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Le confraternite golose dell’Oltrepò ricordano i cent’anni di Gianni Brera

di Stefano Calvi
 
12 giugno 2019 | 14:45

Le confraternite golose dell’Oltrepò ricordano i cent’anni di Gianni Brera

di Stefano Calvi
12 giugno 2019 | 14:45
 

Gianni Brera, a cent’anni dalla sua nascita, è ricordato dalle confraternite enogastronomiche pavesi che si sono ritrovate per celebrare la quinta edizione del loro “capitolo”.

Per Brera, indimenticato giornalista, amante della buona tavola e grande cultore delle eccellenze pavesi, si è parlato con alcuni dei suoi vecchi amici che proprio in Oltrepò lo incontravano spesso in occasione di raffinate “pacciàde” ed in Lomellina per lunghe battute di caccia.

La riunione delle confraternite gastronomiche pavesi (Le confraternite dell’Oltrepò ricordano i cent’anni di Brera)
La riunione delle confraternite gastronomiche pavesi

Non a caso, proprio a Brera, è dedicata la confederazione delle confraternite provinciali che promuovono i valori della tavola pavese, il cosiddetto “Coenobium”. Domenica a Broni non solo tanti ricordi breriani, ma anche aneddoti e storie vissute come quando l’inviato de Il Giorno partiva alla volta della Sardegna per assistere alle partite del Cagliari di Gigi Riva portando con sé, in valigia, l’inseparabile Olivetti su cui scriveva, le pantofole, la pipa e le immancabili due bottiglie di Barbarcarlo, il vino oltrepadano a lui prediletto.

La raspadura è un modo di tagliare il formaggio tipico della balla lombarda  (Le confraternite dell’Oltrepò ricordano i cent’anni di Brera)
La raspadura è un modo di tagliare il formaggio tipico della bassa lombarda

Al convivio di Broni, a far festa con le confraternite pavesi (la Pegaso Salame Varzi di Ponte Nizza, la Confraternita del Risotto di Sannazzaro, la Confraternita della Raspadura di Torre d’Isola e quella del Cotechino Magro di Spessa Po) presenti trenta delegazioni di “consorelle” arrivate da tutta Italia per onorare il ricordo di Brera e condividere la festa del movimento enogastronomici pavese. Tra i presenti anche il presidente nazionale della Fice (la federazione dei circoli enogastronomici), Marco Porzio. La brigata di cucina, diretta dallo chef Silvano Vanzulli, ha ammannito solo piatti preparati con prodotti pavesi: salumi della Valle Staffora, risotto con carnaroli lomellino alle erbe di campo e formaggio Stafforella, cotechino della bassa pavese, raspadura di grana padano di otto mesi di stagionatura, vini dell’Oltrepò. Insomma un menù tutto locale come carte d’identità delle confraternite festeggiate che hanno accolto nel migliore dei modi le consorelle arrivate anche da lontano: un inno alla buona tavola, alle eccellenze pavesi ed al ricordo di quel grande cantore della “pavesità” che fu Gianni Brera.

Silvano Vanzulli impiatta il risotto lomellino alle erbe di campo (Le confraternite dell’Oltrepò ricordano i cent’anni di Brera)
Silvano Vanzulli impiatta il risotto lomellino alle erbe di campo

«È stata una giornata ricca dedicata al mondo enogastronomico pavese - spiega il presidente Giorgio Perdoni della Confraternita Pegaso Salame di Varzi - Ovviamente il nostro insaccato è stato parte integrante dell’antipasto, un salame conosciuto in tutta Italia per le sue qualità. Abbiamo voluto organizzare questo evento proprio per ricordare un grande uomo della cultura, legato alla tradizione gastronomica padana. Brera è stato un esempio nel raccontare il mondo enogastronomico, uno dei primissimi cantori di quello che poi sarebbe diventata una vera e propria attività». Ospite anche il presidente della Confraternita del Risotto di Sannazzaro de’ Burgondi, tra le risaie della Lomellina.

Il cotechino della bassa pavese (Le confraternite dell’Oltrepò ricordano i cent’anni di Brera)
Il cotechino della bassa pavese

«Il risotto rappresenta il piatto principe della pianura - ha detto - Proprio per questo in un recente passato abbiamo codificato un protocollo con contempla una serie di passaggi chiave perché un risotto possa definirsi tale. Un piatto tanto osannato dai grandi chef, ma di difficile realizzazione proprio perché occorre precisione e materia prima ottima. A partire dal riso che non può discostarsi dalla qualità Carnaroli, il principe dei risi, capace di tenere la cottura più di tanti altri. Brera era particolarmente legato a questo piatto, in particolare raccontava nei suoi convivi che la memoria lo portava a ricordare quello cucinato con lo storione, il pesce più identificativo del grande fiume Po».

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