Nel 2018 erano 1.300, poco più che la metà. I dati sono stati diffusi dall’assessore regionale all’Agricoltura, Fabio Rolfi. Circa 1.700 gli esemplari soppressi grazie alla caccia di selezione.
L'emergenza continua e a ricordarlo non è solo la Regione Lombardia ma anche i quotidiani locali, come il Giornale di Brescia, che titolava nei giorni scorsi: «I cinghiali calano dal bosco: oltre ai danni c'è paura tra i residenti di alcuni comuni della Val Trompia. Presentati esposti in Provincia e in Regione per ottenere misure che garantiscano la sicurezza».
Cinghiali nel mirino in Lombardia
La caccia di selezione - attraverso la quale sono stati abbattuti 1.668 capi su un totale di 2.456 - ha consentito di contenere il fenomeno e la presenza di questi animali che pochi giorni fa hanno causato in Liguria la morte di una persona, così com’è successo anche a Lodi nel gennaio scorso. La legge lombarda sui cinghiali è stata approvata di recente per dare tutti gli strumenti possibili relativi alla gestione della fauna selvatica. «Abbiamo imposto un cambio di marcia - ha dichiarato l'assessore all'agricoltura
Fabio Rolfi - anche perché l'alleanza cacciatori-agricoltori è cruciale. Proprio per questo la Regione ha esteso agli agricoltori abilitati, che abbiano subito danni ai raccolti, la possibilità di sparare ai cinghiali per tutto l'anno. I cacciatori svolgono un'attività utile alla collettività».
Quest'anno è stata anche introdotta la pratica del foraggiamento per sostenere il prelievo in selezione, che si sta rilevando efficace. «Adesso - ha concluso l'assessore - Roma si dia una mossa». Secondo i dati ufficiali le province maggiormente colpite dall'emergenza cinghiali sono Como, con mille capi abbattuti, e a seguire Sondrio, Varese, Pavia, Bergamo, Lecco e Brescia.