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Un'ottima annata per l’olio italiano Ma dove si acquista il migliore?

Il Sud Italia, soprattutto Puglia e Calabria, hanno giovato di un 2019 molto positivo, mentre al Nord gli olivicoltori hanno sofferto. Di olio ce n’è, ma quello artigianale pare introvabile. Il consiglio per non rimanere delusi è affidarsi direttamente ai produttori con storia ed espereinza che offrano prodotto di qualità.

di Fausto Borella
08 dicembre 2019 | 09:35
Un'ottima annata per l’olio italiano 
Ma dove si acquista il migliore?
Un'ottima annata per l’olio italiano 
Ma dove si acquista il migliore?

Un'ottima annata per l’olio italiano Ma dove si acquista il migliore?

Il Sud Italia, soprattutto Puglia e Calabria, hanno giovato di un 2019 molto positivo, mentre al Nord gli olivicoltori hanno sofferto. Di olio ce n’è, ma quello artigianale pare introvabile. Il consiglio per non rimanere delusi è affidarsi direttamente ai produttori con storia ed espereinza che offrano prodotto di qualità.

di Fausto Borella
08 dicembre 2019 | 09:35
 

Basta, ho deciso: apro un negozio di olio. Non è possibile che in quest’annata, nessuno trovi un po’ di olio per casa sua, né toscano, dal momento che vivo a Lucca queste sono le richieste che mi fanno, né italiano. Sembra quasi che l’olio artigianale di qualità sia sparito; introvabile. Spero, con questa provocazione scherzosa, ma poi neanche troppo, di aver introdotto qual è la situazione attuale, adesso che la raccolta delle olive buone e sane, è terminata.

Abbondanza di olio italiano che sembra tuttavia introvabile (Un'ottima annata per l’olio italiano Ma dove si acquista il migliore?)

Abbondanza di olio italiano che sembra tuttavia introvabile

Si dice che rispetto allo scorso anno ci sia un incremento nazionale di addirittura +89% (con problemi però sui prezzi). Questo perché il nostro polmone d’Italia, Puglia e Calabria, rispetto all’annata funesta del 2018, adesso hanno avuto un’abbondanza olivicola, che gli permette di stare più tranquilli. I dati sono oramai definitivi e dobbiamo registrare un calo pressoché totale nell’Italia settentrionale, dove solo un 10% degli olivicoltori, sono riusciti a portare a casa un po’ di olio extravergine.

Toscana e Umbria non sorridono molto, sia perché c’è stato un calo del 20-30% sia perché a settembre è comparsa la mosca olearia e se gli olivicoltori non sono intervenuti con una raccolta anticipata o con prodotti per tutelare le olive, l’olio che ne uscirà, non sarà dei migliori. Allora dove reperirlo l’olio quest’anno? Dico sempre che ci sono due categorie che necessitano di essere tutelate: il consumatore, autonomo, che per casa sua e la sua famiglia può scegliere due, tre quattro oli da tenere nella propria cucina e alimentarsi in maniera sana, dotta, ricercando il perfetto abbinamento tra cibo, olio e vino.

E la seconda categoria, a mio avviso ancora più importante, la ristorazione e il pubblico esercizio in generale, che non può più permettersi di condire con il “bricco” col beccuccio lungo, la pizza che esce dal forno, o con il dispenser di plastica l’insalata che parte dalla cucina. L’olio si difetta subito, soffre l’aria, la luce e il calore e l’odore e successivamente il gusto che ne conseguono sono sgradevoli e soprattutto difettosi. Va saputo riconoscere e per far questo il consumatore e il gestore del locale deve allenarsi quasi quotidianamente nella ricerca dell’olio da primo prezzo insignificante e spesso difettoso e nella ricerca dell’ottimo olio profumato con note vegetali e fresche, ben riconoscibili da tutti, grandi e soprattutto piccini.

Quindi, ritornando alla domanda iniziale, dove possiamo trovare un buon olio quest’anno? Senz’altro conviene seguire le aziende artigianali, che hanno la certezza degli oliveti, che raccontano che il loro olio ha un nome, una cultivar una storia. Ricordatevi sempre che l’olio non deve uscire dalle cisterne dei camion, ma dal separatore del frantoio dove si vuole acquistare il prodotto. Quasi tutte le regioni italiane possono produrre, chi vuole uscire dalla propria zona, e acquistare un olio pugliese o della Sicilia per esempio, devo cercare una denominazione di origine come la Dop Terre di Bari o l’Igp Sicilia. Oppure, cosa ancora più sensata, entrare nel magico mondo dei social e internet e andare a valutare quella fattoria, o l’azienda o la famiglia, che quotidianamente mette la faccia e attraverso la loro storia, le etichette di olio a disposizione, i riconoscimenti vinti in giro per l’Italia e nel mondo, ispira fiducia. Quindi li contattiamo e compiamo l’olio perché oramai ci siamo fidelizzati.

In questa maniera, esattamente come è successo per il vino, unisco il territorio a un determinato produttore e in base a quello scelgo l’olio di qualità. Il giorno che invece, verrà riconosciuto subito l’olio Evo come eccellente e il consumatore chiamerà direttamente il produttore, noi comunicatori di bontà, non avremo più giustificazione di esistere… La sfida è aperta.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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