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Il bluetooth per la Fase 2 Apple e Google studiano un’app

I due colossi della tecnologia lavorano per rendere disponibile un sistema che informi gli utenti e gli esperti su eventuali contatti con persone contagiose. Nessun tracciamento fisico tramite Gps per tutelare la privacy.

 
11 aprile 2020 | 11:08

Il bluetooth per la Fase 2 Apple e Google studiano un’app

I due colossi della tecnologia lavorano per rendere disponibile un sistema che informi gli utenti e gli esperti su eventuali contatti con persone contagiose. Nessun tracciamento fisico tramite Gps per tutelare la privacy.

11 aprile 2020 | 11:08
 

In vista di una Fase 2 che dovrebbe scattare il 3 maggio stando al fresco annuncio del Premier Giuseppe Conte uno dei maggiori problemi che gli esperti si stanno ponendo è quello relativo al monitoraggio delle persone quando potranno uscire e riprendere parte dei contatti sociali. La tecnologia in questo dovrebbe giocare una parte importante anche se l’Italia sembra ancora un passo indietro. L’app lanciata (omeglio, recuperata) dalla Regione Lombardia non sembra essere all’altezza della situazione.

Smartphone decisivi per il tracciamento - Il bluetooth per la Fase 2 Apple e Google studiano un’app

Smartphone decisivi per il tracciamento

Nel frattempo, per fortuna, colossi come Apple e Google (coinvolgendo i processori iOS e Android) hanno collaborato per mettere a punto un sistema di tracciamento efficace che utilizza il bluetooth e delle app approvate dalle organizzazioni sanitarie internazionali. Si stabilirà un network volontario di contatti tra le persone, registrando i dati sui telefoni che sono stati a contatto con altri smartphone coinvolti da questo progetto.

Oltre a potersi fidare ad occhi chiusi della strategia da un punto di vista tecnologico, i numeri dei telefoni (e quindi dei cittadini coinvoliti) parla da sé visto che i due processori coprono praticamente la totalità degli smartphone utilizzati. I dati arriveranno naturalmente nelle mani degli esperti, ma è richiesta comunque una partecipazione attiva della cittadinanza dal momento che gli utenti potranno anche indicare se sono stati diagnosticati con il Covid-19. Allo stesso modo, il sistema avviserà gli utenti che si sono trovati in contatto con persone poi risultate positive al virus.

L’entrata in vigore del sistema dovrebbe avvenire giusto per la metà di maggio Questo sistema sarà introdotto a partire da metà maggio da Apple e Google sotto forma di alcune API che le app dovranno implementare. Durante questa fase, gli utenti dovranno comunque scaricare una di queste applicazioni per partecipare al progetto, ma nel corso dei mesi successivi Apple e Google lavoreranno per costruire una funzionalità di tracciamento direttamente nel codice del sistema operativo, facendola diventare una funzione immediatamente disponibile per chiunque possieda un telefono iOS o Android.

E se qualcuno può recriminare il fatto del tracciamento fisico, questo sistema chiarisce ogni dubbio perché utilizza come detto il bluetooth e indica solo il contatto, non si serve del Gps per monitorare gli spostamenti come pensato anche già da Google recentemente.

Durante la prima fase, cioè quella basata sull'utilizzo di un'applicazione, gli utenti dovranno comunque scaricare una di quelle approvate e compatibili con il progetto. Una volta fatto, il telefono ricercherà ogni 5 minuti altri telefoni vicini attraverso l'utilizzo del Bluetooth Low Energy, salvando i bacon identificativi anonimi. Lo farà con tutte le persone, indipendentemente dalla durata e tipologia dell'incontro. Se in seguito una di queste persone indica nell'app di essere positiva al coronavirus, il telefono caricherà nel cloud i contatti avuti negli ultimi 14 giorni, cioè le chiavi anonime relative alle persone incontrate, che a quel punto saranno avvisate con una notifica.

La seconda fase, invece, prevede che questo sistema diventi completamente integrato all'interno di iOS e Android, consentendo di svolgere tutte queste operazioni senza installare altre app. Certo bisognerà capire come evitare eventuali problematiche come i possibili troll, cioè persone che si indicano positive e che potrebbero creare il panico. Così come il sistema potrebbe essere meno efficace nelle zone più povere, dato che si basa su uno standard, il Bluetooth Low Energy appunto, che i telefoni più vecchi non hanno. Il primo iPhone a supportarlo è il 4S uscito nel 2011, mentre Android lo ha introdotto nel 2012.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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