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I boschi distrutti del Friuli Venezia Giulia rivivono nel pane de “Il Fogolar”

 
27 gennaio 2019 | 18:27

I boschi distrutti del Friuli Venezia Giulia rivivono nel pane de “Il Fogolar”

27 gennaio 2019 | 18:27
 

Un pane per far rivivere gli alberi distrutti dal maltempo che ha colpito il Friuli Venezia Giulia alla fine dello scorso ottobre. Questa l’iniziativa di Stefano Basello, cuoco del ristorante “Il Fogolar” di Udine.

La tristezza per la devastazione della sua terra - migliaia di ettari di boschi distrutti per oltre un milione di metri cubi di legname, in particolar modo nella Carnia e a Sappada - ha toccato anche questo chef che da anni guida quello che si può definire il simbolo della storia, della cultura e dei valori della tradizione e dell’ospitalità del Friuli Venezia Giulia. Ma proprio il legame forte e struggente al suo territorio, ha fatto sì che Stefano Basello si attivasse immediatamente per conservare, e in un certo senso far rivivere, la bellezza di questi luoghi e l’essenza degli alberi sterminati dalla furia della pioggia e del vento.

(I boschi distrutti del Friuli Venezia Giulia rivivono nel pane de Il Fogolar)

Con l’aiuto del papà e della sua brigata - e il permesso del sindaco di Sappada e delle Guardie forestali - si è messo al lavoro per recuperare la corteccia degli abeti bianchi e rossi ed estrarne le parti commestibili per ricavarne una sorta di farina da utilizzare per ottenere del pane non solo buono e croccante, ma in grado di far tornare a vivere un territorio e la sua natura. Un gesto di sensibilità e rispetto da parte di Stefano che, oltre ad essere un ottimo chef, è un uomo di grande sensibilità che intende «far rivivere qualcosa di estremamente prezioso che, purtroppo, non ci sarà più».

Stefano Basello (I boschi distrutti del Friuli Venezia Giulia rivivono nel pane de Il Fogolar)
Stefano Basello

Ecco allora che il pane fatto di corteccia interna diventa storia e tradizione. Del resto le farine ricavate da cortecce interne di alberi o radici si producevano già un tempo, quando i contadini le utilizzavano per sfamarsi in quanto molto nutrienti e ricche dal punto di vista organolettico (ecco il motivo per cui vengono chiamate anche “di sussistenza”). Per questo pane, caratterizzato da un profumo buonissimo e particolarissimo, viene utilizzato anche lievito madre, con l’aggiunta del 20% di farine di abeti bianchi o rossi, o licheni.

È così che il paniere de “Il Fogolar” da qualche tempo si è arricchito di questa ulteriore ed originale proposta e costituisce un motivo in più per visitare questa spettacolare regione rendendo omaggio alla sua natura.

Per informazioni: www.ladimoret.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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