Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
giovedì 25 aprile 2024  | aggiornato alle 23:04 | 104802 articoli pubblicati

Olio evo pugliese Un patrimonio da difendere

È la regione del sorriso e del “tacco d’Italia”, dove si mescolano accoglienza e sensualità, dove le distese di ulivi partono dalla pianura per arrivare fino al mare. La Puglia è il paradiso dell’olio extravergine.

di Fulvio Raimondi
sommelier dell'olio
 
01 novembre 2019 | 12:25

Olio evo pugliese Un patrimonio da difendere

È la regione del sorriso e del “tacco d’Italia”, dove si mescolano accoglienza e sensualità, dove le distese di ulivi partono dalla pianura per arrivare fino al mare. La Puglia è il paradiso dell’olio extravergine.

di Fulvio Raimondi
sommelier dell'olio
01 novembre 2019 | 12:25
 

Una regione in grado di sedurre il visitatore con il sole che la scalda e con i più gioiosi sorrisi italiani, non può non colpire anche con i sapori della terra e, per raccontare cosa sia la Puglia in relazione all’olio extravergine, vero e proprio tesoro della regione, non può bastare un solo articolo. Per iniziare, ecco alcuni numeri riguardanti la produzione. In Puglia la superficie coltivata ad oliveti è circa di 373mila ettari. Ci sono circa 60 milioni di piante, di cui circa 15 milioni secolari e 5 milioni considerate monumentali. Vengono prodotte circa 160mila tonnellate di olio, quasi il 50% della produzione nazionale. Ci sono quasi mille frantoi e circa 230mila aziende. È per distacco la regione regina riguardo all’olio evo.

In Puglia ci sono circa 60 milioni di piante, di cui circa 15 milioni secolari e 5 milioni considerate monumentali (Olio evo pugliese Un patrimonio da difendere)

In Puglia ci sono circa 60 milioni di piante, di cui circa 15 milioni secolari e 5 milioni considerate monumentali

Tra le piante considerate monumentali esiste l’ulivo più antico del mondo. È una meta turistica per gli appassionati del settore perché vanta ben 4mila anni di vita. Pensate, siamo alle origini della civiltà. Intorno al 2000 a.C. le persone vivevano quella che è considerata la media età del bronzo. Era l’epoca della Mesopotamia, dell’antico Egitto, tanto per dare qualche cenno temporale. Da allora, quell’albero vive testimoniando quanta forza e tenacia abbia saputo conservare e accrescere nel tempo.

Forza e tenacia, però, messe recentemente a dura prova dal problema Xylella. La Xylella è un batterio che vive e si riproduce all’interno dell’apparato conduttore della linfa e, una volta innestatosi nella pianta, blocca il passaggio di quegli elementi essenziali alla vita della pianta stessa, seccandola. Come spesso succede, in questi casi ci sono coloro che cercano di rimbalzare responsabilità ma, vista la gravità del problema, occorrono rimedi piuttosto che accuse.

E tali rimedi dovranno preservare tutto il patrimonio di cultivar che la regione regala grazie alle sue 5 zone Dop. In tutta la regione si possono trovare decine di cultivar diverse con altrettante caratteristiche organolettiche particolari. Sono circa 32 le varietà autoctone, tra cui Cellina barese, Cellina di Nardò, Cima di Mola, Ogliarola barese e garganica, Peranzana, Rondella e la più famosa e conosciuta Coratina.

Dal Gargano, passando per Bari, scendendo fino a Lecce e al Salento per poi andare sulla sponda ionica, possiamo trovare innumerevoli accostamenti tra siti da visitare e piatti da gustare su cui adagiare il nostro prezioso tesoro verde. Chi ha vissuto anche per brevi periodi in questa parte d’Italia, ci vuole tornare, come fosse in preda a quello che si potrebbe definire il “mal di Puglia”. E noi ci faremo ritorno illustrando nel dettaglio cosa sia l’olio pugliese nei vari territori che lo producono.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Molino Dallagiovanna
Delyce
Cattel
Nomacorc Vinventions
Union Camere

Molino Dallagiovanna
Delyce
Cattel

Nomacorc Vinventions
Giordana Talamona