A pochi passi dalla piazza che è il salotto buono di Napoli, piazza dei Martiri, fa da cerniera tra la città mediterranea con storia millenaria e la città mitteleuropea con storia centenaria, l’elegante via Filangieri. E qui, in palazzo di tre piani, alacremente da circa un anno svolge eclettica attività di ristorazione... 3 Piani, è questo il nome del locale. Piano terra per accoglienza, cocktail bar e sala fumatori. Primo piano con cucina e sala ristorante principale. Secondo piano con terrazza fruibile pressoché tutto l’anno e banco dei crudi. Le proposte incentrate sui crudi si giovano di menu dedicati.
Polpo alla plancia, nduja e spuma di provola affumicata
Gestione affidata in toto al general manager Agostino Cacace, una vita vissuta nella ristorazione campana di alto livello. In cucina il bravo chef Carlo Spina, un forty and over che ben conosce cosa significhi stare in cucina con la sua brigata al servizio della clientela e poco è allettato dalle luci mediatiche che fungono sovente da malandrine sirene per suoi colleghi più giovani. Impostazione seria e serena: la grande materia prima in cucina vive transito per valorizzazione ed esaltazione di sapori e profumi, ma non va assolutamente stravolta.
La sala
E sulla base di queste sagge basilari considerazioni, ci viene prospettato sontuoso pranzo. Il gradito benvenuto dalla cucina è impreziosito da un appropriato calice di Champagne Brut Rosé Ruinart. La carta dei vini, doviziosa di suo, ha spiccata sezione dedicata agli Champagne, qui ben servizi ed all’occorrenza ben descritti dal maitre.
Gamberi rossi di Mazara e capesante scottate su letto di salsa di zucca grigliata e briciole di pane all’acciuga
L’antipasto, saggio ed ammiccante il consiglio, è doppio. Polpo alla plancia, nduja e spuma di provola affumicata. Una coesistenza mare terra che risulta vincente al palato. A seguire, Gamberi rossi di Mazara e capesante scottate su letto di salsa di zucca grigliata e briciole di pane all’acciuga. Dal calice di Champagne accomiatandoci per dare spazio ad un dignitoso Pecorino, giungono due eccellenti primi, entrambi palesano la grande maestria dello chef, la sua robusta abilità nel valorizzare quanto il pescato sa offrire. Ravioli di ricotta ovina profumata al limone con vongole veraci e spuma di broccoli. A seguire la “mescafrancesca”, ovvero pasta mista, con crudo e cotto di crostacei, alghe disidratate e limone.
Notiamo, in tutti i piatti, la grande attenzione, fuor di sineddoche, al piatto, propriamente inteso, al recipiente: sempre ben pertinenti le forme, sempre ben gioioso ma non chiassoso l’accostamento cromatico. Dulcis in fundo, un delicato ed originale Tiramisù 3P.
I vini
Agostino Cacace ha dalla sua una grande e non comune abilità: sa supervisionare ma sa anche... visionare ed agire nel pragmatico quotidiano. Sua la responsabilità dell’andamento dell’attività con quanto ciò significa in backstage: rapporto con i fornitori, con il personale, con gli organi vigilanti; ma sua anche l’attenta (a tratti ubiqua!) presenza nelle sale, su è giù nei piani, onde garantire l’attenzione dovuta al cliente e sovente quel quid suppletivo, quel saper coccolare il cliente, metterlo a suo agio e volerlo servire al meglio onde fargli vivere esperienza piacevole e memorabile.
Per informazioni:
www.3piani.it