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Il biologico italiano non arresta la sua corsa: bene anche in mensa e nell'export

Le vendite di biologico nel mercato italiano hanno raggiunto i 5 miliardi di euro (luglio 2021-luglio 2022), di cui quasi 4 miliardi dai consumi domestici e oltre un miliardo dai consumi fuori casa

 
09 settembre 2022 | 18:32

Il biologico italiano non arresta la sua corsa: bene anche in mensa e nell'export

Le vendite di biologico nel mercato italiano hanno raggiunto i 5 miliardi di euro (luglio 2021-luglio 2022), di cui quasi 4 miliardi dai consumi domestici e oltre un miliardo dai consumi fuori casa

09 settembre 2022 | 18:32
 

Nelle dispense di ristoranti e bar sono sempre più numerosi i prodotti biologici e cresce nei titolari e nei clienti l’interesse per la provenienza dei cibi e per la sostenibilità. È quanto emerge dall’indagine di Nomisma per l’Osservatorio Sana, promosso nell’ambito del programma Being Organic in EU, realizzato da FederBio e Naturland e cofinanziato dall’UE. LOsservatorio Sana è organizzato da BolognaFiere ed è a cura di Nomisma, in collaborazione con ICE Agenzia (per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane), AssoBio e Ismea. I dati dell’indagine, condotta nell’estate scorsa su un campione di 250 ristoranti e bar, sono stati presentati a Sana 2022, in corso a BolognaFiere, nell’ambito del focus di Rivoluzione Bio sulla ristorazione collettiva.

L'Italia leader in Europa nel settore

«Il nostro Paese continua a essere leader a livello europeo per superficie agricola coltivata a biologico (17,4%) e per numero di operatori che continuano a crescere. Per la prima volta si registra una leggera decrescita dei consumi domestici, in controtendenza rispetto a quelli della ristorazione commerciale e collettiva e all’export, che si confermano veri e propri driver di crescita per l’intero settore - commenta Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio - Occorre avviare un’efficace attività di promozione e comunicazione ai cittadini e ai titolari di esercizi commerciali sui valori del bio e dell’educazione alimentare per proseguire nel percorso che vede il nostro Paese leader in Europa nel settore».

Una crescita del 53% rispetto all’anno precedente

Le vendite di biologico nel mercato italiano hanno raggiunto i 5 miliardi di euro (luglio 2021-luglio 2022), di cui quasi 4 miliardi dai consumi domestici e oltre un miliardo dai consumi fuori casa. Sono stati proprio i consumi fuori casa a sostenere il mercato riportando una crescita del 53% rispetto all’anno precedente. La forte crescita dei consumi di biologico fuori casa viene confermata dalla presenza dei prodotti a marchio nelle dispense dei ristoranti e delle altre tipologie di pubblici esercizi. L’indagine di Nomisma evidenzia che quasi 8 ristoranti su 10 e 6 bar su 10 utilizzano ingredienti biologici, soprattutto latte, ortofrutta, farine e uova. Estremamente diffusa anche la presenza di vini bio nella carta dei vini dei locali: l’85% dei ristoratori e più di 7 baristi su 10 hanno affermato di proporre almeno un vino bio. A spingere ristoratori e baristi a possedere prodotti biologici è principalmente una scelta etica (lo dice il 62% dei ristoratori e il 38% dei baristi). Più della metà dei ristoratori e il 35% dei baristi, dichiara poi di usare prodotti bio perché conferiscono una caratteristica innovativa e distintiva al locale grazie al posizionamento premium dei prodotti e le relative caratteristiche organolettiche.

Crescono i consumatori bio

Accanto a questi driver, tra le motivazioni c’è anche il crescente interesse della clientela: il 25% dei ristoratori e il 34% dei baristi sceglie di inserire prodotti bio nel menù perché i clienti sono attenti a questo valore specifico. Questo ultimo aspetto è certamente legato alla crescita di consumatori bio registrata in ambito domestico: negli ultimi 10 anni gli users bio sono aumentati di 10 milioni, passando dal 53% della popolazione nel 2012 all’89% nel 2022.
La prossima sfida dei ristoratori e dei baristi è la formazione: anche se scelgono di inserire il biologico nei propri menù, un ristoratore su 4 e il 41% dei baristi ritengono di non possedere abbastanza informazioni sul metodo di produzione e sulle caratteristiche dei prodotti a marchio bio. Le modalità di controllo sui prodotti biologici, i benefici del bio sul benessere degli animali e le caratteristiche di sostenibilità sono i temi su cui ristoratori e baristi ritengono di doverne sapere di più. Per esempio, i baristi vorrebbero visitare i luoghi di produzione (23%) o partecipare a degustazioni proposte dai fornitori (22%), mentre i ristoratori per prima cosa preferirebbero una formazione diretta da parte dei produttori (24%).

 

Più attenzione per la sostenibilità

Interrogati sui trend dei prossimi anni, ristoratori e baristi si vedono concordi: crescerà l’interesse dei clienti nel comprendere le caratteristiche degli ingredienti (lo afferma il 23% dei ristoratori e il 20% dei baristi), e aumenterà sempre di più l’attenzione nei confronti della sostenibilità perché i consumatori saranno sempre più attenti all’impatto ambientale dei prodotti che consumano. La principale barriera che ristoratori e baristi vedono per il successo del bio riguarda il costo del prodotto: 4 ristoratori su 10 ritengono che sia troppo elevato. La maggior parte pensa poi che per avvicinare i consumatori al biologico serve più informazione perché i clienti conoscono poco le caratteristiche del prodotto a marchio e il metodo di produzione.


Il biologico nelle mense scolastiche: l’esperienza del Comune di Bologna

Il focus sulla ristorazione bio all’interno di Rivoluzione Bio ha analizzato le prospettive del biologico nella ristorazione collettiva ospitando anche un approfondimento proposto dal Comune di Bologna sul ruolo delle mense scolastiche per gli stili alimentari delle nuove generazioni. «Il Comune di Bologna prosegue nell'impegno per la ristorazione scolastica di qualità – afferma Daniele Ara, assessore comunale a scuola, educazione ambientale, agricoltura e agroalimentare – sia nei propri servizi a gestione diretta con cucine interne e nidi d'infanzia, che per le scuole dell'infanzia e le scuole primarie con il servizio gestito da Ribò. Il biologico oltre il 90% è ben oltre i parametri richiesti dai recenti criteri ambientali minimi per la ristorazione e il lavoro di coinvolgimento della comunità scolastica rimane un elemento centrale. La ristorazione scolastica di Bologna – conclude – è un tassello fondamentale per la politica del cibo in città».

 

 

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