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A Tavola con... Massimo De Rosa «La mia infanzia coi sughi delle nonne»

di Andrea Radic
 
17 febbraio 2018 | 10:09

A Tavola con... Massimo De Rosa «La mia infanzia coi sughi delle nonne»

di Andrea Radic
17 febbraio 2018 | 10:09
 

Massimo De Rosa, candidato capolista per il Movimento Cinque Stelle, si è occupato di ambiente da vicepresidente della commissione Ambiente alla Camera, ora vuole portare questi temi in Regione e nel settore agricolo.

La legge sul sistema nazionale della protezione dell’ambiente porta la sua firma: «Ne sono orgoglioso, è una legge dello Stato, che mette a sistema tutte le agenzie ambientali italiane per dare gli stessi servizi da nord a sud. Ora servono più fondi, ma ci arriveremo. A livello regionale, il patrimonio agricolo della Lombardia va supportata e difeso e la pianura Padana soffre di un inquinamento eccessivo, dobbiamo intervenire, i nostri figli devono poter respirare meglio».

Massimo De Rosa (A Tavola con... Massimo De Rosa «La mia infanzia coi sughi delle nonne»)
Massimo De Rosa

Qual è il tuo rapporto con il cibo?
Mangiare è un piacere, a volte anche una valvola di sfogo, quando sono stressato mi rifugio nel cibo e mangio un po’ di più. A Roma in questi cinque anni di politica parlamentare tante volte la difficoltà era trovare un ristorante aperto a tarda ora.

I costi della politica sono un problema che fa infuriare gli elettori…
Ciò che è necessario spendere per lavorare con l’obiettivo di migliorare le condizioni della cittadinanza, va speso, tutto il resto sono privilegi che vanno aboliti. La politica non necessita di tanti soldi, ma di molta buona volontà. Dobbiamo ancora tagliare privilegi e pensioni d’oro, il politico deve essere trattato come qualsiasi altro lavoratore, si deve mettere a disposizione del Paese e non diventarne un peso. Anche i politici devono fare sacrifici come tutti gli italiani, soprattutto in un momento di crisi.

L’etica è ancora un valore della politica oppure è scomparsa?
Ho conosciuto diversi colleghi che hanno un forte senso etico, che hanno dato tutto, io stesso ho dato il possibile, ma le persone che guardano al solo proprio interesse sono ancora molte, le lobby sono forti.

(A Tavola con... Massimo De Rosa «La mia infanzia coi sughi delle nonne»)

Massimo De Rosa ha lavorato alla azienda di liquori e vini Sperone di Cusano Milanino e apprezza un calice di Franciacorta, bollicine simbolo della Lombardia con le quali si apre il pranzo del cuoco Daniel Canzian nel suo ristorante milanese.

«Lavoravo al controllo qualità, liquori, vermouth, spumanti, mi sono fatto esperienza nella vinificazione e nella produzione, affascinante per me che arrivavo dalla facoltà di Scienze Ambientali. Il settore vinicolo è un importante polo di occupazione, ma è ancora soffocato dalla burocrazia, troppe persone nelle aziende si occupano esclusivamente di adempimenti burocratici, senza produrre nulla. Una burocrazia che attanaglia le piccole medie imprese, chi ha voglia di fare va aiutato con la semplificazione perché abbiamo una grande capacità di trasformare i prodotti della terra che altri Paesi non hanno».

La qualità che più apprezzi nelle persone e il difetto che non sopporti?
L’intraprendenza è la qualità che più mi piace, preferisco le persone che fanno e che parlano poco, la concretezza. Non mi piace il contrario, l’atteggiamento di chi critica e non fa nulla, capace solo a parlare. Ecco, impariamo a guardare prima ai nostri difetti e poi cerchiamo di portare un contributo alla collettività.

Usi i social network?
Certamente, oggi se non sei social non esisti, poter raccontare e consegnare a tutti la tua attività con una modalità senza filtri è un vantaggio. È la democrazia del web cui va però aggiunta un’educazione personale per capire cosa sia da seguire e difendersi dalle fake news.

(A Tavola con... Massimo De Rosa «La mia infanzia coi sughi delle nonne»)

Qual è la cosa bella della politica?
Essere in piazza con le persone che ripongono la loro fiducia nel tuo lavoro per avere un futuro migliore, una sensazione di responsabilità molto forte.

Come può migliorare la produzione agricola?
Investire nella agricoltura biologica, conosco agricoltori del Parco Agricolo sud Milano, che producono grani antichi, e dobbiamo, a questo proposito, cominciare a dare fondi agli enti parco e riconoscerne il ruolo fondamentale. Il futuro sono i prodotti della terra da consumare vicino ai luoghi di produzione, recuperare la stagionalità, meno trasporto che significa anche meno inquinamento. Diamo fondi all’agricoltura, tutelando il consumo del suolo.

Il sapore della tua infanzia?
La cucina delle mie due nonne, una di San Martino al Tagliamento, l’altra milanese. I loro sughi sono il sapore della mia infanzia, cose semplicissime, ma straordinarie.

Più ai fornelli o a tavola?
A tavola, ai fornelli la mia compagna Paola, bravissima cuoca. Quando ci vogliamo rilassare scegliamo la cotoletta alla milanese “orecchia di elefante” al ristorante “Casa Mia” di Cormano.

Come hai conquistata Paola?
È stata lei, sono sempre le donne a condurre il gioco...

Il tuo luogo del cuore?
Viale Matteotti a Cusano Milanino, a qualsiasi ora del giorno o della notte esci e trovi qualcuno, il cuore del paese, una passeggiata sempre piacevole, manca solo il mare...

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