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l'incontro

Tornata delle Accademie: scoprire i vini dell’Etna con accademici e produttori

Antonio Iacona
di Antonio Iacona
21 giugno 2025 | 08:35

Ciò che ci accingiamo a raccontare è frutto di un impegno corale, con radici profonde e solide basi scientifiche, qualcosa di piacevolmente sospeso tra il rigore degli studi e il fascino dei paesaggi, tra l’aggiornamento dei dati e le emozioni della… poesia. Già, la poesia! Anche, e soprattutto, quella del vino. Ingredienti tutti che hanno reso indimenticabili e coinvolgenti le tre giornate trascorse tra Catania e l’Etna, oltre che molto interessanti sul fronte degli sviluppi della viticoltura del vulcano.

Tornata delle Accademie: scoprire i vini dell’Etna con accademici e produttori

Sette in tutto le realtà vitivinicole visitate dagli studiosi

Una sinergia accademica per valorizzare l’Etna

L’occasione è stata la “Tornata delle Accademie”, tre giorni di studi e approfondimenti tra convegni e visite guidate, escursioni nelle cantine e degustazioni, tutto nato da una stretta collaborazione tra l’Accademia di Agricoltura di Torino, l’Accademia dei Georgofili, l’Accademia Italiana della Vite e del Vino, l’Accademia Gioenia di Catania, l’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale e il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) dell’Università degli Studi di Catania.

Tornata delle Accademie: scoprire i vini dell’Etna con accademici e produttori

Studiosi, docenti e firme autorevoli del settore provenienti da tutta Italia per la tre giorni sull'Etna

Prezioso e importante anche il contributo dell’Università degli Studi di Palermo, partner capofila del progetto Agritech finanziato dal PNRR, mentre il coordinamento dell’iniziativa scientifica è stato affidato ai docenti Alessandra Gentile, Stefano La Malfa ed Elisabetta Nicolosi (Università di Catania) insieme al docente Paolo Inglese (Università di Palermo).

Un viaggio di scoperta scientifica ed emozionale

E proprio dall’Ateneo catanese è partita la “tre giorni”, coinvolgendo numerosi studiosi, docenti e firme autorevoli del settore provenienti da tutta Italia, che sono intervenuti al convegno sul tema: “Verso l’Etna: un percorso di conoscenza e valorizzazione”, preziosa occasione per divulgare i risultati del progetto Agritech. Un approfondimento sul “sistema Etna”, ormai conosciuto in ambito internazionale, con in prima linea il vino. Una realtà che oggi si traduce sia nel messaggio di nuove cantine e nuovi investimenti, sia nella tradizione delle cantine storiche, che ne hanno tracciato il futuro in una formula di successo.

Le cantine visitate: un racconto in sette tappe

Sette in tutto le realtà vitivinicole visitate dagli studiosi, ciascuna con un meticoloso approfondimento su territorio, versanti Nord, Est e Sud del vulcano, differenza tra una produzione e l’altra e sui vitigni, tra Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante, con un occhio di riguardo ai vitigni reliquia, coi progetti portati avanti in ambito accademico. Un approfondimento per comprendere le ripercussioni del cambiamento climatico, i vantaggi della sostenibilità applicata alle tecniche di coltura, la visione imprenditoriale dei singoli produttori. Ad aprire le porte delle loro cantine sono stati: Benanti, Pietradolce, I Vigneri, Villagrande, Murgo, Al-Cantara, Cottanera.

Contaminazione dei saperi e sviluppo del territorio

«Non possiamo che tracciare un bilancio positivo di queste tre giornate e di questo progetto, realizzato con l’impegno di tutte le Accademie e dei soggetti coinvolti - ha detto la professoressa Alessandra Gentile, dell’Università di Catania e presidente della sezione Sud Ovest dell’Accademia dei Georgofili. - Un progetto iniziato con un convegno di approfondimento e che ha trovato ulteriore concretezza sul territorio etneo, con le visite nelle cantine. Abbiamo voluto fortemente mettere insieme le diverse Accademie che si occupano di agricoltura sul territorio nazionale, perché siamo fermamente convinti che la contaminazione dei saperi sia importante per la crescita del territorio e dell’intero comparto».

Tornata delle Accademie: scoprire i vini dell’Etna con accademici e produttori

I vigneti sull'Etna

«Abbiamo avviato il progetto in un contesto accademico, con un convegno, per far comprendere cosa sia realmente questo vulcano, quali siano le ragioni geologiche che hanno portato a questa diversità agricola e soprattutto vitivinicola, con un settore in continua espansione e con questo brand dell’Etna che, al momento, non è secondo ad altri territori nazionali. Ci hanno aperto le porte diverse aziende, consentendoci di degustare ognuna le proprie produzioni con le proprie specificità e peculiarità. Pezzetti di territorio che, crediamo, tutti i colleghi che sono venuti da fuori Sicilia porteranno a casa con loro, con una conoscenza dell’Etna e della sua viticoltura».

Formazione, ricerca e un nuovo corso di laurea

Non solo dati scientifici, numeri, cifre, dunque, ma anche tanta poesia, umanità, voglia di crescere insieme sul percorso della conoscenza. E, a sentire le emozioni vissute dai tanti docenti e studiosi presenti, questo angolo affascinante dell’Isola lo porteranno certamente con loro per molto tempo ancora.

Tornata delle Accademie: scoprire i vini dell’Etna con accademici e produttori

L'Etna sta crescendo in modo esponenziale sul fronte vitivinicolo

«Questi tre giorni hanno rivelato il volto speciale della Sicilia e dell’Etna - ha detto la professoressa Elisabetta Nicolosi, dell’Università di Catania. - Siamo soddisfatti, poiché abbiamo offerto il meglio della nostra Etna e dell’Isola. Ci ha reso felici l’entusiasmo dimostrato dalle aziende coinvolte, che hanno fatto conoscere ai colleghi non siciliani un territorio unico. Il vulcano sta crescendo in modo esponenziale sul fronte vitivinicolo, ma di pari passo anche sul fronte accademico. Non c’è innovazione senza ricerca e le basi devono arrivare proprio dall’Università. Da tempo, infatti, siamo impegnati con collaborazioni scientifiche in tutta Italia, con le aziende che credono nella ricerca e nelle innovazioni. L’immediato futuro è già presente nell’Ateneo catanese e non ci potevamo più tirare indietro, il territorio lo richiedeva e, infatti, nella nostra offerta formativa del Di3A abbiamo istituito e inserito per il prossimo anno accademico il nuovo Corso di Laurea in Viticoltura, enologia ed eno-marketing, proprio perché abbiamo la necessità di formare giovani professionisti che possano trovare spazio anche nelle aziende del territorio. Una Laurea triennale nuova, ma già inserita strettamente nelle esigenze, appunto, del territorio e del mercato».

Agricoltura etnea e biodiversità da valorizzare

Ad accendere una luce nuova, poi, anche su un settore più ampio dell’agricoltura, non solo dunque vitivinicolo, è stato il professore Stefano La Malfa (Università di Catania), ricordando come l’Etna abbia espressioni agricole di assoluta eccellenza in alcuni frutti, che ne fanno un patrimonio unico nel contesto mediterraneo. «Abbiamo anche illustrato - ha sottolineato La Malfa - come il massiccio etneo sia un contenitore di una frutticoltura molto antica con punte d’eccellenza anche qui, con numerose Dop e marchi prestigiosi, dalla ciliegia dell’Etna al ficodindia, al pistacchio, tutti con una storia antica e con margini di sviluppo ancora importanti, considerando il ruolo fondamentale che l’agricoltura ha in questo territorio».

Tornata delle Accademie: scoprire i vini dell’Etna con accademici e produttori

Non solo vino, l'Etna presenta un'agro-biodiversità importante

«Un’agricoltura che oggi è un ulteriore valore di tutela del territorio e del paesaggio millenario che esso esprime. È nostro auspicio, quindi, che si possano ottenere altri sviluppi, come già avvenuto per il vino e per l’olio, che devono contagiare positivamente come modello altre filiere, in questa agro-biodiversità importante. In questo certamente è chiamata in causa, in prima linea, l’Università, che storicamente ha contribuito alla conoscenza delle varie specie. Poi, ci sono imprenditori motivati, che possono portare innovazioni e nuove tecniche di difesa del territorio stesso. L’Ateneo catanese è fortemente impegnato sia per attività di ricerca che di didattica per formare i professionisti nelle diverse filiere».

Fare squadra per tutelare e promuovere il vino dell’Etna

A concludere, infine, con la positiva collaborazione tra le diverse Accademie e, in particolare, dei due Atenei siciliani, è stato il professore Rosario Di Lorenzo, dell’Università di Palermo e dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino: «Davvero strategico e positivo realizzare concretamente questo gioco di squadra, riunendo queste prestigiose realtà accademiche e didattiche, per fare conoscere un territorio di estremo valore e significato. Tra i dati importanti emersi nel racconto della Muntagna, sicuramente c’è l’esigenza di mantenere la tradizione legandola all’innovazione. Fare sinergia tra tutti gli attori protagonisti del territorio è una chiave di svolta. Il vino, oggi più che mai, va tutelato e valorizzato, ma anche con l’apertura alle nuove esigenze di mercato e dei consumatori, ma soprattutto mantenendo intatti i suoi valori fondanti: cultura, conoscenza, tradizione e convivialità, che ci ha sempre assicurato a tutti nei secoli»

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