«Mi ha rapito il cuore e il palato.
Sara Preceruti è bravissima: capace, educata, attenta. Il suo modo di fare la porta a essere quello che è. Ha saputo mantenere, a soli 28 anni, la stella Michelin alla Locanda del Notaio di Pellio Intelvi, dando importanza al ristorante e a se stessa. E poi, dal 2016, ha dato l’impronta della sua cucina all’Acquada di Porlezza, sul lago di Lugano. Ma non poteva rimanere il quel buco del culo del mondo. Milano ha una forza di quattro milioni di utenti e Sara ha bisogno di farsi vedere».
Tano Simonato e Sara Preceruti
Così, senza tante parafrasi,
Tano Simonato ha presentato la cuoca che stima a tal punto da essere entrato in società con lei nel nuovo Ristorante Acquada, acquazzone in Milanese, trentacinque coperti in via Villoresi, regno fino all’altro ieri di “Tano passami l’olio”.
Sara Preceruti, Lorenzo Cantoni, Riccardo Arrigoni
Sara, 36 anni, è finita per merito sotto l’ala protettiva di Tano, che conosce a menadito le inside e le trappole di una grande città, ma in cucina vola da sola. «Continuerò a utilizzare il burro», ha puntualizzato tra il serio e il faceto. Con lei, tra pentole e tegami,
Lorenzo Cantoni, già chef dell’Hostaria dei Cavalieri di Borgo Pulciano (Pg), e il giovanissimo
Riccardo Arrigoni, strappato da Doha alla volta di via Villoresi.
Risotto, cavolini di Bruxelles, gocce di yogurt
«Tano – ha ricordato Sara -mi ha spronato a venire a Milano, dove posso esprimere me stessa e dare alla mia cucina una svolta». Una lettura capovolta che parte dalle materie prime più semplici per elaborare una gastronomia di valore. Ricette stellate con un rapporto qualità prezzo poderoso. Un ribaltamento della concezione corrente dell’alta cucina ben rappresentato dalle foto di Massimo Picchieri alle pareti di Acquada.
Milano al contrario nelle pozzanghere
In primo piano le pozzanghere che riflettono i simboli di Milano, dal Duomo alla Scala, alla M della metropolitana.
Cassoeula di moscardini
Così la cucina di Sara Preceruti è caratterizzata da forti contrasti, gioco di equilibri, consistenze e temperature. In menu un’alternanza continua tra dolce e salato, morbido e croccante, caldo e freddo, con un occhio di riguardo ai piatti della tradizione e a quelli inusuali come i Tortellini ripieni di Pico de Chevre, perle di aceto balsamico, sedano rapa, tartare di puledro e brodo di mele. Abbiamo degustato in anteprima Alici al lemongrass su crema di zucca, daikon croccante, salsa di limone, gelato all’olio extra, Risotto cotto con acqua alla salvia, cavolini di Bruxelles, sfere di pera, gocce di yogurt, Cassoeula di moscardini su crostone di polenta bianca, zeste di pompelmo glassate.
Un imprevedibile acquazzone di sapori.
Per informazioni:
www.acquada.com