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Firenze, il Caffè Giubbe Rosse diventa “bene culturale” da tutelare

 
12 agosto 2019 | 16:16

Firenze, il Caffè Giubbe Rosse diventa “bene culturale” da tutelare

12 agosto 2019 | 16:16
 

Il riconoscimento per lo storico bar degli artisti è arrivato a pochi giorni dal passaggio di proprietà sancito pochi giorni fa dal tribunale. Fondato nell’Ottocento, fu ritrovo dei pittori futuristi e di Eugenio Montale.

A Firenze lo conoscono tutti, ma anche nel resto d’Italia le tovaglie, e soprattutto le divise rosse dei suoi camerieri, sono entrate ormai da tempo nell’immaginario collettivo. Un immaginario che riporta, al solo pensiero del Caffè Giubbe Rosse, alle sue celebri frequentazioni che risalgono ormai al primo Novecento.

La storica insegna del locale, già posta sotto tutela (Firenze, il Caffè Giubbe Rossediventa bene culturale da tutelare)
La storica insegna del locale, già posta sotto tutela

Sede fissa dei Futuristi e culla delle più importanti riviste culturali del secolo scorso, il locale è ora diventato un “bene culturale da tutelare”. Lo ha stabilito con un decreto il ministero dei Beni Culturali. Nell'atto il Mibac sancisce la tutela dello storico locale.

Fondato nel 1897 come Birreria Fratelli Reininghaus, il caffè prese il nome attuale dalla divisa dei camerieri: giacche rosse, all'uso viennese. Diventò sede fissa dei futuristi fiorentini (tra loro, Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Aldo Palazzeschi) e negli anni successivi è stato punto di ritrovo per gli intellettuali gravitanti attorno a riviste come Lacerba, La Voce, Il Selvaggio, Solaria: da Luzi a Vittorini, da Bonsanti a Saba, da Rosai a Montale. Per questo il caffè «rappresenta una testimonianza tangibile dell'atmosfera e del fervore intellettuali che animavano Firenze nel corso del Novecento e costituisce dunque un forte valore identitario», questo il parere della Soprintendenza espresso nel documento presentato al ministero per chiederne la tutela.

Il decreto del Mibac va a rafforzare le tutele di cui le Giubbe Rosse già godevano come esercizio storico certificato dal Comune di Firenze, col vincolo sugli arredi come l'insegna e la vetrata storica incorniciata in legno, le boiserie e i banconi in legno scuro degli anni Trenta, le lampade e le appliques complete di paralume in tessuto rosso: un vincolo già previsto nel bando di gara stilato dalla curatela fallimentare. Un’ombra, quest’ultima, che sembra ormai definitivamente superata con l'assegnazione, seppure ancora provvisoria del caffè da parte del Tribunale di Firenze, alla società Scudieri, controllata attraverso il gruppo senese Nannini dal magnate kazako Igor Bidilo.

Per informazioni: www.giubberosse.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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