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Okasan raddoppia a Roma Apre Otosan nel quartiere Trieste

 
10 gennaio 2019 | 16:55

Okasan raddoppia a Roma Apre Otosan nel quartiere Trieste

10 gennaio 2019 | 16:55
 

Dopo aver consolidato la propria posizione nel quartiere Prati, a Roma, Okasan ha aperto un nuovo locale nel quartiere Trieste, dal nome Otosan mantenendo ovviamente l’apprezzata impronta giapponese.

Se il primo ristorante trasmette l’idea di mangiare “come a casa di una mamma giapponese”, la traduzione di Otosan rimanda, invece, alla figura genitoriale maschile. Laddove Okasan incarna già il gusto autentico giapponese, Otosan sta conquistato i consensi e gli apprezzamenti della comunità nipponica. La nuova apertura segue anche la recente inaugurazione di Hiromi Cake, la prima pasticceria giapponese in città sempre della stessa proprietà.

(Okasan raddoppia a Roma Apre Otosan nel quartiere Trieste)

A trasmettere in tavola l’originale cultura giapponese lo chef Aki Kobayashi e il Maestro Sushi Fumio Saito. Tra le specialità di Otosan l’okonomiyaki: letteralmente okonomi “ciò che vuoi” e yaki “alla griglia”; è una ricetta nata nella regione del Kansai, la stessa di origine dello chef. Chiamato la "pizza di Osaka", questo piatto agro-dolce è una sorta di frittata, cucinata sulla piastra con vari ingredienti, dalla carne ai molluschi fino alle verdure (abbonda la verza).
 
Tutto il pesce proviene dai nostri mari a esclusione del salmone di origine norvegese. Otosan è tra i pochi certificati a comprare il tonno più raro e pregiato del mondo, Bluefin, il “Pinna Blu”. Tra le specialità calde, Ramen, Doteyaki, ovvero carne di manzo selezionata e cucinata a bassa temperatura con aggiunta di sake e spezie giapponesi, tenera al gusto e dal sapore morbido e accattivante e Kakuni, uno stufato di spalla di maiale cotto a fuoco lento in salsa giapponese a base di soia, zenzero, sake e aglio.

(Okasan raddoppia a Roma Apre Otosan nel quartiere Trieste)

Per i piatti freddi, Nigiri, Sashimi e come rolls i più richiesti sono Okasan e Otosan: il primo è un Filetto di Spigola in tempura ricoperto da Mango, Alga Nori, Riso, Patata Dolce croccante e una fettina di Lime mentre il secondo un Filetto di Calamaro in tempura, Mango e Mandorle tostate. Da Otosan sembrerà di stare in una vera Izakaya, cioè una trattoria giapponese. In uno spazio di design, dove tutto è leggero e allo stesso tempo prezioso, il concept è stato progettato con materie prime naturali come il legno massello di rovere. Linearità, pulizia e calore raccontano più sale che contano 54 coperti.

Ad arricchire l’esperienza gastronomica di Otosan, una carta di vini che conta circa 15 etichette e diverse referenze di sake. C’è un detto che afferma “Dopo il secondo sake si comunica molto meglio”. Secondo i giapponesi questa bevanda alcolica aiuta a comunicare in modo più efficace e la cantina di Otosan parla da sé. È presente, infatti, un’importante carta di sake, il “vino di riso” giapponese ottenuto da un processo di fermentazione. È disponibile anche una degustazione di tre differenti Sake Giapponesi Premium: il Dewanoyuki Kimoto, sake preparato con metodo tradizionale giapponese; il Konishi Gold, sake daiginjo preparato levigando il riso più del 50%; l’Uroko Yamahai, sake invecchiato in botti di legno pregiato per più di 5 anni.

Per informazioni: www.okasan.it

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