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Calabria, il Tar boccia la Regione Annullata l'ordinanza per riaprire

La decisione del 30 aprile della Governatrice della Calabria di riaprire bar e ristoranti con spazi esterni non è più valida. Lo hanno deciso i giudici del Tar dando ragione al ricorso del Governo.

 
09 maggio 2020 | 15:50

Calabria, il Tar boccia la Regione Annullata l'ordinanza per riaprire

La decisione del 30 aprile della Governatrice della Calabria di riaprire bar e ristoranti con spazi esterni non è più valida. Lo hanno deciso i giudici del Tar dando ragione al ricorso del Governo.

09 maggio 2020 | 15:50
 

Il Ministro Francesco Boccia segna il suo goal: il Tar ha accolto il ricorso del Governo contro la Calabria. L'ordinanza di Jose Santelli che dal 30 aprile avrebbe permesso ai locali l'apertura degli spazi esterni (o come ha detto lei sulla Rai «mettere fuori qualche tavolino») è stata annullata.

Francesco Boccia e Jose Santelli - Calabria, il Tar appoggia il Governo L'ordinanza della Santelli annullata

Francesco Boccia e Jose Santelli

Facciamo un passo indietro, ripercorrendo tutta la vicenda. Dopo il Dpcm del 26 aprile sulla Fase 2, il malcontento di diverse regioni sulle poche "aperture" da parte del Governo si è fatto sentire. Tra le reazioni, quella più decisa, quella più concreta è stata portata avanti da Jose Santelli, che per la Calabria ha disposto a partire dal 30 aprile la riapertura di bar e ristoranti con tavoli all'aperto. Ordinanza che l'esecutivo avrebbe diffidato poiché contraria al Dpcm in vigore dal 3 maggio.

La governatrice della Calabria, dopo i richiami del ministro alle Autonomie Regionali Francesco Boccia e le parole di Giuseppe Conte alla Camera, ha comunque deciso di non tornare sui suoi passi: «Io confermo l'ordinanza. [...] Ho solo aggiunto qualche tavolino fuori», giustificandosi poi così: «Io ho solo fatto un appendice in cui credo fortemente, noi viviamo di servizi e della speranza di salvare la stagione turistica... Siamo una regione fragile».

L'ordinanza quindi è rimasta in piedi, fino ad oggi: il Tar ha dato la sua sentenza in appoggio al Conte 2. Nel ricordo predisposto dall'Avvocatura dello Stato, il Governo ha sostenuto infatti che l'ordinanza regionale contenesse alcune previsioni che «anticipano l'efficacia di disposizioni di allentamento delle misure restrittive in contrasto e contenimento del contagio da Covid-19 che il Dpcm del 26 aprile 2020 introduce solo a partire dal 4 maggio 2020», e inoltre «risulta emanata senza alcuna previa interlocuzione formale con il Governo» e a seguito di «un iter istruttorio lacunoso, privo di alcuna argomentazione scientifica».

Da sottolineare anche che l'ordinanza non è stata ben accolta nemmeno sul territorio. Tante le proteste, tante le ordinanze locali dei sindaci che ribaltavano la decisione della Santelli. E tante anche le proteste da parte dei ristoratori, come quelle della famiglia Abruzzino e dello chef e delegato Euro-Toques per la Calabria Giuseppe Romano.

Prima di questa sentenza, la Regione ha sostenuto l'«inammissibilità del ricorso» del Governo per «difetto di giurisdizione», ritenendo che la controversia ricadeva nella competenza della Corte costituzionale, rimarcando così la «assoluta legittimità» del provvedimento adottato, definito «pienamente conforme ai principi di adeguatezza e proporzionalità richiamati dal dl 19/2020 che richiedono di modulare le misure limitative di prerogative costituzionali al rischio effettivamente presente su specifiche parti del territorio».

Questa argomentazione della Regione non ha convinto i giudici del Tar, però, che ha dato ragione alla tesi di Conte &Co. La decisione è stata accolta con soddisfazione dai vertici del Governo, che vedono premiare la loro linea sull'avvio della Fase 2.

Scrivono nella sentenza: "Spetta al presidente del Consiglio del Ministri individuare le misure necessarie a contrastare la diffusione del virus Covid-19, mentre alle Regioni è dato intervenire solo nei limiti delineati dall'articolo 3, comma 1, dl n°19 del 2020, che però nel caso di specie è indiscusso che non risultino integrati», che quindi non ci sia una sovrapposizione tra queste due direttive.

Stessa sorte toccherà all'Alto Adige? Boccia ha già deciso di impugnare il provvedimento della provincia autonoma per le riaperture anticipate.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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