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Bambini maleducati al ristorante Troppe polemiche sul nulla

La difficoltà a distinguere la realtà dalle fake news spesso porta ad affrontare temi con toni anche offensivi, come nel caso del pizzaiolo lombardo che ha detto “no” ai bambini maleducati nel suo locale.

di Alberto Lupini
direttore
 
13 gennaio 2020 | 18:24

Bambini maleducati al ristorante Troppe polemiche sul nulla

La difficoltà a distinguere la realtà dalle fake news spesso porta ad affrontare temi con toni anche offensivi, come nel caso del pizzaiolo lombardo che ha detto “no” ai bambini maleducati nel suo locale.

di Alberto Lupini
direttore
13 gennaio 2020 | 18:24
 

La calotta polare si scioglie e l’Australia brucia uccidendo persone e milioni di animali. Ma Trump e i “suoi” scienziati continuano a rifiutare l’idea che il clima impazzisce per il troppo inquinamento. Nel Bergamasco 2 decessi per meningite danno il via ad un assalto ad ogni ambulatorio per, giustamente, vaccinarsi. Eppure in quelle stesse zone avevano avuto molto successo i “no vax”. Milano è ritenuta la città più avanzata ed efficiente d’Italia, forse anche quella dove si vive meglio. Ma fra le cose che funzionano alla grande c’è anche la più organizzata rete di spaccio di droga che, accomunando italiani ed extracomunitari, rifornisce fino in casa, previa telefonata, al pari di un qualunque servizio di food delivery. Booking sembrerebbe il più sicuro strumento per trovare online camere a prezzi convenienti negli hotel, ma la Commissione europea, finalmente, l’ha obbligato a rivedere i criteri “ingannevoli” delle sue proposte.

Invece di contestare lo stop ai bambini, chi non è d’accordo basta che scelga un altro ristorante... (Bambini maleducati al ristorante Troppe polemiche sul nulla)
Invece di contestare lo stop ai bambini, chi non è d’accordo basta che scelga un altro ristorante...

Potremmo continuare all’infinito nell’evidenziare come la realtà, quella vera, quella che ci tocca tutti realmente, sia ben diversa da come ci viene mostrata da una comunicazione sempre più viziata e deformata dalle fake news, da quelle notizie false su cui pure si costruiscono poteri economici o politici.

Più volte abbiamo denunciato il degrado di un sistema che, ai tempi di Internet, rende sempre più difficile distinguere fra ciò che potrebbe essere vero e ciò che è falso. L’esempio che abbiamo spesso indicato era quello di TripAdvisor che con le sue recensioni tarocche condiziona di fatto il mercato della ristorazione. Si è creata una struttura così potente che attraverso la sua costola per le prenotazioni (TheFork) è riuscita persino a comprarsi un pezzo della guida Michelin, già di suo in caduta libera di credibilità.

L’informazione falsa sta davvero dilagando e chissà quando riusciremo a porvi un argine. Anche perché il risultato peggiore è l’avere fatto cadere ogni tipo inibizione e chiunque, al di là delle competenze o delle conoscenze effettive, straparla su tutto, sfruttando magari la protezione dell’anonimato sul web. C’è chi insulta in nome di chissà quale verità, quasi che per esprimere un pensiero si debba per forza demonizzare chi la pensa diversamente, trattandolo alla stregua di un nemico.

La crescente difficoltà a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso impedisce alla fine confronti pacati e sereni su temi dove ci sono scelte personali che possono piacere o meno, ma che in alcun modo possono essere affrontate nella logica del giusto o sbagliato, vero o falso, bianco o nero. Ne è un esempio il caso del giovane pizzaiolo del “Bagà” di Villa di Tirano, Gabriele Berbenni, attaccato o elogiato anche da chi non conosce per nulla il locale. Si commenta, anche con violenza, la sua scelta di non gradire nel suo locale i bambini maleducati. Certo la scelta di annunciare la decisione con un cartello un po’ stravagante può essere discutibile ma, a conti fatti, che senso hanno migliaia di insulti o di difese a spada tratta? Non si deve essere per forza genitori o nonni per essere tolleranti con bambini irrequieti. E allo stesso tempo non si deve non avere figli o nipoti per non sopportare bambini che scorrazzano per il ristorante, urlano o disturbano i camerieri. In fondo è solo una questione di educazione (degli adulti) e quando questa manca e il locale non è attrezzato con spazi e personale per accudire i bambini, forse fare delle scelte come ha fatto Berbenni non è così sbagliato. Invece di contestare l’alt ai discoli, chi non è d’accordo basta che scelga un altro ristorante. È quel che fanno ad esempio i vegani seri... evitano di entrare in un ristorante specializzato in carne o pesce. E così si può scegliere un locale chiassoso o invece riservato.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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