio previste per tutto il mese di aprile, ossia ben oltre il lockdown di Pasqua che già è una mazzata, sono oltre un milione di tonnellate i cibi e i vini
invenduti dall'inizio della pandemia per i crollo delle attività di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi, mentre il lockdown pasquale costerà ai
ristoranti 1,7 miliardi alle circa 360mila attività che non potranno aprire.
Il bollettino del 2 aprile
Nel giorno del monitoraggio, il
bollettino sulla pandemia parla di 21.932 nuovi casi di Coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore; in calo rispetto ai 23.649 di ieri. Sale così ad almeno 3.629.000 il numero di persone che hanno contratto il
virus da inizio pandemia. I decessi odierni sono 481 (ieri sono stati 501), per un totale di 110.328 vittime da febbraio 2020. Per quanto riguarda i tamponi, quelli effettuati nell'ultima giornata sono stati 331.154, ovvero 24.931 in meno rispetto a ieri per un
tasso di positività che rimane costante al 6,6%.
In generale, rispetto al
picco di venerdì 12 marzo (oltre 26mila casi), si è innescata una fase di
rallentamento della pandemia. Ma si tratta pur sempre di una decrescita molto lenta in cui ancora non si vede il contributo dei
vaccini (con le dosi somministrate arrivate a quota 10,5 milioni). Anzi, ora a prteoccupare è la variante brasiliana che assieme a quella inglese risultano molto più contagiose per i bambini e gli adolescenti.