(Ristorante San Pietro
A Cetara delizie e panorama)
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A Cetara, a pochi metri da spiaggia e porticciolo, salsedine quintessenza di atmosfera magica, c’è luogo di grande delizia, il ristorante San Pietro. Terrazzino per le lunghe estati e sala interna di piacevole arredo.
Cetara è paesino di pescatori. Il pescato prevalente è costituito dalle alici, le famose alici di Cetara. E dalla lavorazione delle alici, rivisitazione del garum dell’antica Roma, la colatura di alici, in itinere il riconoscimento Dop. La Costiera Amalfitana ha due porte d’ingresso, entrambe fascinose. Quella nord, laddove ad essa si perviene dalla Penisola Sorrentina, ha come primo impatto la pittoresca Positano. Quella sud, laddove ad essa si perviene da Salerno, ha come primo impatto Vietri sul Mare. E dopo i primi tornanti, quando già si comprende che gli occhi forse non sono bastevoli ad ammirare tale grandiosa bellezza, si giunge a paesino fatato: Cetara appunto.
Patron ed anima del
San Pietro, il valente e simpatico
Francesco Tammaro. Facile entrarci in sintonia. La sua passione per il territorio e per il mare, in uno con la sua competenza che diviene affabile immediato trasferimento di conoscenze per come racconta le proposte, è dolcemente contagiosa. Il tempo di essere a tavola e dalla cucina, governata dal bravo cuoco Bruno Milano, arriva ghiotto benvenuto: Farro con colatura di alici e pesce azzurro.
I calici perdono la melanconia del vacuo andandosi a riempire correttamente con un sontuoso Fiano di Avellino Docg 2016, quello fatto da Clelia Romano in zona d’elezione del Fiano, Lapio (ancora sogniamo una ridenominazione che porti al Fiano di Lapio). Si prosegue con ulteriore antepasto: alicette salate, tonno bianco e caponata. Ed ancora, braciola di alalonga con timballo di riso e colatura e vellutata di broccoli.
Francesco Tammaro
E quando giungono in tavola calamari e gamberi scottati al vapore su giaciglio di briciole di sfusato amalfitano, si ha la certezza che Franco sa intercettare il pescato locale, grazie ai suoi amici pescatori, in modo tale che nel numero delle poche ore si conti l’obitus della fauna ittica che perviene a tavola dopo l’appropriato (mai pasticciato) transito di lavoro in cucina. Primo piatto memorabile: agnolotti di pane raffermo con ricotta dei Lattari e burro dei Lattari, con soffice caduta di briciole di bottarga.
Con il Fiano di Clelia Romano che fa percorso breve da bottiglia a calice, si arriva ad un secondo che testimonia quanto la semplicità sia difficile a farsi: guazzetto del pescato del giorno. Un piccolo capolavoro di bontà. E si chiude, in compagnia di Passito di Pantelleria, con un memorabile pasticciotto crema e amarene. Il conto è di commovente onestà. Il fascino perenne e crescente della Costiera Amalfitana è anche frutto di persone come Francesco Tammaro che sanno mettere la loro competenza, la loro passione ed il loro talento al servizio dello scopo nobile di abilitare esperienze deliziose ai loro clienti.
Per informazioni:
www.sanpietroristorante.it