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Parco del Pollino, dagli Appennini vista mare per un'estate Covid-free

Tra la Calabria e la Basilicata il parco appenninico vanta vette oltre i duemila metri dove la neve resiste per diversi mesi durante l'anno e offre contrasti col mare sottostante mozzafiato

di Vincenzo D’Antonio
 
27 aprile 2021 | 05:00

Parco del Pollino, dagli Appennini vista mare per un'estate Covid-free

Tra la Calabria e la Basilicata il parco appenninico vanta vette oltre i duemila metri dove la neve resiste per diversi mesi durante l'anno e offre contrasti col mare sottostante mozzafiato

di Vincenzo D’Antonio
27 aprile 2021 | 05:00
 

Orograficamente potremmo disegnare mediante la lettera T maiuscola il nostro Paese. La traversa ad indicare l’Arco Alpino e il pilastro ad indicare la Catena Appenninica. Ed è anche qui, in altura, che gli italiani trascorreranno la loro vacanza, tendente ad essere anche una sorta di villeggiatura, nell’imminente estate. Dovrebbe essere, ce lo auguriamo tutti, l’ultima estate in cui i retaggi del flagello covid ancora esistono e convivono. Delle Alpi si è già scritto. Analizziamo gli Appennini, che sono, giova ricordarlo, il più grande sistema montuoso del Mediterraneo.

Diciamocela così: l’Appennino è la montagna del Mediterraneo. Un’area vastissima, la spina dorsale dell’Italia, che ha sue produzioni artigianali, sue eccellenze enogastronomiche, borghi che sono gioielli. Sono in via di virtuosa trasformazione e riqualificazione, strutture atte ad erogare adeguatamente ospitalità, ristorazione e servizi annessi, riuscendo così a rispondere ad una nuova domanda turistica destinata a crescere anche in conseguenza dell’epidemia da Covid.

Una vista del Parco del Pollino Parco del Pollino, dagli Appennini vista mare per un'estate Covid-free

Una vista del Parco del Pollino

Alla scoperta degli Appennini

Territori a cui oggi noi italiani per primi, guardiamo finalmente con occhi nuovi per la loro salubrità, per la qualità dei paesaggi, per il distanziamento fisico come condizione connaturata dei luoghi e non come costrizione. Un turismo del villeggiante, del camminatore, dell’amante del bello. Il cammino letteralmente inteso, costeggiando laghi, attraversando borghi, visitando pievi, abbazie, santuari, monasteri, fortezze e castelli.

C’è emergente domanda di questa Italia, nel mondo. Siamo prima noi a scoprirla questa estate. L’Appennino, pertanto da intendere anche come laboratorio di sostenibilità. La pandemia sta catalizzando il ribaltamento di gerarchie territoriali, sta modificando le nostre percezioni spaziali e temporali, i nostri stili di vita, con un on-life che ci conduce a nuove esperienze di prossimità.

L’Appennino da quella condizione declinante, distante ed isolata, si ricolloca centralmente. L’Appennino è in sintonia con la green economy. Approccio bottom-up, dal Meridione al Settentrione e partiamo dal Monte Pollino (2.248 metri), nel cuore dell’Appennino Calabro-Lucano. Il Monte Pollino dà nome al Massiccio del Pollino posto lungo il confine tra la Basilicata e la Calabria, a cavaliere tra il mare Ionio e il mar Tirreno. Il Massiccio del Pollino è all’interno del Parco Nazionale del Pollino, istituito nell’anno 1993. Ha vette tra le più alte del Mezzogiorno d'Italia, coperte di neve per ampi periodi dell'anno. Dalle sue cime, oltre i duemila metri di altitudine, si scorgono alla vista ad ovest la costa tirrenica e ad est il litorale ionico.

Tra le località del versante calabro incluse nell’ampio perimetro del Parco, c’è Castrovillari. Ed a Castrovillari, da oltre tre decenni, a tenere alta la cucina e l’ospitalità di Calabria ci sono i fratelli Gaetano e Pinuccio Alia. Ed è con Pinuccio, in tarda mattinata domenicale, che abbiamo piacevole ed interessante conversazione.

Caro Pinuccio, buongiorno. Pensa alle conseguenze della pandemia nel conversare quotidiano. Ti chiedo, dove sei, ma tu mi rispondi in funzione del luogo dove sei o del colore della zona?
Ciao, Vincenzo. Ti rispondo dove sono. Sono a Castrovillari. Se dovessi dirti in che colore si trova la mia cittadina, andrei in confusione. e poi diventerei nervoso se penso che il colore dipende non dalla pandemia ma dall’ impossibilità ad avere assistenza ospedaliera perché la sanità calabrese è commissariata da decenni. Se poi penso che ben 18 Ospedali sono stati chiusi ed abbandonati e che potrebbero essere riaperti in una settimana, sarei ancora più confuso. Aggiungo che ai piedi del Pollino il virus ha fatto pochissimi danni

La tua Castrovillari, ai piedi di quella montagna vera, austera e prodigiosa che è il Pollino. Tu del Pollino, lo so, sei innamorato.
Il Pollino è una magia. Se lo vedi una volta ti rimane nel cuore. Ha paesaggi mozzafiato, è ben conservato, è uno scrigno di tradizioni. Ha cibi affascinanti e se ci fossero infrastrutture adatte potrebbe essere un volano di sviluppo per una vasta comunità calabrese e lucana.

Questa imminente estate, caro Pinuccio, è la seconda che vivremo in situazione anomala a causa del virus. E' estate che aiuterà noi italiani a scoprire meglio il nostro Paese. Sarà un'occasione anche per il Pollino e con esso tutto l'Appennino Calabro Lucano? Altre aree della cordigliera appenninica sono ben consapevoli di questa occasione e si stanno attrezzando
Non so risponderti. La scorsa estate molta gente è venuta in Calabria e molti sul Pollino. Comunque, a mio parere, non abbastanza per come questo Parco Nazionale meriterebbe. I motivi andrebbero cercati nella gestione del Parco stesso, affidata alla politica che se ne serve per sistemare personaggi trombati nelle loro aspirazioni. Credo che si chiami “sottogoverno”.

Vengo nel tuo D&B (Dinner & Bed) a Castrovillari e chiedo ipoteticamente, il "menù del Pollino". Cosa mi arriverebbe in tavola?
Piatti fatti con gli ingredienti presenti in casa al tuo arrivo, piatti preparati con le buonissime carni degli agnelli che hai visto pascolare sulla montagna, se hai prima fatto un giro, con il vitello podolico, con i funghi cardoncelli, con la cipolla bianca di Castrovillari, con i fagioli poverelli di Mormanno o con la lenticchia di Campotenese, con i pomodori e le melanzane di Rotonda o con i biscotti alla lavanda scomparsa poi ritrovata e che è diventata a sua volta un Parco, con una bottiglia di Magliocco o con un bicchiere di Moscato di Saracena ed in più con l'aggiunta della storia delle nostre tradizioni. Tanta biodiversità che solo un Parco può darti.

Una vista del locale Parco del Pollino, dagli Appennini vista mare per un'estate Covid-free
Una vista del locale


Che tu sappia, caro Pinuccio, il Parco sta attrezzandosi nei limiti del possibile per essere Covid free?
Il Parco ha avuto scarsi contagi. Nel Parco si cammina e quindi si pratica la distanza, nel Parco c'è poca gente quindi i rischi di contagio sono praticamente nulli. La montagna è per sua natura poco contagiosa. Contagiosa però è la sua bellezza, se però chi ci viene è bello dentro. Camus diceva che la bellezza del paesaggio è una proiezione del proprio spirito. Va colta.

Insomma, il Parco del Pollino è un Covid free di fatto!
Certo. E’ covid free ed è slow.

Un'ultima domanda la cui risposta è molto impegnativa, ti avverto! E’ domenica di metà aprile ed è quasi ora di pranzo. In cosa consiste il tuo pranzo domenicale?
Mangerò una pasta al forno, candele preparate con una salsa di pomodoro intervallata da uno strato di uova sode sbriciolate e salsiccia, poi uno strato di caciocavallo podolico e poi come secondo una frittata con asparagi selvatici. Finirò con un paio di mandarini che quando li sbucci sono profumatissimi. Accompagnerà il tutto un bicchiere di Magliocco canino. Nel pomeriggio inoltrato un bicchierino di Rosolio al limone con retrogusto piccante accompagnerà una nepitella che è un biscotto ripieno di noci, mandorle, cioccolato e anice, impastate con il mosto cotto.

Pinuccio, mi lasci senza parole. A presto rivederci.
Ciao, Vincenzo. Vieni che la montagna ti aspetta.

I fratelli Gaetano e Pinuccio Alia hanno questo bellissimo plesso alla periferia di Castrovillari costituito da ristorante e albergo.
La struttura si presenta nella sua unicità ed è pertanto assimilabile al D&B, il Dinner&Bed. Scegliere il ristorante per cenare bene e poi evitare di rimettersi in auto e quindi pernottare confortevolmente in struttura.

Il ristorante ha 40 coperti in tre sale con tavoli ben distanziati. C’è anche un bel giardino con tavoli apparecchiati a bordo piscina. Lo chef è Gaetano Alia. L’albergo è diretto da Gaia Alia, figlia di Pinuccio. Ha 14 camere superior. Offre una prima colazione rigorosamente servita al tavolo con un’offerta di dolcetti tipici regionali: nepitelle, chjnulille, susumelle, bocconotti, savoiardi, pastette, crostate, torte fatte in casa; c’anche l’angolo del salato con salsicce, sopressate, capocolli di maiale nero e formaggi del Pollino.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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