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Vinni Pizza Box, il contenitore per asporto che mantiene la pizza calda e fragrante

di Guido Gabaldi
 
09 luglio 2018 | 14:44

Vinni Pizza Box, il contenitore per asporto che mantiene la pizza calda e fragrante

di Guido Gabaldi
09 luglio 2018 | 14:44
 

Nel corso del pizza party tenutosi al Talent Garden Calabiana di Milano, si è potuto assistere al lancio del nuovo e promettente contenitore per pizza d’asporto, il “Vinni” pizza box.

Che tipo di mercato è quello che, a livello mondiale, garantisce un giro d’affari di 62 miliardi di euro all’anno? “Gioco ricco, mi ci ficco”, direbbe qualcuno, e questa magari è una semplificazione eccessiva: ma se si tratta delle vendita di pizze il messaggio arriva come una freccia al cuore degli italiani e dei food lovers di tutto il mondo, e allora conviene drizzare le antenne.

(Brevettato il Vinni Pizza Box Nuovo contenitore per pizza d’asporto)

«Si capisce bene perché un’idea come questa nasca proprio in Italia» - ha dichiarato ai presenti Mario Menzio, amministratore unico della startup Food Delivery Packaging - «Abbiamo infatti circa 50mila pizzerie sul territorio, di cui 25mila fanno solo asporto/consegna a domicilio. Per un totale di circa 700 milioni di cartoni da pizza che girano per la penisola, ogni anno: le cifre parlano da sole. Abbiamo brevettato il nostro contenitore “Vinni” negli Stati Uniti, e siamo in attesa di rilascio in Europa, Brasile e Canada, i primi paesi dove pensiamo di espanderci. Perché, visto che parliamo di un mercato gigantesco e in espansione, l’opportunità è davvero unica: chi non si è mai lamentato di quella pizza che ti arriva a casa fredda, gommosa, umidiccia e magari attaccata al cartone? Un materiale, cioè, che al contatto col calore del cibo potrebbe sviluppare sostanze cancerogene, come recentemente dichiarato dalla Food and Drug Administration americana, in merito alla presenza di tre tipi di perfluoroalchilico mescolati alla cellulosa delle scatole da pizza. L’alternativa può essere il nostro prodotto brevettato, il Vinni box».

Ma vediamoli da vicino i vantaggi di questo brevetto: anzitutto la pizza rimane calda e fragrante, perché i camini di sfogo fanno uscire il calore verso l’alto, non essendo dei semplici buchi laterali, che favoriscono invece la creazione della condensa. Sul fondo, inoltre, si trovano degli spessori in rilievo per consentire l’areazione al di sotto della pizza; non ci sono fori sui lati e quindi il condimento non può uscire e sporcare; il materiale adoperato è il Polistirene certificato ad uso alimentare, in base alle norme comunitarie; è riutilizzabile più volte e riciclabile al 100%, al punto che lo si può perfino lavare e riportare in pizzeria.

Mario Menzio (Brevettato il Vinni Pizza Box Nuovo contenitore per pizza d’asporto)
Mario Menzio

La commercializzazione del Vinni pizza box parte proprio in questi giorni, dopo un periodo di sperimentazione presso le pizzerie "Al Vulcano" di Genova e "Igp Pizza" di Milano. Sentiamo cosa ne pensa Daniele Lanza, il titolare di "Igp Pizza", la prima pizzeria gourmet esclusivamente d’asporto.

«È evidente che posso usare riduzione di pomodorino Pachino e Riccio di Parma, mozzarella di bufala, emulsione di basilico genovese, Cacioreale di Bufala Campana, basilico fritto, come nella mia "Ode alla Bufala"; oppure Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino, Fior di Latte a doppia cagliata dei Monti Lattari, Prosciutto crudo di Cormons, rucola selvatica, Parmigiano Reggiano 30 mesi, per la mia "Cormons 1940"; e magari tutta questa ricerca delle eccellenze, o della lievitazione perfetta, non servirà a nulla, perché posta nel contenitore sbagliato. Una pizza fredda e umidiccia, o attaccata al cartone, rovina tutto il lavoro del pizzaiolo e della sua squadra. Prima di sperimentare il Vinni box, ne avrò provati almeno altri 14: con l’alluminio, senza alluminio, con la griglia sotto e non ricordo più cosa. Grazie a questo brevetto, oggi posso dirmi finalmente soddisfatto».

Chiediamo ora al ceo di Food Delivery Packaging, Mario Menzio, quali siano gli obiettivi concreti della sua start-up nel breve e medio periodo.

«Puntiamo ad un 10% del mercato italiano nei prossimi 3-4 anni - precisa Menzio - e ad iniziare la distribuzione all’estero a partire dal 2019. Ma questo è solo uno degli aspetti del nostro progetto: ancora più importante è la strategia, che è quella di liberare le pizzerie dai costi eccessivi e dal pessimo servizio fornito dalle grandi piattaforme di delivery, di cui oggi è difficile fare a meno, ma che rischiano di strozzare i piccoli e medi imprenditori con le loro imposizioni».

E come si fa, Menzio? Ognuno torna ad assumere i suoi fattorini?
Detto così è semplicistico. Ognuno deve tornare ad autopromuoversi, a fidelizzare il cliente, ad essere riconoscibile per la qualità e la fantasia riversata nel suo lavoro. Il Vinni box, per esempio, offre la possibilità di personalizzare il coperchio del contenitore, in modo che il consumatore sia raggiunto dalle caratteristiche individuali del prodotto che ha comprato, e continui a sceglierlo proprio in base a quelle. Questo è, tra l’altro, uno dei tanti argomenti trattati nel mio recentissimo libro "Pizzeria ricca, pizzeria povera", in cui ho cercato di spiegare le migliori strategie per affermarsi in un mercato maturo, dove chi non si evolve va incontro al fallimento.

Un mercato da 62 miliardi all’anno, e un simbolo gastronomico universalmente popolare, meritano tutta l’atttenzione e l’inventiva degli “scienziati” del marketing, in Italia e all’estero. Ed è proprio per le dimensioni e per la diffusione del fenomeno pizza che bisogna augurare al Vinni box di passare al più presto dal debutto al successo: questo rappresenterà un vantaggio non solo per noi italiani, ma per i food lovers di tutto il mondo.

Per informazioni: www.vinnipizza.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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24/10/2018 14:37:01
2) VINNI PIZZA BOX è Certificato a Uso Alimentare, quindi non ci sono dubbi
In risposta al commento del sig. Ciro D'Angelo - Responsabile amministrativo dello Scatolificio Martinelli Srl – posso assicurare e rassicurarlo che VINNI non rilascia alcuna sostanza ed è assolutamente sicuro per la salute. Per questo motivo VINNI ha ricevuto la Certificazione per “Alimenti Caldi e Umidi”, valida sia per l’Italia, che per l’Unione Europea. Più precisamente: “Il Campione è idoneo per applicazioni ad alta temperatura (fino a 100° C) con gli alimenti acquosi acidi ed oleosi grassi”. Per stabilirlo, nelle prove di Laboratorio sono stati usati diversi liquidi, quali simulanti dell’alimento acquoso, portati a 100° di temperatura e tenuti all’interno di VINNI PIZZA BOX per 1 ora, dopodiché è stata misurata la differenza nel loro contenuto rispetto allo stato originario. Qualora non fosse abbastanza chiaro quanto sia serio, estremo e impegnativo questo test, ripeto e sottolineo: un liquido acido o oleoso grasso per un'ora a cento gradi centigradi di temperatura. Tenuto conto che la pizza esce dal forno con una temperatura massima di 90° e che di solito sta in media 10-15 minuti all'interno del contenitore, si può ben comprendere quanto la prova di laboratorio ai sensi di legge vada ben oltre la tipica situazione reale. Ad ogni modo, come si è comportato VINNI? Lo si può leggere nel Certificato che abbiamo pubblicato anche nel nostro sito web: https://vinnipizza.com/vinni-pizza-box-e-certificato-a-uso-alimentare-per-alimenti-caldi-e-umidi-entiendes In cui è riportato che: “Il campione rispetta i limiti di migrazione globale e specifica alla condizione di 1 ora a 100° C con i simulanti Acido Acetico 3% p/V, Alcool Etilico 10% V/V e Olio d’oliva rettificato in accordo con… (seguono tutte le leggi e i regolamenti europei e italiani di riferimento)”. Preciso che per “migrazione specifica” si intende che è stato misurato l’eventuale passaggio di specifiche sostanze, tra cui Metalli, Nichel, Coloranti, Stirene. Per ognuna delle suddette prove, l’esito è stato, non solo abbondantemente al di sotto dei limiti di legge, ma il più delle volte vicino allo zero. Dunque, di cosa stiamo parlando? Prima di lanciare simili insinuazioni, con tale superficialità e leggerezza, bisognerebbe avere cognizione di causa in materia e fare le opportune verifiche. Sarebbe bastata una rapida visita al nostro sito web per togliersi ogni eventuale dubbio ed evitare affermazioni evidentemente false e tendenziose. Veniamo invece al cartone, compreso quello in pura cellulosa… Proviamo per un attimo a immaginare cosa potrebbe mai succedere a una generica scatola porta pizza se fosse sottoposta a un test del genere. Come minimo, se ci versassimo un liquido oleoso grasso o acido alla temperatura di 100° C e provassimo a tenerlo per un’ora al suo interno, alla fine della prova probabilmente di quella scatola non ci sarebbe più traccia. Si sarebbe letteralmente “squagliata” e trasferita nel liquido usato come simulante. Tanto è vero che la Certificazione Alimentare che viene riportata in modo ingannevole sulla maggior parte dei cartoni porta pizza non si riferisce agli “Alimenti Caldi e Umidi”, ma a quella per “Alimenti Freddi e Secchi”. Peccato che la pizza, fino a prova contraria, sia invece “Calda e Umida”. Per cui, se dobbiamo parlare di rilascio di sostanze e di minacce per la salute, come già evidenziato da trasmissioni come Report o DiMartedì, l’attenzione va posta proprio sui classici cartoni che potrebbero contenere cellulosa riciclata, sebbene in Italia sia vietato per legge. Oltre a ciò c’è un’alta probabilità che le scatole in commercio possano aver subito trattamenti antiunto con Pfas (perfluoroalchiliche appartenenti al gruppo dei fluorurati), come denunciato da Altrocosumo nel marzo del 2017, per cui, su 65 confezioni controllate, 63 contenevano tali sostanze altamente nocive. In merito al prezzo, VINNI e le obsolete scatole di cartone non sono neppure comparabili tra loro, appartenendo a due categorie completamente diverse. Come tutti i prodotti di eccezionale qualità, è normale che il costo di VINNI sia superiore a quello dei cartoni e non sia accessibile a tutti. Ma VINNI non è per tutte le Pizzerie, bensì solo per le migliori, quelle che non hanno nulla da nascondere. Infatti, da un lato ci sono le Pizzerie che, usando impasti, ingredienti e cotture scadenti, hanno tutto l’interesse a continuare a usare i cartoni, perché in questo modo possono consegnare pizze “bollite”, in cui i sapori e gli odori si annullano e si confondono con quelli rilasciati dal cartone, coprendo e camuffando la bassa qualità di partenza. Dall'altro lato ci sono e ci saranno invece le Pizzerie che tengono alla bontà della loro pizza e investono nei suoi ingredienti e preparazione, puntando a dare il meglio ai loro clienti. Queste Pizzerie hanno tutto l’interesse a salvaguardare il loro lavoro e a evitare che la pizza arrivi a casa dei loro clienti lessata e mescolata al cartone e per questo hanno già deciso o decideranno a breve di adottare lo standard più alto del settore, la Rolls Royce dei contenitori porta pizza, vale a dire VINNI. Con buona pace dei produttori di box in cartone, che continueranno comunque a servire la maggior parte delle Pizzerie, quelle ricadenti nella prima categoria e in cui il cartone è irrinunciabile per loro, in quanto li aiuta a nascondere la bassa qualità di partenza della loro pizza.
Mario Menzio
Amministratore Unico
FOOD DELIVERY PACKAGING Srl - VINNI PIZZA BOX
23/10/2018 12:37:34
1) Dubbi sul nuovo contenitore porta pizza
Anche se questo nuovo contenitore porta pizza è al 100% riciclabile, mi sorgono alcuni dubbi. Sappiamo quali sostanze rilascia il polistirene a contatto col calore della pizza? Quanto costano? Ovviamente sono più costosi rispetto ai soli tradizionali box pizza in cartone perché la scatola pizza è prodotta con il polistirene. Mi spiace, ma io penso che i pizzaioli continueranno a preferire e ad utilizzare i cartoni pizza, soprattutto se sono prodotti utilizzando solamente carte di pura cellulosa priva di contenuti di macero e e inchiostri atossici proprio come facciamo noi nel realizzare le nostre scatole porta pizza d’asporto.
Ciro D'Angelo
Responsabile amministrativo
Scatolificio Martinelli Srl


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