Le vie di terra che dal mare del Golfo di Salerno portavano merci e persone nell’entroterra, e viceversa, concorsero alla fondazione di borghi vivaci e operosi. Tra questi Oppidum Rota l’attuale Mercato San Severino (Sa).
Rotaticum era il pedaggio di transito, diciamo una sorta di dazio, che si esigeva dai viandanti e veniva calcolato, da qui il nome, in funzione del numero delle ruote del carro. E con questo omaggio al passato mercantile di Mercato San Severino, presente nel nome del locale,
“I Rota - Vino&Cucina” che i coniugi
Francesco Fierro e
Patrizia De Maio hanno da qualche mese riaperto il loro locale dopo una chiusura atta a procedere a fruttuoso restyling.
Francesco Fierro
Locale di nitida solarità, arredi di bell’impatto, con sedute confortevoli. Armonia di coppia con opportuna distinzione di ruoli: Francesco governa la linda e funzionale cucina, mentre Patrizia sovraintende alla sala. Il pranzo ha un inizio piacevole quanto funzionale, con un approccio a buffet. Nel primo calice un sontuoso Greco di Tufo by Terre D’Aione accompagna focaccine su cui poggiano i prodotti dell’orto dell’azienda agricola “Il Moera”; a seguire le prelibatezze uniche dei salumi irpini fatti da Ciarcia.
Nell’accomodarsi a tavola perviene un’interpretazione originale di Francesco dello scammaro, che così diventano paccheri con crema di scarola, alici di Cetara, nocciole e polvere di olive nere. Già bello l’impatto visivo, gli ingredienti si esaltano al palato. A seguire, effluvio olfattivo ben vistoso, gnocchi di zucca con fonduta di caciocavallo, amaretti e arancia. In appropriato calice, l’augusta presenza del Taurasi by Terre D’Aione a sospingere la punta di manzo brasata alla quale si accompagna il mallone contadino su cui sono caduti petali di tartufo irpino.
Paccheri con crema di scarola, alici di Cetara, nocciole e polvere di olive nere
Il mallone, piatto della schietta tradizione contadina, consiste in un misto di erbe di montagna e di foglie di cime di rapa mescolate con patate grumose, peperoncino e olio d'oliva. Il miracolo quotidiano di una cucina povera laddove, stante gli scarti divengono cibo prelibato. A chiudere l’ottimo e piacevole pranzo, un sontuoso babà con marroni e crema mascarpone. A supporto del dolce, provvidenziale l’amaro Sanseverino, fatto dalla locale Antica Distilleria Russo. Prezzi di encomiabile onestà.
Per informazioni:
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