Cesare Paladino, proprietario del Grand Hotel Plaza di Roma, ha patteggiato un anno e due mesi di reclusione per non aver riconosciuto al Comune oltre due milioni di euro dal 2014 al 2018 del contributo di soggiorno.
Due milioni e qualche spicciolo: è la cifra che Cesare Paladino, amministratore unico del Grand Hotel Plaza di Roma, ha intascato negli ultimi cinque anni come tassa di soggiorno dai clienti del suo albergo senza versarli nelle casse del Comune capitolino, cui erano destinati.
Il Grand Hotel Plaza
Per questo l’uomo, 77 anni, padre di Olivia, la compagna del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è stato indagato per peculato. Paladino ha così patteggiato una pena di un anno, due mesi e 17 giorni di reclusione. «Avendo in ragione del proprio ufficio la disponibilità del denaro pagato dai clienti della struttura alberghiera a titolo di ‘contributo di soggiorno' - aveva spiegato il pubblico ministero, formulando l’accusa nei confronti di Paladino - non provvedendo al versamento delle somme riscosse alla scadenza del termine di 16 giorni dalla fine di ciascun trimestre solare, si appropriava di 301.649 euro per il 2014, 545.273 nel 2015, 563.220 nel 2016, 549.353 nel 2017, 88.712 nel 2018 per complessivi 2.047.677 euro».
Dopo che l’uomo, nelle scorse settimane, ha provveduto a risarcire quanto dovuto al Comune di Roma, i magistrati hanno accettato la sua richiesta di patteggiamento.