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Ristorazione in ripresa per le feste Cursano: «Firenze verso l'overbooking»

Il settore dell’ospitalità sta dando segnali molto positivi nel capoluogo toscano, dove per il periodo di Natale e Capodanno si registra un boom di prenotazioni. Soddisfazione da parte di Aldo Cursano, vicepresidente Fipe, che sottolinea il ruolo importante svolto da Expo 2015 nel rimettere al centro il cibo

29 dicembre 2015 | 10:31
Ristorazione in ripresa per le feste 
Cursano: «Firenze verso l'£$overbooking$£»
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Ristorazione in ripresa per le feste Cursano: «Firenze verso l'overbooking»

Il settore dell’ospitalità sta dando segnali molto positivi nel capoluogo toscano, dove per il periodo di Natale e Capodanno si registra un boom di prenotazioni. Soddisfazione da parte di Aldo Cursano, vicepresidente Fipe, che sottolinea il ruolo importante svolto da Expo 2015 nel rimettere al centro il cibo

29 dicembre 2015 | 10:31
 

A Firenze si respira aria di ottimismo nel settore della ristorazione e, più in generale, dell’ospitalità. A confermarlo è Aldo Cursano (nella foto), vicepresidente vicario di Fipe-Confcommercio (Federazione italiana pubblici esercizi) e presidente di Fipe-Confcommercio Toscana, che in una recente intervista a La Nazione pone l’accento sul bilancio più che positivo che il capoluogo toscano ha registrato nel periodo natalizio: la gente, che per effetto della crisi si è privata per molto tempo del piacere di un pranzo o una cena al ristorante, ora ricomincia ad uscire di casa. Tra i segni forti di ripresa c’è anche il boom di prenotazioni per Capodanno, che segna una netta inversione di tendenza.

Aldo Cursano

Firenze può essere considerata un esempio di quanto sta avvenendo un po’ in tutto il Paese, anche grazie ad Expo 2015, che ha contribuito a riaccendere i riflettori sull’enogastronomia e sul valore del Made in Italy a tavola. Nell’intervista, Cursano rilancia inoltre il tema che Italia a Tavola ha posto al centro del talk show svoltosi pochi giorni fa in occasione della presentazione della Guida 2016 Euro-Toques Italia all’Hotel Gallia di Milano: rimettere la ristorazione e l’ospitalità al centro dei rapporti sociali.

Vista l’importanza dei temi trattati dal vicepresidente di Fipe, riportiamo di seguito l’intervista integrale pubblicata da La Nazione del 27 dicembre scorso.


Presidente, il Natale in città è stato da tutto esaurito?
Finalmente dopo sette anni vediamo il bilancio in positivo e torniamo al segno “più”. La crisi aveva stretto le famiglie intorno al focolare, le aveva rinchiuse tra le mura di casa: adesso è tornato, invece, il piacere di godersi le feste anche a ristorante. In questo modo riusciamo anche ad alleggerire il ruolo delle figure femminili della famiglia che, tradizionalmente, sono le più sacrificate nella preparazione di ricette che richiedono tempo e impegno a cui il ristorante può sopperire.

Continuiamo a scegliere la tradizione, dunque; nessun menu alternativo in tavola?
Privilegiamo la rivisitazione delle ricette tradizionali, ma la crisi ha modificato gli stili di vita in modo profondo, soprattutto in termini di consapevolezza e responsabilità. Abbiamo imparato la sobrietà, le scelte anti spreco. Facciamo ad esempio maggiore attenzione alla stagionalità: per dirla con uno slogan, “meno gamberi e più legumi”, gli effetti speciali lasciano spazio alla sostanza.

Il 2015 è stato l’anno di Expo: accendere i riflettori sul cibo, quindi, ha aiutato?
Expo ci ha insegnato la responsabilità nell’acquisto e ci ha spinto a scegliere la qualità, la tradizione artigianale. Un cambiamento che si riflette anche nei regali: è sempre più frequente donare un’esperienza, una cena gourmet o un buono da spendere in alta gastronomia. Non solo perché tendiamo a preferire doni utili, ma anche perché ci piace condividere esperienze culinarie che solitamente non sarebbero alla portata di tutti.



Insomma, niente più pranzi pantagruelici che ci inchiodano a tavola per giorni interi?
Questo Natale è stato guidato dalla sobrietà, intesa come percorso di maturazione culturale. Il cibo è la storia di un popolo ma è anche un bene comune; dobbiamo imparare a sprecare meno e donare di più, rimettendo al centro l’uomo, creatore dei prodotti e custode del territorio. Anche da qui passa un “rinascimento” della cucina italiana di cui Firenze può essere, legittimamente, capitale.

A Capodanno cosa ci aspetta?
L’overbooking, per dirla in gergo tecnico: l’inversione di tendenza è netta e, complice il delicato contesto internazionale, gli italiani hanno scelto mete di casa nostra, privilegiando le città d’arte. Firenze esce alla grande: pubblico e privato stanno operando in sinergia come forse non avevano mai fatto prima e la grande bellezza della città si accende.

Chi non si è organizzato deve affrettarsi?
Per trovare un posto la sera di Capodanno serviranno buone raccomandazioni! A parte gli scherzi, tutti noi operatori siamo pronti a cogliere questa grande opportunità. D’altronde, questo è il destino di una città divenuta spazio di vita per chiunque arrivi ad attraversarla. Roma è di fronte a una fase di decadenza, Venezia è cristallizzata nel classicismo: ecco, allora, che Firenze diventa la città che regala la vera emozione, la magia del Capodanno. Dobbiamo lavorare, tutti insieme, perché sia all’altezza delle aspettative.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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