Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
venerdì 19 aprile 2024  | aggiornato alle 17:26 | 104702 articoli pubblicati

Incetta di carta igienica nel mondo È davvero solo isteria collettiva?

La carta c’è, ma non sempre dove servirebbe. Nei consumi prrivati acquisti in crescita del 40%. Comprare troppa carta igienica può non essere utile, ma non è irrazionale.

di James Douglas Hansen
 
13 aprile 2020 | 09:00

Incetta di carta igienica nel mondo È davvero solo isteria collettiva?

La carta c’è, ma non sempre dove servirebbe. Nei consumi prrivati acquisti in crescita del 40%. Comprare troppa carta igienica può non essere utile, ma non è irrazionale.

di James Douglas Hansen
13 aprile 2020 | 09:00
 

Un'originale analisi dello studioso James Hansen su un fenome sociale che ci coinvolge tutti e che dà il segno di quali siano modiche di consumo che qualcuno indica come isterie collettive nelle acquisti di chi passa la quarantena in casa. Ma è davvero così? Di seguito la sua riflessione per intero tratta da Nota Diplomatica.

Incetta di carta igienica nel mondo È davvero solo isteria collettiva?

"
Carta igienica — La corsa all’acquisto della carta igienica che si è scatenata in molti paesi del mondo
con l’arrivo del coronavirus è stata bollata come una forma di isterismo collettivo da giornalisti ed
esperti sanitari. Fanno presente che il nuovo male non è la dissenteria, non fa andare più spesso in
bagno. Ne deducono che si tratti di panico irrazionale, di stupidità di massa.

È chiaro che “panic buying” e accaparramento sono fattori, specialmente quando i
media abbondano con immagini di scaffali vuoti negli ipermercati. Già a febbraio
degli uomini armati hanno fatto irruzione in un negozio di Hong Kong portando via
600 rotoli per un valore di circa €120. A marzo un quotidiano australiano ha fatto
uscire un numero con otto pagine bianche per “sopperire alle necessità igieniche”.

Tuttavia, gli esperti del settore cartario—specialmente davanti al perdurare del
fenomeno nei grandi centri urbani, dove tende a concentrarsi—esprimono forti dubbi sull’irrazionalità
di massa come motivazione della corsa alla carta. Esiste infatti una spiegazione semplice e perfettamente
razionale: l’auto-isolamento in casa che ormai riguarda un terzo della popolazione del globo ha cambiato
radicalmente il posto in cui si va al bagno. Le persone che in tempi normali passano molte ore del giorno
al lavoro, in ufficio o a scuola, o magari al ristorante o a fare shopping, sono ora confinate in casa,
lontane dai consueti gabinetti dei giorni feriali.

La Georgia-Pacific, tra i principali produttori di carta igienica negli Stati Uniti, calcola che restare in
casa 24 ore su 24 aumenta il consumo “residenziale” del 40%. Secondo l’azienda, ciò significa che in
condizioni di “lockdown” il consumo di una famiglia media americana di quattro persone ammonterebbe
a 17 rotoloni doppi di carta igienica ogni due settimane.

È perfettamente vero che in queste circostanze il consumo di carta igienica nei posti di lavoro, nelle
scuole e nelle altre “normali” destinazioni fuori casa praticamente s’azzera, ma la carta fornita agli uffici
e alle istituzioni segue percorsi logistici completamente separati rispetto a quella usata in casa. La qualità
è diversa, come lo è anche il confezionamento e, molto spesso, le dimensioni dei rotoli.

Per complicare ulteriormente le cose, pure la distribuzione è marcatamente diversa. Molti produttori si
concentrano su una sola delle produzioni tra il consumo domestico e quello fuori casa. “Charmin”, il
marchio leader nel mercato domestico americano, è prodotto dalla Proctor & Gamble, che non è affatto
presente nel mercato professionale. I produttori per gli uffici e le istituzioni invece, tipicamente non
hanno rapporti commerciali con la Grande Distribuzione Organizzata—focalizzata sul consumo di massa
—né, tantomeno, trattano il tipo di prodotto richiesto dalla GDO.

La situazione negli Usa si riproduce anche in Europa. La carta c’è, ma non dove servirebbe perché la
logistica, una macchina molto—forse troppo—raffinata, non riesce a farla arrivare senza stravolgere un
intero settore industriale. La scarsità non dipende dalla massa incolta che non sta a sentire i saccenti
mentre spiegano che il problema non esiste. Esiste, anche a cause dell’isolamento in casa. Comprare
troppa carta igienica può non essere utile, ma non è irrazionale.

James Douglas Hansen
"

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Agugiaro e Figna Le 5 Stagioni
Cosi Com'è
Di Marco
Fonte Margherita

Agugiaro e Figna Le 5 Stagioni
Cosi Com'è
Di Marco

Fonte Margherita
Mulino Caputo
Molino Grassi