Con l’avvento della primavera, dopo una lunga chiusura invernale, il Charleston di Palermo è pronto per la nuova stagione e riapre con ancora più piglio.
Oltre 50 anni di esistenza ad altissimo livello per il ristorante. Una volontà, un prestigio ed una qualità per riscalare le più alte vette. Una location unica in una bella villa con saloni, mobili di antiquariato, un'ampia veranda elegantemente adornata in bianco, un dehors con giardino fiorito, un personale di esperienza, un cuoco giovanissimo, ma già affermato, e specialmente una conduzione passionale e professionale di Mariella Glorioso, affiancata dalle giovani figlie.
Dal 1967 il
Charleston delizia il palato dei palermitani, anche per eventi e cerimonie di classe, ma specialmente di chi ama la ristorazione di altissimo livello. Il trentenne chef
Santino Corso è sempre più ispirato, sempre più votato a dare sfogo alla sua fantasia, ardita in parte, rassicurante nella realtà, perchè è sempre la materia prima di eccellenza a far da protagonista; gli abbinamenti e le tecniche di cottura sono volti a valorizzarla, a salvaguardare i singoli sapori, a sottolineare i gusti, sempre cercando di affascinare, se non di meravigliare, anche lo sguardo.
Santino Corso
La nuova carta è solo una base, una traccia, perché Santino la varia giornalmente secondo quello che lo attira al mercato, secondo la sua ispirazione del momento che lo porta di continuo ad inventarsi qualcosa di nuovo che possa addirittura stupire. Quello che intriga di più sono i 2 menu degustazioni alla cieca:
“Libera-mente”, un percorso in otto soste che conduce i clienti alla scoperta della sua cucina più creativa, fortemente legata al territorio ma ricca di contrasti e contaminazioni. “Tutto il mare di Sicilia”, un viaggio alla riscoperta del nostro mare, attraverso i suoi frutti e i suoi pesci: i più noti, i più rari e quelli che stanno scomparendo dalle nostre tavole. Per ridare vita, in chiave moderna, ad antiche tradizioni. Un percorso di sei portate secondo stagione e in funzione della disponibilità del mercato. Crudi, cotti, talvolta marinati, sempre oggetto di interpretazione.
Un terzo menu, più tradizionale, si fa per dire, “Per…Corso Charleston”, rappresenta il modo migliore per iniziare a conoscere la cucina del Charleston attraverso sette piatti, per la maggior parte scelti tra i più richiesti nell’ultimo anno, comprendendo anche quelli che ne hanno fatto la storia. Non manca la scelta alla carta, ma non possiamo che consigliare un'immersione totale nella esclusiva offerta dei menu degustazione.
Abbiamo potuto riapprezzare il cibo in due serate di cui una con i vini di Gaja. Questi alcuni dei piatti gustati.
Pane cunzato con gelatina al pomodoro, formaggio, acciuga e basilico, Cannolicchio con baccalà mantecato al cavolfiore, Pralina di sarda a beccafico con chips di arancia e infusione di alloro, Calamaro tosazu, Cozza con dashi e capperi
Un amuse bouche degno di essere più che un antipasto, in quanto offerto con ben 5 proposte: “Pane cunzato con gelatina al pomodoro, formaggio, acciuga e basilico”, “Cannolicchio con baccalà mantecato al cavolfiore”, “Pralina di sarda a beccafico con chips di arancia e infusione di alloro”, “Calamaro tosazu”, “Cozza con dashi e capperi”, il tutto presentato in modo artistico.
Sua maestà il gambero rosso
Anche l’antipasto è una composizione, una meraviglia atta a stupire “Sua maestà il gambero rosso”, diviso in 4 parti con step ben precisi. Si inizia con “Zucchero soffiato con gambero rosso e nocciole, spuma al nero di seppia, shiso e agrumi”. Si prosegue con un il “Sasso nero con bisque di gamberi”, un vero gioco in quanto si deve indovinare quale sia il gambero in mezzo ad identici sassi anneriti, si arriva a “La testa”, che sdogana per la prima volta in un ristorante gourmet l’usanza palermitana di succhiare l’interno della testa di gambero. Si termina con una “Tisana al gambero rosso con mela verde, menta e scorzetta di arancia”, che pulisce e prepara il palato all’arrivo della portata successiva.
Sgombro a chi?
Altro antipasto, “Sgombro a chi?”, sgombro, aceto di fichi, taleggio, cotenna disidratata di maialino nero dei Nebrodi”.
Per primo, “Spaghetto Kefir” che mescola le tecniche di fermentazione dell’Asia minore alla materia prima della Sicilia, come la bottarga di ricciola e la mandorla di Avola. Per prepararlo, il latte viene lasciato fermentare per 12 giorni con mandorle di Avola non trattate. Completano il piatto il lime e la bottarga.
Abbottonato
Una pasta ripiena, “Abbottonato”, bottoni di pasta fresca, camembert, sedano rapa, crudo di tonno, dashi agli agrumi”.
Zuppa di pesce
Una “Zuppa di pesce” è il primo dei secondi piatti, rivisitazione della tradizionale zuppa di pesce, i cui ingredienti variano in base al giorno. In questo caso la palamita, la mupa nera, la gallinella e le triglie. Accompagnano i tocchetti di pesce due “pomodorini”, uno rosso - creato con gambero rosso e glassato con gel al pomodoro - e uno giallo con lo scampo e gel allo zafferano.
Stinco di agnello
Segue “Stinco di Santo? No di agnello!”, coscia di agnello allestita a mo’ di ciambella glassata al ribes nero con croccante alla nocciola, polvere di barbabietola, più che uno stinco sembra un dolce.
Predessert Malvasia
Predessert “Malvasia” un crumble ai fichi secchi, meringa morbida al limone, sorbetto di Malvasia delle Lipari.
Dessert Spring
“Spring” costituisce il dessert: 2 mousse di gelsomino dorate e 2 glassate nel cioccolato, gelato agli agrumi, crumble di mandorle salate, cialdine alla mandorla. Un dessert che con i suoi profumi è un inno alla primavera.
Per informazioni:
www.ristorantecharleston.com