Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
venerdì 19 aprile 2024  | aggiornato alle 01:57 | 104686 articoli pubblicati

Salomon FoodWorld
Rational
Salomon FoodWorld

Morando (Montalbera) denigra la ristorazione di Torino, poi ritratta «ero irato per l'auto rigata»

Il produttore di vino, in un video, insulta la città perché si mangerebbe male. I ristoranti fanno a gara a cancellare le sue bottiglie dalla carta dei vini. Poi arrivano le scuse, forse tardive

di Alberto Lupini
direttore
 
09 marzo 2023 | 12:30

Morando (Montalbera) denigra la ristorazione di Torino, poi ritratta «ero irato per l'auto rigata»

Il produttore di vino, in un video, insulta la città perché si mangerebbe male. I ristoranti fanno a gara a cancellare le sue bottiglie dalla carta dei vini. Poi arrivano le scuse, forse tardive

di Alberto Lupini
direttore
09 marzo 2023 | 12:30
 

La legge dei social è spietata: si può essere eroi un giorno e precipitare nella polvere quello dopo. Si possono raccontare balle, offendere o istigare all’odio, ma attenzione a non cadere nella trappola dei “provocatori” professionali che montano il caso. E così, per un’incauta esternazione che mai avrebbe dovuto diventare notizia, uno dei più noti produttori di vino piemontesi, Franco Morando (direttore generale e ceo di Montalbera), è andato letteralmente a sbattere mettendo a rischio i suoi interessi aziendali. L’oggetto del contendere è l’esternazione di Morando contro la città di Torino dove si mangerebbe male e si berrebbe ugualmente male. Un giudizio che magari si potrebbe fare fra amici, ma sulla base di argomentazioni precise, ma che certo non si può proporre in un video. Morando poi ha ritrattato e cercato di spiegare, ma come uscirne indenni con affermazioni tipo: «Torino è una città di merda, la più di merda del mondo, una città povera: lo dico anche contro i miei interessi, legati al vino. Se volete mangiare male e bere male, venite a Torino. È veramente imbarazzante». Dove forse di "imbarazzante" sono questi giudizi...

Franco Morando Morando (Montalbera) denigra la ristorazione di Torino poi ritratta «ero irato per l'auto rigata»

Franco Morando

 

Molti ristoratori tolgono dalla carte le etichette di Montalbera

 E la reazione è stata immediata ed esplosiva. «Nei miei tre locali toglierò immediatamente dalla carta dei vini i prodotti della casa vinicola Montalbera» di Castagnole Monferrato, ha tuonato Fulvio Griffa, presidente di Fiepet-Confesercenti, seguito da molti colleghi ristoratori che hanno annunciato di mettere al bando i vini Montalbera. «Noi lavoriamo tutti i giorni per rendere Torino accogliente. E l’enogastronomia è il nostro biglietto da visita. Nessuno può permettersi di descrive così Torino e noi ristoratori», la sintesi di un passa parola nella città della Mole.

L'attacco al Del Cambio e a tutta Torino

Nel video, il produttore di vino e l'avvocata e protagonista di Pechino Express Alessandra Demichelis (il provocatore) erano partiti prima col dileggiare i poveri (già di per sé eticamente inaccettabile), salvo poi passare a pesanti giudizi nei confronti della ristorazione torinese. Morando ha attaccato il Cambio e il suo bar Cavour («C'erano solo escort e poveri») e poi se la prende con tutta Torino: «È una città di merda, non ci vivrò mai. Lo dico contro i miei interessi, se volete mangiare e bere male venite a Torino. È imbarazzante. Fate 70 chilometri in più, siete a Milano e vivrete meglio».

La marcia indietro: era solo un attacco d'ira

Ovviamente l’imprenditore ha fatto una vistosa retromarcia spiegando poi che tutto era nata da una «serata gogliardica, passata con amici, usciti da un noto ristorante» (che sottolinea non essere il Cambio, ndr)» aveva trovato «la macchina rigata. La terza volta in tre mesi. Preso dall’ira - dice -  sono consapevole di aver utilizzato una frase che assolutamente non penso. “Torino è una città di merda”  e "A Torino la ristorazione è di basso livello” sono state esternazioni di un momento di indignazione». Fin qui sarebbe tutto giustificato sul momento, se non che, l’ira deve essere durata molto per poi essere riportata pari pari anche in una registrazione video...

Aggiunge poi Montalbera: «Vivo, cammino, respiro, mangio e bevo quotidianamente a Torino. La città ha adottato i miei vini e le mie etichette per prima. Non denigrerei mai una realtà simile. Viaggio a testa alta, mi pento e chiedo scusa alle Associazioni di categoria per l’eventuale disagio che le mie parole hanno provocato. Penso che per una battuta infelice esternata esclusivamente per questioni di delusione e sdegno ci sia un eccessivo accanimento nei confronti della mia persona. Fatica, sudore, eccellenza, presenza sul territorio sono state fino ad oggi e lo saranno sempre parole d’ordine e nessun video potrà mai distruggere un sogno chiamato Montalbera».

Guardiamo ai vini e non alle "ribalte social"

Meglio fermarsi qui e separare il giudizio sui vini Montalbera (che godono di ampi riconoscimenti, fra cui anche dei 3 bicchieri del Gambero a partire dal Ruchè) e quello su un imprenditore che oltre a misurare le parole dovrebbe anche scegliere meglio le frequentazioni, evitando ribalte social o video inutili e pericolose, soprattutto se all’insegna di provocazioni che sono il pane per ascolti altrimenti risibili.

 

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali
       



Festival Brodetto 2024
Agugiaro e Figna Le 5 Stagioni

Molino Grassi
Senna