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Leggero, pulito, salutare Tano Simonato si racconta

Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Tano Simonato del ristorante “Tano passami l’olio” a Milano, che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigo

di Clara Mennella
vicedirettore
 
05 novembre 2016 | 15:29

Leggero, pulito, salutare Tano Simonato si racconta

Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Tano Simonato del ristorante “Tano passami l’olio” a Milano, che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigo

di Clara Mennella
vicedirettore
05 novembre 2016 | 15:29
 

Per raccontare di questo cuoco, che è anche un caro amico, mi permetto di usare scherzosamente i tre aggettivi con i quali lui ama definire i suoi piatti “leggeri, puliti e salutari”, e allora… Tano passami il gioco! Trovare le parole per raccontare Gaetano Simonato non era comunque un’impresa difficile, Tano è un professionista di altissima levatura ma innanzitutto persona di grande umanità e dalla personalità solare, brillante e comunicativa, probabilmente frutto di una vita non facile, dove ogni traguardo è stato perseguito e conquistato con tenacia.

Tano Simonato si racconta

Tano Simonato

La morte del papà, quando aveva 15 anni, lo costringe per necessità a mettersi ai fornelli per prendersi cura dei fratelli minori, la passione che ne scaturisce sarà poi la molla per costruire una sua idea di cucina che getterà le basi nel passato per poi prendere, invece, le distanze da tutte le tecniche e dall’uso dei condimenti pesante e tradizionale.

Tano sceglierà l’olio extravergine come ingrediente signature di tutto il suo percorso, lo studierà, lo selezionerà, ne farà arte, cultura e didattica, ci farà scivolare sopra ogni creazione, lo legherà indissolubilmente alla sua persona e al suo nome aprendo 21 anni fa a Milano il suo ristorante “Tano passami l’olio”, stellato dal 2008 e riferimento odierno per colleghi e clientela, dopo essere stato negli anni passati addirittura troppo avanguardista.

Verve, creatività e propensione ai rapporti umani, sono maturate negli anni in cui la professione di Simonato era quella di barman nel Tanu’s Bar, doti che oggi continua ad esprimere nel ristorante, offrendo la sua presenza continua in sala, elargendo spiegazioni, consigli, battute e sorrisi. Ultima sfida la pubblicazione di un libro con il percorso umano e professionale che si intrecciano, con una selezione di ricette must-have e dal titolo “Passione extravergine”… poteva essere diversamente?

Da bambino cosa sognavi di diventare?
Un calciatore, come il grande Gianni Rivera.

Il primo sapore che ti ricordi.
Riso e latte.

Qual è il senso più importante?
Posso dirne tre: vista, olfatto e gusto.

Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato.
Da quando sono professionista ne ho ideati 1.236 (gli altri non li calcolo) ma non riesco proprio a rispondere, semplicemente perché, un piatto che si presentava apparentemente semplice, mi ha dato più filo da torcere di uno che invece sembrava difficilissimo… la parte stimolante è riuscirci.

Come hai speso il primo stipendio?
Come molti sanno, ho fatto il padre a 15 anni. Purtroppo ho perso il babbo a quell’età, pertanto il mio stipendio andava tutto in casa…e ne ero fiero.

Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
Dei miei le uova di quaglia caramellate, il Crotin de Chèvre e i vari piccioni laccati. In assoluto la pasta al pomodoro, la pizza e pasta e fagioli.

Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?

Una bottiglia di bollicine, italiane o francesi che siano, poi datemi un uovo, ci penso io. Credo di avere il frigo più vuoto d’Italia, a casa.

Qual è il tuo cibo consolatorio?
La mia pasta in bianco: burro finto, Grana Padano e bollicine.

Che rapporto hai con le tecnologie?
Bellissimo, più ne inventano o più ne invento e meglio mi sento.

All’Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?
La pasta al pomodoro, grana e basilico, con del buon olio extra vergine.

Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
Mia moglie e mio figlio.

Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina?
La Cena in Emmaus di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio… sempre molto attuale.

Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
We are the Champion, Un giorno bellissimo e Nessun Dorma. Dovete concedermene 3, perché ne avrei almeno altre mille.


Tano passami l'olio
via Villoresi 16, ang. via Pastorelli - 20143 Milano
Tel 02 8394139
www.tanopassamilolio.it
tano@tanopassamilolio.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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