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Il Consiglio di Stato boccia il passaggio del ministero del Turismo all'Agricoltura

 
11 gennaio 2019 | 19:00

Il Consiglio di Stato boccia il passaggio del ministero del Turismo all'Agricoltura

11 gennaio 2019 | 19:00
 

Colpo di scena. Il Consiglio di Stato ha bocciato la scelta di trasferire le competenze del turismo al ministero dell’Agricoltura. Scelta a sorpresa che arriva dopo mesi di proclami e di pareri positivi.

Il testo - scrive il parere di Palazzo Spada secondo quello che riporta l’Ansa - sembra “una mera sommatoria di competenze spostate tra direzioni generali quasi con la tecnica del copia incolla”, priva di una “visione strategica di insieme”, e caratterizzato “da una funzione servente del turismo a favore dello sviluppo delle attività agricole, alimentari e forestali”. Mancano la bollinatura della Ragioneria dello Stato e gli atti di concerto.

Gian Marco Centinaio (Trasferimento del Turismo all'Agricoltura Il Consiglio di Stato boccia la manovra)
Gian Marco Centinaio

“Dal testo emerge non tanto un'opera di coordinamento tra funzioni di amministrazione attiva nel settore agricoltura (nei limiti della competenza statale) intesa in senso generale, quanto piuttosto una mera sommatoria di competenze spostate tra direzioni generali quasi con la tecnica del 'copia e incolla' ma non esattamente corroborate da una visione strategica di insieme che vada oltre la visione settoriale propria del ministero”, scrive il parere del Consiglio di Stato richiesto lo scorso 18 dicembre dal Dipartimento per gli affari giuridici della Presidenza del Consiglio. Il parere dei giudici amministrativi rileva inoltre che “la commistione in un unico dipartimento di funzioni proprie della materia turismo e funzioni proprie di politica agricola, alimentare e forestale, sembra andare esattamente nella direzione opposta a quella indicata dalla giurisprudenza costituzionale, quasi vincolando il turismo all'offerta correlata alla sola attività agricola, alimentare e forestale”.

Ora tocca alla presidenza del Consiglio, concludono i giudici di Palazzo Spada, “valutare nella sua responsabile discrezionalità l'opportunità di una rivisitazione del testo nel senso indicato, nonché l'opportunità dell'ulteriore corso del provvedimento con gli attuali contenuti”.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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