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A Siena le Città dell’olio s’interrogano sul futuro

I temi dell’Agenda 2030 saranno al centro della tre giorni di lavori in programma dal 29 novembre al 1° dicembre organizzata in occasione del 25° anniversario Associazione Nazionale Città dell’Olio.

 
13 novembre 2019 | 15:35

A Siena le Città dell’olio s’interrogano sul futuro

I temi dell’Agenda 2030 saranno al centro della tre giorni di lavori in programma dal 29 novembre al 1° dicembre organizzata in occasione del 25° anniversario Associazione Nazionale Città dell’Olio.

13 novembre 2019 | 15:35
 

La città di Siena sarà per tre giorni (dal 29 novembre al 1° dicembre) la capitale dell’Olio (di cui l'Italia è secondo esportatore in Europa), in occasione delle celebrazioni del 25° anno di attività dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio. Il programma di questo appuntamento, che vede riuniti gli Stati Generali del mondo dell'olio extravergine di oliva e il cui tema centrale sarà Cultura, identità, territorio, qualità e sviluppo sostenibile, è stato presentato oggi al Ministero delle Politiche agricole.

Gli Stati Generali dell'olio d'oliva si apriranno il 29 novembre (A Siena le Città dell’olio s’interrogano sul futuro)

Gli Stati Generali dell'olio d'oliva si apriranno il 29 novembre

«Ho accolto con piacere l’invito rivoltomi dall’Associazione nazionale Città dell’Olio all’evento di presentazione delle giornate senesi perché ritengo di grande interesse quanto si svolgerà dal 29 al 1° dicembre - ha detto la ministra Teresa Bellanova - Una chiamata a raccolta dell’olivicoltura italiana riunita intorno ad alcune parole chiave: cultura, identità, territorio, qualità e sviluppo sostenibili. Il richiamo ai temi di Agenda 2030 oggetto dei sei panel tematici che animeranno le giornate senesi e l’obiettivo di un’Agenda 2030 delle Città dell’Olio vanno in questa direzione ed è importante che le strategie sulla sostenibilità siano avvertite come proprie dall’intera filiera, quella più propriamente economica e quella istituzionale, perché la sostenibilità, come la qualità, vanno praticate e non solo dichiarate».

Teresa Bellanova (A Siena le Città dell’olio s’interrogano sul futuro)
Teresa Bellanova

Bellanova ha ribadito anche che «per difendere e valorizzare le nostre produzioni e le nostre eccellenze è importante stringere una alleanza con i consumatori che si fondi sulla consapevolezza alimentare, dunque su trasparenza in etichetta e tracciabilità».

L’appuntamento di Siena si configura come momento di grande coesione e concretezza tra le oltre 330 Città dell'Olio distribuite in 18 regioni che domenica 1 dicembre saranno riunite per l'Assemblea annuale ed anche un'occasione di confronto altamente professionale per il settore; veri e propri Stati Generali dell’olio con i massimi esperti italiani in materia, chiamati a coordinare sei panel tematici da cui emergeranno idee, proposte e strategie concrete atte a divenire contenuti per l’Agenda 2030 delle Città dell’Olio.  

«Un evento - spiega il presidente dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio Enrico Lupi - che non vuole essere solo celebrativo di quanto fatto fino ad oggi, peraltro di grande importanza. Ma vuole proporsi come un punto di partenza da cui iniziare a lavorare per il futuro. Non a caso - aggiunge - i workshop saranno improntati sulla definizione dei contenuti dell’Agenda 2030, un documento che sarà molto utile alle Amministrazioni Locali quando si troveranno a impostare politiche di marketing territoriale ed a gestire percorsi politici ed amministrativi volti alla valorizzazione di una delle più importanti colture italiane».

Il programma “OLIO 2030: cultura, identità, territorio, qualità e sviluppo sostenibile” è il titolo della tre giorni di lavori che si terrà presso il Complesso Museale di Santa Maria della Scala a Siena, suddivisa in sei sessioni tematiche, ciascuna coordinata da un relatore principale scelto tra i nomi più significativi per ciascuna materia. Si tratta dunque di Roberta Garibaldi, Docente di Marketing e Tourist Management Università di Bergamo per il panel Turismo dell’Olio e del Cibo, di Mauro Agnoletti, Coordinatore gruppo Paesaggio Mipaaft per il panel Paesaggio Rurale Olivicolo; del Prof.  Alberto Mattiacci, Docente di Marketing e Business Management UniSapienza Roma per il panel Produzione, Marketing ed Economia; di Marino Niola, Antropologo, Scrittore, Giornalista per il panel Cultura dell’Olio e Stile di Vita; del giornalista enogastronomico Paolo Massobrio per il panel Identità Territoriale e di Riccardo Garosci, Presidente del Comitato per l’Educazione Alimentare Miur per il panel Formazione ed Educazione.

E proprio lo stesso Riccardo Garosci è altresì intervenuto in conferenza stampa portando all’attenzione il tema chiave del proprio panel, ovvero l’importanza di trasmettere quella cultura insita nel grande patrimonio agroalimentare italiano partendo dalle giovani generazioni, attraverso percorsi di educazione nelle scuole di ogni ordine e grado, al fine di formarli come consumatori consapevoli sul prodotto e sui valori che esprime. Con il medesimo intento è intervenuto anche Mauro Agnoletti, il quale ha sottolineato come il paesaggio olivicolo possa rappresentare un’opportunità per i territori ed i produttori, in termini di tutela paesaggistica, di attrattività turistica e di marketing strategico a favore della biodiversità e del mantenimento idrogeologico, in un’ottica di sviluppo sostenibile, al fine di evitare fenomeni di abbandono della cultura olivicola. Ciascun panel sarà chiamato a stilare un documento contenente idee e proposte da sottoporre al vaglio dell’Assemblea riunita in sessione plenaria sabato 30 novembre, per inserirne i contenuti all’interno dell’Agenda 2030 dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio.

L’importanza e la strategicità delle tematiche proposte nel programma delle celebrazioni, ha richiamato nei confronti dell’evento, l’ampia collaborazione del mondo del credito cooperativo, dal Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea a Chianti Banca, oltre alla partnership della Federazione delle Strade dell’Olio e del Vino toscane, Q Certificazioni e Seac Spa.

A testimonianza di ciò, è intervenuto nel medesimo contesto Filippo Piperno, Responsabile Comunicazione e Media Relations di Iccrea Banca, il quale ha così commentato: «Il Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea e tutte le Banche di Credito Cooperativo che ne fanno parte sono in prima linea quando si promuove la qualità dei prodotti dell’agricoltura italiana - ha commentato Filippo Piperno, responsabile Comunicazione di Iccrea Banca - è un impegno, il nostro, a supporto della sostenibilità dell’economia circolare nei territori in cui le Bcc operano da più di un secolo. In questo contesto, abbiamo accolto con convinzione l’invito dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio a partecipare alle celebrazioni dei suoi 25 anni di attività. Un traguardo importante per un Ente che ogni giorno opera a protezione e salvaguardia del territorio, della sua cultura e soprattutto del suo patrimonio olivicolo che rappresenta, attraverso l’olio extravergine, una delle grandi eccellenze italiane nel mondo».

Le celebrazioni del 25° anniversario di Anco, saranno dunque articolate in una parte “istituzionale” composta dai sei panel tematici - attraverso i quali si potrà rileggere in chiave propositiva il settore in ogni sua sfaccettatura, dalla cultura, al marketing, alla produzione, al turismo, alla continua ricerca sulla qualità - ed una più “popolare” che coinvolgerà la città con degustazioni, mostre, laboratori, vetrine a tema e menù ad hoc nei ristoranti. I lavori si concluderanno domenica 1 dicembre nuovamente con un passaggio istituzionale, ovvero con l’Assemblea Nazionale delle Città dell’Olio, riservata ai soci.

Ad avallare l'intensa attività dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio, qualche numero del settore olivicolo, estratto dallo studio delle Rete Rurale Nazionale per l’Olio d’Oliva 2018: 825.000 aziende agricole, 1,170 milioni di ettari coltivati, 4.056 frantoi attivi per una produzione stimata di 175.000 tonnellate. Il settore olivicolo ha quindi oggi più che mai bisogno di investimenti adeguati, interventi strutturali ed una strategia a livello nazionale per il recupero del territorio e la gestione degli ettari coltivati. Esso rappresenta infatti un patrimonio immenso non solo a livello economico ma anche per un altro prezioso ruolo che è chiamato ad assolvere: quello di fungere da sentinella nei confronti degli eventi di dissesto idrogeologico, di cui è in gran parte responsabile l’incuria e l’abbandono dei territori.

Nei dati 2018 di Ispra, si legge che ad oggi i comuni italiani a rischio idrogeologico sarebbero il 91,1% e gli italiani potenzialmente coinvolti perché residenti in aree pericolose per alluvioni o frane potrebbero essere circa 7 milioni; negli ultimi 25 anni, i terreni coltivati sostituiti da cementificazioni sono il 28% e la superficie agricola utilizzabile si è ridotta a 12,8 milioni di ettari, di cui 1,1 milioni coltivati appunto ad olivo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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