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Niente affitto nel periodo lockdown Ristoranti e bar, c’è il precedente!

A Marghera un giudice ha accolto il ricorso di un negozio di abbigliamento e ha concesso di non versare 50mila euro d’affitto per il periodo tra febbraio-aprile. Un aiuto concreto dove non arriva il Governo che nei decreti ha concesso aiuti insufficienti. Fipe e le associazioni d'hotel avevano già chiesto la rinegoziazione dei contratti.

23 maggio 2020 | 16:56
Niente affitto nel periodo lockdown 
Ristoranti e bar, c’è il precedente!
Niente affitto nel periodo lockdown 
Ristoranti e bar, c’è il precedente!

Niente affitto nel periodo lockdown Ristoranti e bar, c’è il precedente!

A Marghera un giudice ha accolto il ricorso di un negozio di abbigliamento e ha concesso di non versare 50mila euro d’affitto per il periodo tra febbraio-aprile. Un aiuto concreto dove non arriva il Governo che nei decreti ha concesso aiuti insufficienti. Fipe e le associazioni d'hotel avevano già chiesto la rinegoziazione dei contratti.

23 maggio 2020 | 16:56
 

Negozio chiuso per il lockdown? Non devi pagare l’affitto per tutto il periodo. Questo è quanto ha sentenziato il Tribunale di Venezia pronunciandosi su un ricorso presentato dall’avvocato Daniela Ajese per difendere la causa di un negozio di abbigliamento. Finalmente, sembrerebbe, un aiuto concreto alle imprese visto che lo Stato ha stentato a farlo con i vari decreti.

Il centro commerciale - Niente affitto nel periodo lockdown Ristoranti e bar, c’è il precedente!

Il centro commerciale

L’esercizio in questione sorge all’interno del centro commerciale Nave de Vero di Marghera e avrebbe dovuto versare alla società che lo gestisce, la Blo Srl, 50mila euro frutto di tre mensilità: febbraio, marzo e aprile.

Il giudice Tania Vettore ha disposto alla società di non riscuotere il pagamento dalla banca. L’istituto infatti aveva emesso fideiussioni per il versamento dell’affitto e ha visto sospendere l’attività di pagamento.

Un precedente che può dunque essere applicato a tutte le altre attività che hanno vissuto questa esperienza. Compresi ristoranti e bar che sono stati i più colpiti e che hanno risentito più di tutti di questo blocco e di un mancato operato.

Proprio a questo proposito la Fipe quando ancora non era stato dato il via libera alla ripartenza aveva già messo a punto un modello di comunicazione che il legale rappresentante del pubblico esercizio avrebbe dovuto sottoscrivere e inviare al proprietario dell’immobile dove si svolge l'attività. Tale documento era stato studiato per chiedere la sospensione temporanea del versamento del canone di locazione, fino al momento in cui non sarebbe stato possibile riprendere il lavoro, e la rinegoziazione delle condizioni contrattuali per riequilibrarle equamente. Un modo che non avrebbe interrotto immediatamente il pagamento, ma utile a trovare un accordo pacifico tra le due parti. Così anche le associazioni degli hotel che come Fipe avevano chiesto una suddivisione dei contratti d'affitto per consentire ai "debitori" maggior agio.

Niente affitto per le chiusure? - Niente affitto nel periodo lockdown Ristoranti e bar, c’è il precedente!
Niente affitto per le chiusure?


Il Decreto rilancio ha inserito una voce per gli affitti in modo da aiutare le imprese a sostenere questi costi nonostante la chiusura. Recita il testo:

“Per i soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione, che abbiano subito nei mesi di marzo, aprile e maggio una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 50% rispetto allo stesso mese del periodo d’imposta precedente, si istituisce un credito d’imposta nella misura del 60% dell’ammontare mensile del canone di locazione di immobili a uso non abitativo destinati allo svolgimento dell’attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all’esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo. Il credito spetta ai soggetti con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro nel periodo d’imposta precedente. Alle strutture alberghiere spetta indipendentemente dal volume di affari registrato nel periodo d’imposta precedente”.

“In caso di contratti di servizi a prestazioni complesse o di affitto d’azienda, comprensivi di almeno un immobile a uso non abitativo destinato allo svolgimento dell’attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all’esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo, il credito d’imposta spetta nella misura del 30% dei relativi canoni. Tale credito d’imposta è utilizzabile nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di sostenimento della spesa ovvero in compensazione, successivamente all’avvenuto pagamento dei canoni, e non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive. Può essere ceduto al locatore o al concedente o ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari”.

TAGLI ANCHE SULL'IMU - “L’abolizione del versamento della prima rata dell’Imu, quota-Stato e quota-Comune in scadenza alla data del 16 giugno 2020 per i possessori di immobili classificati nella categoria catastale D/2, vale a dire alberghi e pensioni, a condizione che i possessori degli stessi siano anche gestori delle attività ivi svolte. La norma prevede la stessa agevolazione per gli stabilimenti balneari, marittimi, lacuali e fluviali”;

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