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Vignamaggio si rinventa farm hotel Cibo e vino guidano l’offerta turistica

di Maria Carniglia
 
16 novembre 2018 | 15:57

Vignamaggio si rinventa farm hotel Cibo e vino guidano l’offerta turistica

di Maria Carniglia
16 novembre 2018 | 15:57
 

Come ridare vita ad un'intera valle nel Chianti, proponendo i prodotti di un'azienda agricola del futuro? A Vignamaggio il progetto è partito 4 anni fa dall'intuizione del proprietario, l'architetto Patrice Taravella.

Insieme al suo socio, ha deciso di recuperare una vallata e le relative strutture tra le quali la Villa rinascimentale costruita nel '300 dalla famiglia Gherardini, e teatro dell'incontro tra Leonardo da Vinci e Monna Lisa. «Villamaggio come azienda agricola del futuro - spiega Patrice Taravella - una farm hotel che evidenzia  il turismo come collegamento ideale. Condividere un paesaggio da vivere e da mangiare è un'ambizione e significa offrire agli ospiti il frutto del nostro lavoro».

(Vignamaggio si rinventa farm hotel Cibo e vino guidano l’offerta turistica)

L'accoglienza comprende 20 camere nella villa e nella sua dependance; altre 9 camere in un'altra villa; 10 camere in una terza villa deluxe (da affittare in blocco) e Villa Sangiovese a Pantano. Ci sono altre proprietà in ristrutturazione che saranno aperte nel 2020. Il ristorante Monna Lisa offre una cucina tradizionale toscana reinterpretata in chiave moderna, utilizzando soprattutto prodotti stagionali raccolti direttamente dal Pomario, l’orto biologico. Le carni sono selezionate da allevamenti rispettosi dell’ambiente e degli animali, scegliendo sempre fornitori locali e certificati.

La sala interna del ristorante ospita fino a 60 persone e lo stesso vale per la terrazza panoramica, che offre una vista mozzafiato sulla vallata. Il ristorante si trova nelle antiche scuderie della villa, a fianco alle cantine quattrocentesche. Vignamaggio si estende per oltre 400 ettari nel cuore del Chianti Classico, nel comune di Greve in Chianti, a 33 km da Firenze e a 35 km da Siena. L’introduzione di nuove colture, frutteti e di piccoli allevamenti biologici sono parte integrante del progetto di Vignamaggio. L’idea nasce dalla volontà di diversificare le colture e scavalcare il binomio vigneti/oliveti che da almeno 70 anni predomina nel paesaggio chiantigiano per abbracciare un concetto di fattoria toscana all’avanguardia, sempre nel rispetto dei ritmi e dei tempi che la natura ci impone.

I vigneti e gli oliveti rimangono un elemento fondamentale dell’azienda, con 70 ettari di superficie vitata e 5mila piante di olivo. Nel 2014 è cominciato il progetto di conversione all’agricoltura biologica dell’azienda. La tutela del territorio, della salute dei lavoratori e dei clienti, sono i tre motivi principali che hanno condotto Vignamaggio a intraprendere questo percorso. Abbracciando questo nuovo approccio, l’azienda persegue un concetto di qualità trasversale, che ha come obiettivo il rispetto del terreno, delle piante e delle persone.

(Vignamaggio si rinventa farm hotel Cibo e vino guidano l’offerta turistica)

«Tra i piatti del menu, che varia a seconda dei prodotti stagionali, proponiamo - commenta lo chef Fabio Coccia - i salumi di nostra produzione, i tortelli fatti con farina biologica prodotta a Vignamaggio, pere e Blu del Chianti. Tra le carni, il lombo di cinghiale con salsa agrodolce di frutti rossi e terra di cacao, ma anche il pollo alla cacciatora. Alcuni piatti vengono rivisitati in chiave gourmet». Prezzo del menu completo, vini esclusi, 50 euro a persona.

I vini proposti sono tutti prodotti nella tenuta. Tra i vini più rinomati il Chianti Classico Docg riserva Gherardini dedicato a Gherardino Gherardini capostipite della illustre casata.Questo vino viene prodotto con uve Sangiovese per l’80-90% e Merlot per il 10-20%. Dopo le fasi di raccolta e vinificazione, si effettua un affinamento di circa 18-20 mesi in botti e barrique di rovere.

Vino storico dell'azienda è il Cabernet Franc di Vignamaggio pluripremiato viene prodotto con uve provenienti da viti di oltre quaranta anni, riscoperte per caso negli anni ’90 nei vigneti Solatio (Sud-Ovest) e Orto (Est). Il vino che si ottiene sfugge agli schemi tradizionali, infatti le bassissime produzioni per pianta e il clima piuttosto caldo della zona, rendono questo vino pieno e ricco di tannini eleganti. Il vino è affinato per 18-20 mesi in barriques di rovere francese, in parte nuove e in parte di secondo impiego, per poi proseguire con un lungo affinamento in bottiglia.

Per informazioni: www.vignamaggio.com

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