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Merendine e tasse a scuola, bastone o carota?

di Alberto Lupini
direttore
 
09 settembre 2019 | 17:55

Merendine e tasse a scuola, bastone o carota?

di Alberto Lupini
direttore
09 settembre 2019 | 17:55
 

Introdurre nuove tasse per educare alla sana alimentazione è un po’ come usare il “bastone” con l’asino. Meglio sarebbe optare per la “carota”, quindi educare, coinvolgere e stimolare.

Da anni un po’ tutti i Governi si pongono l’obiettivo di riforme per rendere più efficiente la scuola italiana, salvo poi magari arrendersi di fronte alla mancanza di risorse per fare investimenti seri. Grazie al neoministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti (economista con cattedra in Sudafrica), ora tutto dovrebbe essere più facile: basta tassare merendine e bibite zuccherate. E magari anche i biglietti aerei visto che gli aerei inquinano... Il Ministro dice di aver calcolato che «solo da questi interventi si possono ricavare 2,5 miliardi». Quella che propone è una tassa di scopo per fare pagare agli studenti (o meglio alle loro famiglie), nuove attrezzature o un aumento degli stipendi degli insegnanti. «Non voglio togliere soldi a nessuno - ha detto - L’idea è: faccio un’attività che inquina (volare), ho un sistema di alimentazione sbagliato? Metto una piccola tassa e con questa finanzio attività utili, la scuola e stili di vita sani». Un po’ generico come programma, ma da qualche parte sembra funzionare.

L’Unione europea finanzia dei programmi per una merenda sana, almeno una volta alla settimana (Merendine e tasse a scuola, bastone o carota?)
L’Unione europea finanzia dei programmi per una merenda sana, almeno una volta alla settimana

L’idea, di cui si parla in verità da tempo, può avere un senso, tanto che in altri Paesi è una realtà da anni. Nel Regno Unito c’è la “sugar tax” contro l’obesità infantile, così come in altri 20 Paesi con obiettivi chiari. Negli Usa, Obama aveva tassato le bibite gassate per trovare risorse per la riforma sanitaria, poi cancellata da Trump. Si tratta peraltro di interventi finalizzati a risolvere problemi di salute, più che a trovare risorse...

Se ad esempio le merendine fanno male (ma oggi ce ne sono anche di bio e molte sono controllate per gli ingredienti), almeno in Italia il problema non è tanto per la loro composizione, migliorata negli anni, quanto per la quantità che viene consumata e per la mancata alternanza con frutta ed altri alimenti sani. La sola tassa ne aumenterebbe il costo di acquisto, ma non abbasserebbe il consumo. A fare male, oltre all’eccesso di merendine e bibite zuccherate, sono anche stili di vita sbagliati. Il Ministro Fioramonti potrebbe pensare di tassare anche l’utilizzo dei cellulari a scuola o la mancanza di attività fisica in troppi bambini e adolescenti. A proposito, l’Italia ha il tasso di obesità giovanile più sviluppato in Europa!

Il nemico numero uno per i medici sono oggi le bibite zuccherate, tanto che non a caso c’erano progetti con l’ex ministro della Salute, Giulia Grillo, per combattere obesità e diabete. Ma di fatto non se ne era fatto nulla e in compenso il precedente Governo si era diviso fra 5stelle favorevoli e leghisti contrari ad una sugar tax italiana immaginata solo per eliminare una parte dell’Irap.

E in ogni caso, usare le tasse per educare è un po’ come pensare di usare il “bastone” con l’asino. Molto meglio coinvolgere e stimolare, usando la “carota”. Negli anni scorsi, quando il ministero dell’Istruzione aveva adottato una black list in cui era presente anche McDonald’s, c’erano state iniziative per promuovere a scuola pane, burro e marmellata o una mela. Dopo qualche rifiuto iniziale i bambini si erano in genere entusiasmati. Forse bisognerebbe informare l’attuale Ministro che l’Unione europea finanzia dei programmi per una merenda sana, almeno una volta alla settimana. Anche quest’anno ci saranno infatti dei fondi destinati alle scuole di ogni ordine e grado che serviranno per acquistare e distribuire ai ragazzi latte, yogurt e frutta fresca da consumare durante l’intervallo. Ampliamo questi progetti, creiamo cultura alimentare partendo da queste piccole cose e poi, se proprio non si riescono a scoraggiare le cattive abitudini, mettiamo delle tasse. Ma non solo sulle merendine. Anche sui telefonini, su chi non fa sport, su chi arriva col monopattino a motore, ecc. E magari (perché no?) una tassa sul peso... Ma la scuola finanziamola in modo serio, magari usando i soldi sprecati con il diseducativo reddito di cittadinanza.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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