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Fice, il 36° Raduno nazionale nel Salento Un tour alla scoperta del territorio

di Margherita Peta
 
17 ottobre 2017 | 15:50

Fice, il 36° Raduno nazionale nel Salento Un tour alla scoperta del territorio

di Margherita Peta
17 ottobre 2017 | 15:50
 

La Fice - Federazione italiana circoli enogastronomici e la Confraternita del Pampascione Salentino hanno organizzato dal 2 all’8 ottobre il Raduno nazionale in Puglia, nel Salento. Una settimana ricca ed intensa.

In sette giorni è stato fatto un viaggio nella storia, nella cultura, nella tradizione e nell'enogastronomia, tutto questo nella terra dei Messapi - cosi erano state definite dai greci le popolazioni che vivevano fra i due mari, Ionio ed Adriatico. In occasione del Raduno nazionale sono affluite sul territorio salentino 25 Circoli enogastronomici provenienti da tutta Italia per un totale di oltre 200 persone.

Confraternite Fice (Fice, il 36° Raduno nazionale nel Salento Un tour alla scoperta del territorio)
Confraternite Fice

Lunedì 2 ottobre: in mattinata sono arrivate a Gallipoli molte Confraternite e nel primo pomeriggio c’è stato il primo trasferimento in bus destinazione Galatina. Dopo la passeggiata nel centro storico di questa cittadina definita la capitale delle tarantate e seguita la visita alla Chiesa sconsacrata di San Paolo ed alla magnifica Basilica di Santa Caterina con il suo emozionante ciclo di affreschi del '400 di scuola marchigiana-romagnola, in cui si è potuto ammirare, fra gli altri, il ciclo dedicato all’apocalisse. La giornata si è conclusa con la cena all’Agriturismo “Le Site” a Corigliano d’Otranto dove c’è stata la degustazione di interessanti piatti del territorio salentino, fra cui le verdure locali proposte in tutte le salse, i latticini e la “sagna all’orzo”.

Martedì 3 ottobre: al mattino trasferimento a Taranto, visita di questa grande città stato della magna-grecia fondata nel 706 a.C. da una colonia di Spartani. Visita al centro storico ed in particolare al Duomo, una delle più antiche chiese romaniche di Puglia. Interessante è stata anche la visita al Marta, Museo archeologico nazionale di Taranto, con sosta particolare alle Veneri di Parabita ed alla collezione “Ori di Taranto”.

Durante il percorso per raggiungere la tipica trattoria “La Paranza” con vista mare, dove si è degustato un succulento menu a base di pesce di mare, si sono potuti ammirare gli impianti di mitilicoltura: la tipica cozza tarantina definita piatto principe della cucina pugliese. Primo pomeriggio visita al Castello aragonese di Taranto o Castel Sant’Angelo, con la sua pianta quadrangolare ed il suo vasto cortile centrale occupa l’estremo angolo dell’isola su cui sorge il borgo antico della città. Dal 1887 è diventato sede della Marina militare ed è aperto al pubblico, con visite guidata gratuite, per tutti i giorni dell’anno festivi inclusi. Le visite sono guidate da personale della Marina militare che con professionalità e dovizia di particolari introducono il visitatore a questo viaggio nel tempo.

Nel tardo pomeriggio trasferimento a Manduria e visita al “Museo del Vino” presso il Consorzio Produttori Vini Manduria dove ha avuto luogo un interessante degustazione di Primitivo e Negroamaro abbinato, durante una cena informale, ai prodotti del territorio.

Antipasto con Pampascioni (Fice, il 36° Raduno nazionale nel Salento Un tour alla scoperta del territorio)
Antipasto con Pampascioni

Mercoledì 4 ottobre: partenza per Otranto, antica Hydruntum porta d’oriente, visita guidata che ha fatto conoscere la storia dei Martiri di Otranto, questi 813 abitanti che nel 1480 furono uccisi atrocemente dai Turchi piuttosto che rinnegare la fede cristiana. Tour suggestivo fra le bianche strade e mura che si stagliano sull’azzurro mare Adriatico raccontando la sua storia millenaria. Interessante la visita alla Cattedrale di Santa Maria Annunziata con i mosaici di animali, fiori, frutta, nelle sue 3 navate, particolarmente suggestivo quello nella navata centrale che raffigura l’albero della vita. Tali mosaici rappresentano uno dei più importanti cicli musivi del medioevo italiano.

Dopo è seguito il pranzo alla Masseria “Gattamora” di Uggiano La Chiesa a base sempre di piatti tipici del territorio. Nel tour pomeridiano si è percorsa la “Costa del Mito” che dalla litoranea adriatica di S. Cesarea Terme arriva a Santa Maria di Leuca, Capo de Finis Terrae, dove uno splendido tramonto ha fatto da cornice al già suggestivo panorama.

Dopo aver percorso a piedi il lungomare ammirando le splendide ville che vi si affacciavano si è fatto sosta e visita all’ottocentesca Villa “La Meridiana” a Santa Maria di Leuca per una degustazione di rosolii e ratafià abbinata a quadretti di crostata di confetture varie. Spostamento a Gallipoli dove è stata servita la cena di benvenuto al ristorante Hotel Le Sirenè, a cura del cuoco Flavio Pedaci del ristorante “Don Fausto” di Vernole, si è così aperto ufficialmente il 36° Raduno nazionale Fice in Salento.

Giovedì 5 ottobre: al mattino, a Gallipoli, sfilata delle Confraternite, con i paludamenti, lungo il ponte seicentesco che collega la parte nuova della città alla parte vecchia per raggiungere la sala ennagonale del Castello di Gallipoli dove c’è stato un momento istituzionale con il saluto delle autorità, chiamate delle Confraternite, raggiungendo il momento più emozionante quando tutti i partecipanti in piedi hanno cantato l’inno nazionale italiano. 

È proseguito il tour della città con la visita alla Cattedrale di Sant’Agata, alla Chiesa della Purità e la visita molto suggestiva ad uno dei 35 frantoi ipogei che si trovano all’interno di Gallipoli. Il light lunch si è svolto presso la Tenuta Malcandrino, di Monteroni di Lecce ed è stato particolarmente apprezzato dai commensali.

(Fice, il 36° Raduno nazionale nel Salento Un tour alla scoperta del territorio)

Nella stessa tenuta nel pomeriggio, coordinati dall'agronomo Giancarlo Leuzzi, socio della Confraternita ospitante, si è tenuto un convegno con la partecipazione del presidente Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno, e di alcuni produttori di olio. Tema principale è stato la Xylella fastidiosa, questo batterio che da alcuni anni è all’origine del complesso disseccamento rapido dell’olivo in molti appezzamenti olivicoli del Salento. I vari produttori hanno esposto le loro strategie per arginare in parte il fenomeno e comunque anche se al momento non si è trovata una soluzione per arginare questo batterio si è fiduciosi che la ricerca vada avanti in tal senso. Al dibattito ha fatto seguito un laboratorio di degustazione sensoriale di olio curato dalla Dottoressa Elisabetta De Blasi che ha molto coinvolto i partecipanti.

Venerdì 6 ottobre: visita guidata a Lecce considerata la città barocca per eccellenza con i suoi palazzi, dalla basilica di Santa Croce, al momento in restauro, al Duomo e a tutto il resto. Dopo la mattinata con i nasi all’insù a guardare cornici, cornicioni, balconi e quant’altro fra le vie e le piazze di Lecce, c’è stata una sosta per il pranzo in 2 caratteristici ristoranti del centro storico: All’ombra del Barocco by Liberrima e Semiserio.

Nel tardo pomeriggio trasferimento alla Tenuta Lucagiovanni di Maglie per partecipare alla rassegna “I Vini del Salento” realizzata in collaborazione con Ais Lecce. In un suggestivo frutteto, in una calda serata d’autunno, sono state presentate per la degustazione 35 etichette di vini del territorio salentino. La degustazione iniziata nel frutteto e proseguita all’interno della tenuta accompagnando il delizioso menu proposto per la serata.

Sabato 7 ottobre: trasferimento a Galugnano, frazione del Comune di San Donato di Lecce. Si è arrivati nella piazza principale accompagnati dal corpo bandistico locale che ha allietato con le proprie musiche tutta la mattinata. Nella piazza la Coldiretti ha organizzato un’esposizione di prodotti tipici dell’enogastronomia salentina che il pubblico ha potuto degustare ed acquistare. Nel contempo nella piazzetta Elisabetta De Blasi ha tenuto un laboratorio sensoriale di miele a cui hanno partecipato in molti con particolare interesse e curiosità.

Igt Salento Rosato (Fice, il 36° Raduno nazionale nel Salento Un tour alla scoperta del territorio)
Igt Salento Rosato

Nel pomeriggio trasferimento ad Acaya, la più importante e meglio conservata fortezza del meridione d’Italia per una visita guidata del borgo e del castello, animata da figuranti in abiti d’epoca. La serata si è conclusa con una cena di gala presso la sala ricevimenti Villa dei Fiori a Gallipoli con lo scambio doni fra le confraternite. La Confraternita del Pampascione Salentino ha omaggiato le Confraternite partecipanti con un vassoio di ceramica, dell’artiginato locale, decorata a mano, con all’interno due confezioni di pampascioni.

Domenica 8 ottobre: al mattino partenza per Alezio, sede della Confraternita del Pampascione, per celebrazione Santa Messa presso il Santuario di Santa Maria della Lizza dove c’è stato anche saluto delle autorità locali. Dopo visita guidata all’antico centro messapico per ammirare il Museo civico del Palazzo Tafuri con parco archeologico e cimitero ipogeo del santuario. Trasferimento a Sannicola (Le) per il pranzo di saluto ai partecipanti al 36° Raduno nazionale Fice. La torta, servita a conclusione pasto, salutava con un arrivederci a Parma per il prossimo anno.

Il 37° Raduno Nazionale Fice - ottobre 2018 - sarà organizzato a cura della Confraternita del Tortel Dol’s di Colorno (Pr). Una settimana molto intensa ed interessante, ricca di corsi, seminari, convegni e degustazioni volte alla valorizzazione e conoscenza delle ricchezze enogastronomiche del territorio salentino ed in particolare del “Pampascione” che è stato servito in “tutte le salse”. A tale proposito Donata Matteo, agronomo e socio della Confraternita del Pampascione Salentino ha edotto i partecipanti al Raduno su questo bulbo della famiglia delle liliacee facente parte della tradizione salentina.

Il Lampascione o Pampascione ovvero il Muscari Comosum è una pianta perenne che cresce in tutta l’area mediterranea, consumata principalmente nel Sud d’Italia, Puglia, Basilicata e Calabria. Inizi del 1900 veniva considerata una pianta infestante nei campi di frumento, infatti nel 1912 furono esportate 1200 tonnellate nell’America Centrale. Il Pampascione da pianta infestante del passato rischia di diventare una pianta in via d’estinzione. Uno studio condotto da Coldiretti due anni fa ha dimostrato che il Muscari Comosum è uno dei piatti più antichi d’Italia. Era noto ad Egizi e Greci nel I° secolo a.C., il medico Galeno ne aveva riconosciuto le proprietà diuretiche, lassative e depurative. Onibasio, medico greco di Bisanzio, diede il nome ai bulbi in base alla loro forma: in latino “lampiadonis”, ovvero lampada. I Romani erano soliti offrirli durante i banchetti nuziali per augurare i suoi poteri afrodisiaci agli sposi. Oggigiorno per scongiurare la sua estinzione si sta cercando il suo recupero e la sua salvaguardia raccogliendone e propagandone il seme oppure un altro metodo è quello della riproduzione da incisione del bulbo. Per raggiungere la sua giusta maturazione necessita di ben 4 anni. Nel Salento il “Pampascione” o “Muscari Comosum” trova la sua massima espressione in cucina , preparato in tanti modi. Lo spirito della Confraternita del Pampascione è proprio questo di fare in modo che sia conosciuto, apprezzato e salvaguardato in tutta Italia e nel mondo.

Il motto del Circolo del Pampascione Salentino è : “ Il Futuro è nelle Radici!”

Per informazioni: www.confraternitefice.it

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