Con l'operazione che ha coinvolto l'hotel di Venezia (ceduto al private equity britannico Ruben Brothers), si è completata l'evoluzione di Baglioni Hotels & Resorts che passa da essere una società mista di proprietà e gestione immobiliare, a una di sola gestione.
Una stanza del Baglioni Hotel di Roma
Storia di un cambiamento gradualeIl processo di cambiamento del
business era già stato incardinato negli anni passati quando il Gruppo Baglioni, guidato dal ceo
Guido Polito, aveva venduto la proprietà delle strutture di Punta Ala (Grosseto) e Roma, mantenendone però la gestione. «Si tratta di due attività differenti - ha spiegato Polito a
Pambianco Hotellerie - e per entrambe ci vogliono know how e competenze specifiche. Noi preferiamo focalizzarci sullo sviluppo del
brand e sul core business del management alberghiero».
Attualmente, l'
azienda conta nel proprio portfolio gli hotel 5 stelle di Venezia, Firenze, Roma e Londra; i resort di Punta Ala, Maldive e Sardegna (in arrivo a giugno 2021). L'obiettivo, però, è quello di non fermarsi qui e accrescere il proprio network fino a una dimensione di rilievo
internazionale. Una mission in cui si inserisce proprio l'ultima operazione con Ruben Brothers con cui è stato siglato un accordo di sviluppo per l'inaugurazione di 5 nuovi Baglioni Hotel nel
mondo. Tre, almeno, sono attesi nei prossimi cinque anni (molto probabilmente a New York, Parigi e Milano).
Certo, rimane ben centrato il focus sul
mercato del turismo di lusso in Italia, destinazione che vanta un ruolo di primo piano nello scacchiere mondiale. «Negli altri Paesi, il numero delle destinazioni lusso è decisamente inferiore. Chiaramente, in Italia la clientela delle nostre strutture è prevalentemente internazionale. L’80% del fatturato lo facciamo con ospiti stranieri, in particolare provenienti da Usa, Russia, Medio Oriente, Regno Unito e
Sud America», ha proseguito Polito.
L'importante, quindi, è che ora il turismo riparta. Baglioni Hotels & Resorts
fatturava 60 milioni di euro nel 2019 mentre ha subuito un calo del 75% nel 2020. Ma le previsioni di
crescita quest’anno al 2022 parlano di un fatturato di 73 milioni di euro.