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Quando Re Carlo III scopriva il “mangiar bene” nella Penisola Sorrentina

Lettera aperta al nuovo sovrano del Regno Unito, che non ha mai fatto mistero del suo amore per la cucina italiana, visitando spesso in incognito anche la Campania

di Vincenzo D’Antonio
 
09 settembre 2022 | 11:16

Quando Re Carlo III scopriva il “mangiar bene” nella Penisola Sorrentina

Lettera aperta al nuovo sovrano del Regno Unito, che non ha mai fatto mistero del suo amore per la cucina italiana, visitando spesso in incognito anche la Campania

di Vincenzo D’Antonio
09 settembre 2022 | 11:16
 

Il Principe Carlo è diventato Re Carlo III. Mentre il Regno Unito vive il lutto per la morte della Regina Elisabetta, è già partita l'iter per la successione. Il nostro collaboratore Vincenzo D'Antonio si è rivolto, tramite una lettera, al nuovo regnante, di cui è noto l'amore per l'Italia e la sua cucina, sfociato spesso in visite nella Penisola Sorrentina e non solo. L'invito? Insegnare ai sudditi l'arte del "mangiar bene"

Carlo III in Italia (foto Salumificio Sano Amatrice) Quando Re Carlo scopriva il “mangiar bene” nella Penisola Sorrentina

Carlo III in Italia (foto Salumificio Sano Amatrice)

Lettera aperta a Re Carlo III e il "mangiar bene" 

Caro Re Carlo III,

è con deferenza che Vi salutiamo Re.

Ci fate venire a mente un detto popolare che atavica saggezza ha trasmesso fino a noi.

Esso recita così: “Dicette ‘o Pappice ‘a Noce damme ‘o tiempo ca te spertose”

Proviamo a tradurla nel limpido idioma, però perde molto: “Disse il pappice alla noce: dammi tempo che ti perforo, cara noce”.

Il pappice, cara Maestà, è insetto coleottero della famiglia bruchidi.

La migliore traduzione non letterale è in latino, lingua che Voi avete studiato e di cui siete studioso: “Gutta cavat lapidem”, la goccia scava il sasso.

E adesso, non proprio giovanissimo, suvvia non è che siete proprio un guaglione, ma con la baldanza che sempre Vi portate addosso, nientedimeno siete addirittura diventato Re. Evviva il Re!

Statevi accorto ai Vostri sudditi, Maestà!

Siate interessato all’istruzione dei Vostri giovani sudditi, gli studenti che frequentano le scuole e che studiano per prendersi un diploma e poi una laurea, magari a Cambridge o a Oxford.

È da questi due prestigiosi atenei che escono coloro i quali saranno i dirigenti del domani nel Vostro Regno Unito.

E allora, sommessamente, con deferenza, caro Re Carlo III, un consiglio che è un consiglio, noi che non siamo Vostri sudditi, ve lo possiamo dare a Voi, proprio a Voi che siete Re?

Ecco, il consiglio è questo: introducete come materia di studio “mangiare bene”.

Ma come mai il “mangiare bene” non è proprio arte vostra?

Quando va bene, la vostra sembra una cucina ospedaliera, e quando va male e cucina ospedaliera prova a non esserlo, accade che poi il poveretto all’ospedale ci va proprio. Non necessariamente per intossicazione alimentare “diretta”, con evidenza chiara di causa – effetto, ma per intossicazione alimentare indiretta, accumulata giorno dopo giorno, a forza di dover mangiare quello che cucinate Voi. E Voi mettete tristezza nel piatto, Maestà!!!

Maestà, ma come è che quando venivate in visita privata in Italia, con la signora Camilla, pardon con la Regina Consorte Camilla, aumm aumm, andavate in Penisola Sorrentina, bodyguard da tutte le parti, a destra e a sinistra, sotto e sopra, di qua e di là, e la prima cosa chiedevate sempre due primi piatti: scialatielli a frutti di mare e, se stavate dalle parti della Baia di Ieranto, riserva marina, accesso a Voi sempre consentito, gli spaghetti alla Nerano?

E prima del primo quasi mai vi siete fatto mancare il cuoppo di alici?

E Voi che le alici, tomo tomo, ve le mangiavate prendendole per la coda!

E quando poi si trattava di scegliere tra ricciola e pezzogna e da vero intenditore quale siete, non per niente siete diventato Re, volevate vedere di quale colore è la macchia della pezzogna vicino all’orecchio?

 

 

Solo quelle con macchia nera, sennò è una pezzogna fake, e solo di pezzatura mai inferiore ad un chilo.

E mai, dico mai, vi alzavate da tavola senza aver prima gradito la delizia al limone.

E, fuori pranzo, magari come aperitivo, mai doveva mancare il Prosecco DOCG e il Prosciutto di San Daniele DOP?

Ecco, Maestà, non è che i Vostri sudditi devono arrivare ai Vostri livelli di competenza; sarebbe impossibile, e però, che almeno imparino ad apprezzare la parmigiana di melanzane (la Regina Consorte ne va pazza), la frittura di paranza, la zuppa di pesce, l’impepata di cozze, gli spaghetti alle vongole, i paccheri al pomodoro fresco, e non mi fate continuare che a me viene fame e a Voi pure e pure alla signora Camilla, Regina Consorte.

Maestà, ma adesso che siete Re, continuate a venirci di nascosto, intendo dire in visita privata, in Penisola Sorrentina?

Voi venivate in incognito, Vi proteggeva Scotland Yard, i nostri Carabinieri, i Vostri bodyguard, ma noi lo capivamo lo stesso che Voi ci stavate onorando della Vostra presenza.

Noi a Voi ci teniamo. Siete una persona alla mano, democratica. Insomma, un vero gentleman.

Noi, per dimostrarVi quanto vi vogliamo bene, a Napoli vi abbiamo già dedicato una piazza. Sì, Piazza Carlo III.

Maestà, è sempre un piacere e, come dite Voi… God Save the King.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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