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Extravergine di qualità Qual è il giusto prezzo?

L’olio prodotto secondo il principio dell’alta qualità non può costare pochi euro. Bisogna trovare il modo di dimostrare e far capire che dietro quella bottiglia di olio extravergine c’è un enorme lavoro.

di Fausto Borella
 
03 novembre 2019 | 12:03

Extravergine di qualità Qual è il giusto prezzo?

L’olio prodotto secondo il principio dell’alta qualità non può costare pochi euro. Bisogna trovare il modo di dimostrare e far capire che dietro quella bottiglia di olio extravergine c’è un enorme lavoro.

di Fausto Borella
03 novembre 2019 | 12:03
 

Ci siamo, ormai non possiamo più attendere. Tutti gli appassionati di agricoltura e quindi di olio di qualità vedranno in questi giorni, sui loro social, foto e video di produttori, frantoiani, opinion leader e amanti di questo nettare davanti a quella fontana metallica che si chiama separatore, da cui fuoriesce il tanto atteso olio extravergine.

L’olio prodotto secondo il principio dell’alta qualità non può costare pochi euro (Extravergine di qualità Qual è il giusto prezzo?)

L’olio prodotto secondo il principio dell’alta qualità non può costare pochi euro

I visi degli oliandoli sono tirati, stanchi e assonnati, spesso aspettano per ore che il loro nuovo raccolto produca qualcosa di buono, per loro e soprattutto per tutti i vecchi e nuovi acquirenti. Ma non perdono mai la speranza, la voglia di continuare nonostante le avversità, sia climatiche sia patogene, che potrebbero colpire l’oliva prima della sua trasformazione in condimento di eccellenza. Ma le avversità sono spesso di carattere esterno. Quando l’olio è stato travasato in silos di acciaio inox, filtrato e lasciato riposare sotto gas inerte, inizia la fase più delicata: a quanto vendere l’olio?

In questi giorni, tanti cari amici produttori mi chiedono lumi e consigli per capire a che prezzo può uscire il loro prodotto. Posto che l’olio sia corretto (per usare un termine caro agli enologi quando assaggiano i vini ancora in botte o nei contenitori) e magari sia anche molto profumato e perfetto sotto l’aspetto organolettico, l’imbottigliamento diventa un passaggio fondamentale. Che si usi il vetro verde Uvag ad alta protezione o la latta a banda stagnata oppure il bag-in-box, bisogna convincere il consumatore che l’olio di qualità costa e non deve essere discriminato.

Eh sì, questa è la parola corretta. C’è una grande discriminazione tra un olio artigianale, che al produttore costa almeno 10-15 euro al litro, e un olio da primo prezzo che esce a 5-6 euro al litro sullo scaffale della Gdo. Lo abbiamo detto e ripetuto mille volte, l’olio non può costare pochi euro, e per avere un’alta qualità in termini di antiossidanti naturali, come i polifenoli e la vitamina E, deve essere prodotto in una certa maniera.

Spesso si ricorre a due fasce di prezzo: per i turisti stranieri che arrivano in villeggiatura una bottiglia da 500 ml viene venduta a 15-18 euro; e poi si crea una scontistica per gli amici e i locali. Dobbiamo trovare il modo di dimostrare e far capire che dietro quella bottiglia di olio c’è un enorme lavoro e che è un sacrosanto diritto dell’olivicoltore ottenere un giusto guadagno.

Loro, gli oltre 850mila olivicoltori sparsi nel nostro Stivale, sono depositari di una cultura antica di millenni, e se si stancano di perderci soldi, energie e tempo potrebbero da un momento all’altro abbandonare la barca, che sempre più si riempie di acqua. Ad un certo punto sarà troppo tardi per tornare indietro. Sarebbe una perdita incalcolabile, perché si aprirebbe una falla in cui entrerebbero oli di altri Paesi, di dubbia provenienza e di qualità assolutamente inferiore. Davvero vogliamo questo?

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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