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Calabria, terra di antichi vitigni e grandi vini di qualità

La conformazione territoriale, la varietà dei terreni e il profilo climatico fanno della Calabria una regione tra le migliori d’Italia per la produzione di vini di qualità. Circa 10mila ettari, oltre 200 varietà, 13 Doc

di Piera Genta
 
06 aprile 2022 | 10:30

Calabria, terra di antichi vitigni e grandi vini di qualità

La conformazione territoriale, la varietà dei terreni e il profilo climatico fanno della Calabria una regione tra le migliori d’Italia per la produzione di vini di qualità. Circa 10mila ettari, oltre 200 varietà, 13 Doc

di Piera Genta
06 aprile 2022 | 10:30
 

Definita “Enotria” dagli antichi Greci, i primi documenti sulla viticoltura nella regione sono datati intorno all’anno 1000, a testimonianza di quanto i vigneti abbiano da sempre un ruolo importante nell’economia della regione. La conformazione territoriale, la varietà dei terreni e il profilo climatico fanno della Calabria una regione tra le migliori d’Italia per la produzione di vini di qualità. Circondata dai mari Tirreno e Ionio, si caratterizza per le strette valli e per le montagne che la dividono in due creando due diversi microclimi nel versante ionico e in quello tirrenico. Le superfici vitate, circa 10mila ettari, sono distribuite lungo tutto il territorio. Quattro le zone interessante dalla coltivazione della vite. L’area del Cosentino (la zona più estesa, posizionata a nord al confine con la Basilicata), il Lametino, il Cirotano e la Locride. Un patrimonio ampelografico molto ricco con oltre 200 varietà caratterizzato da una prevalenza delle uve a bacca nera. 13 denominazioni Doc, nessuna Docg.

Calabria, terra di antichi vitigni e grandi vini di qualità

Gaglioppo

Vitigno a bacca nera, uno degli autoctoni più coltivati in Calabria. Storicamente è un vitigno tipico della costa ionica e in particolare della zona a ridosso delle colline di Cremissa. Il vitigno risale addirittura al periodo della Magna Grecia quando la città di Sibari era un importante porto del Mediterraneo per la commercializzazione del vino. Da molti è considerato il vitigno più antico del mondo. È storicamente famoso soprattutto perché con le sue uve si preparava il vino Krimisa tipico della città di Cremissa (oggi detta Cirò), nella Magna Grecia, che veniva offerto agli atleti che ritornavano vincitori dalle Olimpiadi. Il Gaglioppo si trova in numerose denominazioni come Cirò Rosso Doc, Bivongi Doc, Lamezia Doc. In purezza i suoi vini sono fruttati, speziati e corposi vocati all’invecchiamento, si ottengono tuttavia anche interessanti interpretazioni di vini rosati.

Magliocco

Antica varietà a bacca nera, l’uva Magliocco ha davvero infiniti incroci e varianti. Quella di cui parliamo oggi è la varietà Magliocco dolce, che dovrebbe essere il papà di tutti gli incroci presenti nella provincia di Cosenza. Sul volume “Vitigni d’Italia” di Slow Food Editore si legge: «È una delle varietà note in Calabria già dal Medioevo, citata nel 1601 dal Mirafiori e diffusa prevalentemente sul versante della costa tirrenica. Dopo un lungo periodo di oblio, durante il quale ha rischiato di scomparire, recentemente è stato riscoperto e valorizzato, e messo a dimora anche nella parte ionica. È importante non confonderlo con il Magliocco Canino rispetto al quale, nonostante l’affinità del nome, si mostra diverso per morfologia e diffusione geografica». Grande merito per aver evitato il rischio della sua scomparsa va all’azienda Librandi che ha iniziato questa sperimentazione nel 1988 grazie alla collaborazione con il professor Attilio Scienza e con l’enologo Donato Lanati. Il Magliocco è presente nelle Doc Lamezia e Savuto.

Uva Magliocco Calabria, terra di antichi vitigni e grandi vini di qualità

Uva Magliocco

Il Magliocco canino porta lo stesso nome del Magliocco dolce di Cosenza ma che in realtà ha un profilo genetico completamente differente, viene allevato solo nella provincia di Vibo Valentia e la sua tutela, nonché il suo recupero, si deve alla Cantina Casa Comerci risalente alla fine del 1800, in provincia di Vibo Valentia, sotto il monte Poro. La cosa che hanno in comune tutte le varietà di Magliocco è il fatto che è un’uva che dà la possibilità di ottenere tantissime varianti, da rossi giovani a grandi riserve in grado di sfidare il tempo, grandi rosati, bollicine, passiti e anche vini bianchi da uva nera, come il Magaria della Cantine Spadafora. Nel 2017 è stata costituita l’Accademia del Magliocco con il fine di promuovere la cultura, la diffusione e la valorizzazione dei vitigni autoctoni calabresi, in particolare del Magliocco Dolce, prodotto nelle terre di Cosenza.

Greco bianco

Si tratta del vitigno a bacca bianca coltivato in diversi comuni di Catanzaro e di Reggio Calabria e le sue uve sono utilizzate per produrre vini sia in purezza (Greco bianco Doc) sia integrate ad altri vitigni. Ha un ruolo importante nel Cirò bianco (almeno per il 90%), nel Greco di Lamezia (85%) e in un insolito vino passito, il Greco di Bianco Doc, la cui zona di produzione è ristretta al comune di Bianco e ad una parte del comune di Casignana, in provincia di Reggio Calabria. Le uve di Greco bianco vengono messe ad appassire prima della spremitura, e il vino presenta una notevole predisposizione all’invecchiamento.

Calabria, terra di antichi vitigni e grandi vini di qualità

Mantonico

Vitigno a bacca bianca, è una delle cultivar più tipiche della Calabria. Per secoli è stato confuso con il Trebbiano e soprattutto con il Montonico bianco, originario dell’Abruzzo. Anche se la sua coltura è limitata lungo la costa ionica, se ne apprezza giustamente l’elevato valore enologico e la personalità che conferisce ai vini. Secondo l’antica consuetudine greca, il Mantonico è ancora oggi allevato prevalentemente ad alberello, anche se nelle nuove vigne non mancano impianti a spalliera. Viene vinificato secco, ma anche dolce da uve appassite e spumante, come il metodo Classico delle cantine Statti con il Ferdinando 1938.

 

Curiosità: i paesaggi terrazzati della Costa Viola

Affacciata sullo stretto di Messina, in questa zona si è sviluppata già dall’anno Mille un’attività agricola basata sui famosi giardini di pietra, i terrazzamenti sostenuti dai muretti a secco denominati “armacìe”. In contrada Granaro, l’altopiano panoramico che guarda lo Stretto, nel 2020 è stata fondata la cooperativa Agrì Costa Viola, una comunità di viticoltori. Lo Zibibbo di Bagnara ne è il principe: vitigno autoctono, frutto di una storia antica che risale alle prime coltivazioni su terrazzo.

Librandi, sostenibilità e tutela della biodiversità

Una cantina la cui storia vanta ben quattro generazioni e che ha avuto in passato l’intuizione di sfruttare le potenzialità di questa terra per produrre vino. Le sei tenute di proprietà della famiglia Librandi contano complessivamente circa 350 ettari, dei quali 232 vitati, 80 a uliveto e i restanti boschivi. Nella tenuta Rosaneti, la più grande con 155 ettari, situata tra i comuni di Rocca di Neto e Casabona, si trova il “giardino varietale”, la collezione di vitigni autoctoni nata nel 2003 che accoglie attualmente circa 200 varietà recuperate su tutto il territorio regionale e disposte in un vigneto dalla caratteristica forma a spirale.

La famiglia Librandi Calabria, terra di antichi vitigni e grandi vini di qualità

Raffaele, Paolo, Nicodemo, Teresa e Francesco Librandi

Paolo Librandi, terza generazione della cantina Librandi di Cirò Marina (Cr), ci parla del loro primo Bilancio di sostenibilità e della certificazione Equalitas: «Un percorso - spiega - che abbiamo iniziato da qualche anno e che vogliamo continuare a sviluppare. Il nostro obiettivo da sempre è stato quello di preservare e valorizzare la grande biodiversità regionale. Il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ha interessato tutte le fasi, dalle pratiche agronomiche alla vinificazione al packaging. La nostra cantina dispone di un vasto impianto fotovoltaico che provvede a circa il 25-30% del fabbisogno energetico dei macchinari. Le buone pratiche sociali ed economiche hanno coinvolto i lavoratori e anche i nostri fornitori. Cerchiamo di restituire quello che prendiamo dal territorio attraverso supporti di vario tipo. Non si tratta di miracoli ma solo di buon senso. Il nostro giardino varietale e la rivalutazione dei vitigni autoctoni sono stati parti importanti nel percorso di sostenibilità».

Il giardino varietale di Librandi Calabria, terra di antichi vitigni e grandi vini di qualità

Il giardino varietale di Librandi

Per quanto riguarda il supporto dei giovani e la rinascita del vino della Calabria, prosegue Paolo, «senza dubbio è un momento positivo: abbiamo aziende nuove con giovani molto preparati con idee nuove. Tanti i segnali di cambiamento e dobbiamo notare anche una fattiva collaborazione tra tutti noi. Sul fronte progetti futuri, abbiamo allo studio alcuni nuovi prodotti ma è prematuro parlarne. Stiamo invece aspettando la fine dell’iter per la Docg del Cirò».

 

Cantine Benvenuto

Giovanni Benvenuto realizza il suo sogno, è il primo in Calabria a produrre lo “Zibibbo di Pizzo Igp” per diversi anni anche l’unico. Uno zibibbo secco che il New York Times inserisce lo Zibibbo delle “Cantine Benvenuto” tra i dieci migliori vini bianchi italiani sotto i 25 dollari. Il suo traguardo è riconosciuto anche dall’Amministrazione comunale di Francavilla Angitola che chiama la strada che porta alla sua cantina “Via dello Zibibbo”.

Antonella Lombardo

Da avvocato a Milano a vignaiola a Bianco. Una piccola azienda che porta il suo nome, una giovanissima realtà nata nel 2019. Ad aiutarla ci sono due agronomi, Stefano Dini e Dario Ceccatelli, e un enologo, Emiliano Falsini. Un vigneto di cinque ettari e mezzo (tra vecchi impianti, nuovi impianti e vigne in gestione) allevato sui terreni di Bianco, molto argillosi in cui oltre agli autoctoni della regione si trovano vitigni in via d’estinzione. Per il Gambero Rosso nel 2021 è stata la viticoltrice dell’anno.

Cantine Artese

Alla guida dell’azienda c’è Giovanna Artese, giovane imprenditrice di 26 anni. Sette ettari di vigneti adagiati sulle colline di Madama di Zambrone, di fronte al mare della Costa degli Dei, dista solo 14 km da Tropea. Punta di diamante dell’azienda lo Zibibbo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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