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Fake news sul cibo, il fenomeno dilaga Il 66% degli italiani ci “casca”

Un’indagine Coldiretti/ixè ha rilevato che quasi 3 italiani su 4 credono alle bufale che la rete mette in circolo sul cibo e sulle abitudini alimentari spingendosi a comportamenti pericolosi per la salute. Il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo ha ribadito l’importanza della formazione nelle scuole per il futuro

di Federico Biffignandi
 
05 maggio 2017 | 10:09

Fake news sul cibo, il fenomeno dilaga Il 66% degli italiani ci “casca”

Un’indagine Coldiretti/ixè ha rilevato che quasi 3 italiani su 4 credono alle bufale che la rete mette in circolo sul cibo e sulle abitudini alimentari spingendosi a comportamenti pericolosi per la salute. Il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo ha ribadito l’importanza della formazione nelle scuole per il futuro

di Federico Biffignandi
05 maggio 2017 | 10:09
 

Le fake news influenzano anche la dieta degli italiani. Cibi che danneggiano la salute, presunte abitudini scorrette, diete innovative strampalate e chi più ne ha più ne metta ingannano tre italiani su quattro (66%) che si dicono preoccupati per le false notizie. Questo è quanto emerge dall’indagine Coldiretti/ixe’ presentata in occasione della campagna #stopfakeatavola promossa dalla Coldiretti e dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare nell’ambito del corso di formazione, organizzato in collaborazione con la Scuola superiore della Magistratura.

Fake news sul cibo, il fenomeno dilagaIl 66% degli italiani ci casca

La fonte delle principali “bufale” non può che essere il controverso web che, sempre più senza controllo, spara sentenze a raffica giocando su titoli scandalistici in grado di minare le sane certezze che ci siamo portati dietro fino ad oggi. Secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, il 53% degli italiani ha utilizzato il web almeno qualche volta durante l’anno per raccogliere informazioni sulla qualità dei prodotti alimentari. Ben il 25% degli italiani partecipa a community/blog/chat in internet centrate sul cibo, proprie o di altri, che influenzano le scelte di acquisto in modo non sempre corretto e veritiero.

«La scorretta informazione nell’alimentare ha un peso più rilevante che negli altri settori perché va ad influenzare direttamente la salute. Per questo dobbiamo prestare particolare attenzione ed essere grati a quanti sono impegnati nello smascherare gli inganni», ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. «Internet però non va criminalizzato perché può svolgere un ruolo di controllo importante in un sistema in cui – ha precisato Moncalvo - l’informazione alimentare purtroppo rischia di essere influenzata soprattutto dalle grandi multinazionali grazie alla disponibilità di risorse pubblicitarie investite. Per noi le fake news sono anche le pubblicità delle aranciate che contengono appena il 12% di succo o quelle dell’olio di oliva di grandi marchi che fanno immaginare paesaggi toscani mentre contiene quello importato dalla Tunisia o ancora il prosciutto nostrano che è fatto con maiali tedeschi senza alcuna informazione in etichetta per i consumatori».

«Per questo - ha concluso Moncalvo - siamo impegnati nell’educazione nelle scuole e nell’informazione nei mercati degli agricoltori con il progetto Campagna Amica che consente di ricostruire un rapporto diretto tra chi produce e chi consuma nel segno della trasparenza. Un arricchimento culturale che, con la conoscenza diretta, contribuisce a combattere le fake news, ma anche ad adottare comportamenti di acquisto più informati e consapevoli che aiutano a scegliere i prodotti sugli scaffali anche nelle forme più tradizionali della distribuzione».

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