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Produrre e consumare Si va verso un cambiamento

Con tutela dell'ambiente e pratiche sostenibili al centro del dibattito più attuale, tutti - in primis le istituzioni - devono prendere provvedimenti. La Fic è in prima linea per dare una mano.

di Rocco Pozzulo
presidente FIC - Federazione italiana cuochi
 
15 ottobre 2019 | 12:32

Produrre e consumare Si va verso un cambiamento

Con tutela dell'ambiente e pratiche sostenibili al centro del dibattito più attuale, tutti - in primis le istituzioni - devono prendere provvedimenti. La Fic è in prima linea per dare una mano.

di Rocco Pozzulo
presidente FIC - Federazione italiana cuochi
15 ottobre 2019 | 12:32
 

La sensibilità per la tutela dell’ambiente e la sostenibilità dei processi di produzione sono ormai un’esigenza avvertita e diffusa in gran parte dell’opinione pubblica: il rispetto dell’ambiente e degli ecosistemi naturali sta diventando una vera e propria esigenza culturale, tanto da condizionare il mercato e indirizzare stili di vita e modalità di acquisto e consumo in moltissime persone.

La Fic pronta a dare una mano alle istituzioni per normative d'urgenza su ambiente e sostenibilità (Produrre e consumare Si va verso un cambiamento)

La Fic pronta a dare una mano alle istituzioni per normative d'urgenza su ambiente e sostenibilità

Anche nel programma del nuovo Governo, il “Conte bis”, è stata posta in evidenza la necessità di leggi importanti e sostanziali investimenti, che dovrebbero offrire un ritorno di benefici economici a medio termine, nonché effettive opportunità lavorative future.

Una sensibilità che sempre più avanza e che dovremmo tutti noi tramutarla appunto in “cultura” radicata, la stessa cui ha fatto riferimento l’enciclica di Papa Francesco “Laudato sì”, pubblicata nel giugno del 2015, sulla cura ed il rispetto della “casa comune”. Opera che raccoglie, in un’ottica di collegialità, diverse riflessioni che evidenziano come la nostra terra, maltrattata e saccheggiata, richieda una sostanziale ed importante “conversione ecologica”, un cambiamento di rotta, affinché tutti gli esseri umani si attribuiscano singole e collettive responsabilità di un impegno vero e concreto, così da salvaguardare e proteggere l’ambiente, con l’obiettivo finale di creare opportunità lavorative ad hoc per le nuove generazioni future.

Il Papa non a caso fa riferimento al Cantico delle creature di San Francesco, mette in guardia dalle gravi conseguenze dell’inquinamento e della “cultura dello scarto”. Si va inesorabilmente a trasformare l’unica terra, la nostra casa, in un immenso deposito di immondizia. A distanza di oltre quattro anni dalla sua pubblicazione, l'Enciclica si è rilevata come opera notevole di precisione scientifica e visione pragmatica della realtà, dalla quale si è potuto far scaturire ed emergere gli “scenari” che noi oggi abbiamo indistintamente sotto gli occhi: visioni, provenienti da tutto il mondo, di inverosimili e numerose catastrofi ambientali, con scie di morti non accettabili.

Non è più tempo di parlare, di discutere o peggio ancora di pensare: occorre agire immediatamente, andare verso nuove modalità di produrre e consumare, in maniera più incisiva e drastica. Se noi tutti non avessimo ristrettezze di vedute, ma più aperture mentali, qualunque siano le ideologie, i pensieri politici, le libere opinioni dell’individuo, potremmo allora scoprire che è possibile cambiare, facendo proprie tutte quelle buone regole e quei concreti atteggiamenti che potrebbero contribuire al miglioramento della qualità della vita sia del nostro futuro che di quello del nostro pianeta.

Ai nostri governanti il compito di creare un sistema normativo a protezione del deterioramento dell’ambiente e un uso sostenibile delle risorse naturali della nostra terra, nel solo ed unico interesse collettivo e sociale.

La Fic, che rappresento, attraverso il silenzioso lavoro quotidiano di categoria, già contribuisce da anni a quelle soluzioni che vanno nella via giusta; con “pratiche” oramai consolidate (prodotti a km 0, stagionalità, utilizzo di pesce povero, accurate raccolte differenziate nelle proprie attività, utilizzo delle risorse energetiche e naturali con dovizia, conversione verso quei sistemi più sostenibili ecc.) si dimostra pronta comunque a collaborare con enti istituzionali e governance, decisa ad attiversi in prima persona, in quei sistemi collettivi di esercizio che nelle peculiarità del nostro lavoro vanno nella direzione di difesa delle aziende del nostro agroalimentare italiano, aziende queste che contribuiscono a conservare la biodiversità e l’ambiente nei suoi ecosistemi (per fare un esempio).

Si tratta quindi di aprire strade nuove e soprattutto “diverse”, in un percorso che ci condurrà ad opportunità differenti e soprattutto sostenibili.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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