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Ristorante Bavaro's a Tampa Bay Una cena nel segno del Made in Italy

di Vincenzo D’Antonio
 
16 agosto 2018 | 18:02

Ristorante Bavaro's a Tampa Bay Una cena nel segno del Made in Italy

di Vincenzo D’Antonio
16 agosto 2018 | 18:02
 

Sovente si confondono, dando erronea valenza di sinonimi, le parole “comunicazione” e “promozione” e i sottesi concetti. Ciò è concausa di un’azione mastodontica: la promozione del Made in Italy agroalimentare all’estero.

Questa promozione riguarda in particolar modo gli Usa e, alla fin fine, se si avesse la possibilità/volontà di misurare i risultati (tangibili ed intangibili), si rivelerebbe probabilmente di scarsa efficacia e di bassa efficienza. Si agisce secondo “push” e non secondo “pull”. Si bada a spingere l’offerta piuttosto che a far crescere la domanda. Approccio top down, insomma, piuttosto che bottom up.

(Ristorante Bavaro's a Tampa Bay Una cena nel segno del Made in Italy)

Approccio "pull" nella lodevole cena-evento svoltasi nella sera di Ferragosto in Florida, precisamente a St.Petersburg (Tampa Bay), presso il ristorante Bavaro’s. L’intento, pienamente e brillantemente conseguito, era fornire occasione dilettevole e conviviale per degustare in modalità guidata alcune vere eccellenze del nostro agroalimentare. Quali? Il latte, l’uva e il grano.

Si è partiti allora, in quello che è stato un vero storytelling, garbatamente condotto con nessuna aria saccente ma anche nessuna improvvisazione, dal territorio, dalla forte ed attrattiva connotazione mediterranea e si è giunti a porgere il concetto di conserva. Conservare e trasformare come conseguimento ed abilitazione del passaggio fondamentale per l’uomo dal nomadismo alla stanzialità.

Ed ecco allora il formaggio che è trasformazione e conserva del latte. Il vino che è trasformazione magica dell’uva. La pasta che è trasformazione e conserva del grano.

In questo modo raccontando, si è data la possibilità di degustare tale e quale l’Asiago Dop pressato e l’Asiago Dop d’allevo. Il racconto si è giovato, come è opportuno che sia, di supporto video, facendo chiarezza in modo mirabilmente divulgativo sul “come si fa” il formaggio Asiago Dop. Fondamentale il ruolo del Consorzio Asiago.

(Ristorante Bavaro's a Tampa Bay Una cena nel segno del Made in Italy)

Dal Nord al Sud, raccontando quanto e come il nostro Belpaese si frastagli in sembianze mirabilmente differenti secondo latitudine, si arriva nella verde Irpinia, nel cuore dell’entroterra campano. Meta: Taurasi e la sua Taurasi Docg, dalla vitis hellenica.

Ed allora si parla delle migrazioni nel Mediterraneo e si scopre che sono millenni che esse avvengono e che queste migrazioni generano quelle contaminazioni virtuose in assenza delle quali ci si potrebbe impigrire. Da vitis hellenica, qui la contaminazione è fonetica, via via fino al termine corrente di uva Aglianico.

Si racconta la fatica contadina, il succedersi delle generazioni e si giunge a come si fa il vino oggigiorno, quali competenze dispiegando, quanto reticolari siano divenute le attività di vendita. Nei calici era presente il Taurasi Docg 2011 by Feudi di San Gregorio, per una degustazione guidata, con la commovente attenzione e la voglia di apprendere degli astanti, tutti Italian food&wine lovers, compresi food bloggers ammantati da grande modestia.

Permanenza nei calici di questo robusto ed elegante Taurasi, ritorno in tavola dell’Asiago stagionato in duplice sembianza: a sostanziare una squisita fonduta e a cadere a petali sul sontuoso primo piatto: Eliche giganti Pasta di Gragnano Igp con gamberi floridiani e fonduta di Asiago Dop. Eliche giganti fatte dal Pastificio Di Martino di Gragnano.

Voluta, non civettuola e neanche forzata, la presenza dei gamberi floridiani: godibile la compresenza. A dimostrare che anche la cucina, nonostante il trastullarsi continuamente con la bistrattata “tradizione”, è area di virtuose contaminazioni.

Non è forse frutto di contaminazione tutta la nostra cucina “rossa” di pomodoro? Mica ci dimentichiamo che il pomodoro ce lo portò Colombo nel suo viaggio di ritorno dalle Indie.

(Ristorante Bavaro's a Tampa Bay Una cena nel segno del Made in Italy)

E a dimostrazione che in cucina il certificato di adozione è ben più saliente del certificato di nascita, ecco che adesso parlare di pomodoro e declinare al plurale (si supera la commodity) e discettare perciò di pomodori è la nostra sapienza italiana. Con i pomodori corbarini e con Asiago Dop sia fresco che stagionato, giunge in tavola, per proseguire nel gustoso racconto, la pizza dell’Altopiano, così denominata ad evocare quel territorio tra i più belli del Creato che è l’Altopiano di Asiago.

Nessuna fretta di andare via. Nel Paese che ha inventato il “fast food”, stasera non si va di fretta. Ancora uno spicchio di Asiago ed uno spicchio di racconto. Ancora l’ultimo sorso di Taurasi e ancora un aneddoto vendemmiale. E domande su domande, fino a cominciare a pianificare all’istante il prossimo viaggio in Italia.

Insomma, per tornare all’incipit. Si supera il concetto di promozione ed anche quello, ben distinto, di comunicazione e, coerentemente con l’emergente sentire della digital society e della sua community always on, si fa relazione. Ci si relaziona con i pubblici interessati: si ascolta, si parla.

Nell’understatement della convivialità schietta e genuina, nell’incontro che è confronto con abitudini alimentari così tanto differenti come differente è l’approccio alla cucina ed alla tavola, si semina e si rende rigoglioso il business delle eccellenze agroalimentari del nostro Paese. Altrimenti continua ad imperversare il fake, l’Italian sounding.

La capacità e la voglia di agire innescando il volano virtuoso di una domanda che si vuole che divenga esigente perché soltanto divenendo esigente grazie a conoscenze acquisite in tali frangenti può determinare in modalità “pull” la domanda del vero made in Italy.

Serate fatte da persone e rese possibili da persone che ci credono. Ed il successo di una serata così è stato reso possibile da Luca Cracco, responsabile marketing del Consorzio Asiago Dop, da Francesco Domini, direttore commerciale di Feudi di San Gregorio, da Giuseppe Di Martino, patron del Pastificio Di Martino di Gragnano.

Per informazioni: www.bavarospizza.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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