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Remuzzi: Virus nato in laboratorio? Montagnier sbaglia, spiego perché

Il direttore dell'Istituto Mario Negri, intervistato da BergamoNews, smonta le teorie del Premio Nobel francese che vorrebbero il Covid-19 un tentativo sfuggito di mano per trovare il vaccino all'HIV.

 
23 aprile 2020 | 18:30

Remuzzi: Virus nato in laboratorio? Montagnier sbaglia, spiego perché

Il direttore dell'Istituto Mario Negri, intervistato da BergamoNews, smonta le teorie del Premio Nobel francese che vorrebbero il Covid-19 un tentativo sfuggito di mano per trovare il vaccino all'HIV.

23 aprile 2020 | 18:30
 

Con la pronta (e facile) condivisione di notizie sui social, anche le "sparate" più inattendibili, o comunque già da tempo smontate dagli esperti, rischiano di dilagare, alimentando aspettative in un'opinione pubblica già confusa.

Una di queste è frutto dell'intervista che l'emittente francese C News ha fatto a Luc Montagnier, premio Nobel e scopritore dell'Hiv. Così lo scienziato: «Il virus sarebbe stato rilasciato per errore in un esperimento su un vaccino per l'HIV». Una tesi che in realtà era già stata smontata dalla scienza internazionale diverse settimane fa (solo ultimamente recuperata dagli 007 americani). Andando oltre gli attacchi più "intriganti" della stampa (come "Una Montagnier di fuffa" de Il Foglio) ci sono spiegazioni attendibili che scienziati da tutto il mondo cercano di approfondire, così da non alimentare ulteriori dubbi che permettano false insinuazione (da parte di esperti, ma anche di politici: vedi Salvini e il twitter su un virus polmonare cinese del 2015).

A chiarire - forse, una volta per tutte - la questione è anche Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. Il suo intervento non lascia dubbi: il Covid-19 è nato in un mercato della carne a Wuhan, in Cina, ed è stato trasmesso all'uomo. Riportiamo integralmente di seguito l'articolo- intervista di Davide Agazzi per conto della testata BergamoNews, insieme alla video intervista.

Luc Montagnier e Giuseppe Remuzzi - Remuzzi: Virus nato in laboratorio? Montagnier sbaglia, spiego perché
Luc Montagnier e Giuseppe Remuzzi


Nessun complotto internazionale, nessun laboratorio ha creato il Covid-19: quel virus che sta mietendo vittime ovunque nel mondo è nato in un mercato delle carne a Wuhan, in Cina, ed è stato trasmesso all’uomo.

Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” non ha dubbi. La scienza si basa su dati e i dati che emergono studiando il Covid 19, portano a dire che quelle brevi sequenze che sembrano Aids ci sono sia nel Coronavirus sia nella Sars. Quel virus non è stato creato in laboratorio come sostiene Luc Montagnier, 87 anni, famoso virologo francese insignito nel 2008 del premio Nobel per la Medicina. No, non c’è nessuna cospirazione.

Anzi Giuseppe Remuzzi narra per filo e per segno come venne attribuito il premio Nobel a Montagnier  che guidava un gruppo di bravissimi e validi ricercatori che con le loro ricerche portarono alla scoperta del virus di Hiv. E non fa nulla se il professore Montagnier ha ripetuto più volte in diretta in una trasmissione televisiva che c’è stato un complotto e che il virus è nato in laboratorio: «Anche i premi Nobel possono raccontare cose sbagliate se non supportate da sperimentazioni, da studi o da ricerche».

Il direttore del “Mario Negri” ha sottomano quello studio indiano e spiega le falle, una ad una. Poi analizza un altro studio e spiega perché quella teoria non può essere presa in considerazione per quei dati «grossolani» e mal copiati.

Che cosa dobbiamo aspettarci dalla Vecchia Europa? «Il rispetto per il cibo e la cura dell’alimentazione». Il continente che è stato la culla per diverse civiltà può ancora offrire lezioni di igiene al mondo intero. E può, anzi possiamo, imparare molto da questa esperienza: «È necessario rispettare il pianeta, solamente così eviteremo altre pandemie, fermarci ed imparare l’armonia e l’equilibrio che ci insegna la natura. Il mondo non può essere distrutto dall’uomo, esige rispetto e tutela».

L’ospedale di Bergamo ha saputo far fronte ad un’emergenza ed ha imparato una lezione straordinaria. Non è tempo di processi, ma di riflessioni per capire che si deve riprendere quel filo che lega gli ospedali con la rete dei medici di base. Il vaccino è quasi pronto e lo stanno già testando sull’uomo. «Ma ci vorrà tempo per la produzione e molti soldi per realizzarlo per tutti».

Remuzzi non fa sconti a nessuno. Quella che doveva essere un’intervista diventa una lezione di vita. Lo chiamano professore, non solamente perché fa ed insegna ricerca scientifica, ma anche perché educa a trattare e osservare la vita con un rispetto che è sacro. E per la scienza, basata su dati certi, la fede nella ricerca è tutto.

Fonte: BergamoNews

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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