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Addio a Beppe Bigazzi Volto noto della gastronomia in tv

Una delle presenze storiche della trasmissione La Prova del Cuoco, è morto all'età di 86 anni. Giornalista e gastronomo ha partecipato ad altre trasmissioni tv sulla Rai e sul canale satellitare Alice.

 
09 ottobre 2019 | 17:52

Addio a Beppe Bigazzi Volto noto della gastronomia in tv

Una delle presenze storiche della trasmissione La Prova del Cuoco, è morto all'età di 86 anni. Giornalista e gastronomo ha partecipato ad altre trasmissioni tv sulla Rai e sul canale satellitare Alice.

09 ottobre 2019 | 17:52
 

Beppe Bigazzi, uno dei volti noti e più storici della televisione che racconta il cibo, è morto nei giorni scorsi all'età di 86 anni in seguito ad una lunga malattia. A dare l'annuncio è stato il cuoco e amico Paolo Tizzini del ristorante L'Acquolina di Terranuova Bracciolini, il comune dove Bigazzi era nato il 20 gennaio 1933.

Beppe Bigazzi (Addio a Beppe Bigazzi Volto noto della gastronomia in tv)

Beppe Bigazzi (foto: La Stampa)

Nel post il cuoco ha lasciato intendere che il decesso sia avvenuto nei giorni scorsi, ma che la famiglia ha voluto mantenere privatissimo il momento di lutto. Probabilmente nella giornata di oggi sono stati celebrati i funerali.

Bigazzi iniziò a dedicarsi alla sua passione per la gastronomia curando, dal 1997 al 1999, sul quotidiano «Il Tempo» la rubrica «Luoghi di Delizia» e sempre nel 1997 pubblicò il libro «La Natura come Chef» che vince il premio «Verdicchio d'oro». In televisione curò dal 1995 al 2000 la rubrica «La borsa della spesa» all'interno del programma Unomattina su Rai 1 e dal 2000 ha partecipato a «La prova del cuoco» insieme ad Antonella Clerici prima di trasferirsi ad Alice con un programma suo. Nel 2013 il ritorno alla Prova del Cuoco.

Nel 2010 Bigazzi fu anche al centro di una polemica (della quale noi avevamo dato notizia sul nostro quotidiano online) che lo portò ad essere sospeso dalla Prova del Cuoco perchè secondo qualcuno aveva dato ricette per cucinare i gatti. Lui si giustificò: «Negli anni '30 e '40 come tutti gli abitanti della Val d'Arno a febbraio si mangiava il gatto al posto del coniglio, così come c'era chi mangiava il pollo e chi non avendo niente andava a caccia di funghi e tartufi non ancora cibi di lusso. Del resto liguri e vicentini facevano altrettanto e i proverbi ce lo ricordano. Questo non vuol dire mangiare oggi la carne di gatto, ho solo rievocato usanze». «Nella puntata di giovedì grasso - aggiunge il cuoco, giornalista, portabandiera di un ritorno ai cibi locali e genuini e autore di libri di cucina - ho parlato di un proverbio delle mie parti. A berlingaccio (il carnevale in dialetto) - chi non ha ciccia ammazza il gatto. Evidentemente qualcuno ha voluto capire che ho invitato a mangiare carne di gatto, ma è follia».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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